Il nubifragio di domenica manda ko
le serre e gli orti dei Colli e di Loreto

La denuncia di Coldiretti: «Una valanga di fango ha coperto le colture in campo»

Verdure irrimediabilmente sommerse dal fango, serre divelte, terreno completamente dilavato. Coldiretti Bergamo segnala che dopo il nubifragio di domenica sera è questo ciò che resta di alcune delle aree agricole più suggestive della città di Bergamo: gli orti di Loreto e di Borgo Canale. La pioggia torrenziale caduta con una violenza eccezionale in molte aree ha trascinato via il substrato di terreno utilizzato per coltivare e in alcuni casi ha scavato delle fenditure profonde anche più di un metro. Una valanga di fango ha coperto le colture in campo. Dei cavolfiori che hanno un’altezza media di circa 50 cm ormai non si vede che la sommità, tutto il resto è immerso nel pantano.

La violenza del vento ha poi divelto le serre e strappato le coperture dei tunnel causando ingenti danni. «Già svolgere l’attività agricola in città non è molto facile perché i vincoli sono numerosi – afferma Coldiretti Bergamo – quando poi accadono questi eventi tutto si complica ulteriormente. Da sempre l’attività orticola rappresenta uno degli aspetti più tradizionali di Bergamo, la Scarola dei Colli ne è un tipico esempio, quindi bisogna fare il possibile affinché possa continuare ad avere un futuro». Seri danni si sono riscontrati anche in un’azienda agricola di Curno, dove le abbondanti precipitazioni hanno inondato 8 serre coltivate con piante aromatiche.

«Purtroppo – rileva Coldiretti Bergamo- negli ultimi tempi la conta dei danni causati dal maltempo all’agricoltura bergamasca sta diventando un drammatico rituale. Se la primavera ha portato un carico di nubifragi, grandine, trombe d’aria, allagamenti e frane, non si può certo dire che l’estate si sia presentata in modo diverso». Coldiretti Bergamo sottolinea che il 2016 si appresta diventare l’anno più bollente di sempre a livello mondiale dopo che tutti i primi cinque mesi dell’anno hanno fatto registrare il record storico. Tutta questa energia termica si accumula e poi si scarica a terra con eventi climatici di forte intensità che impattano in modo fortemente negativo sul settore agricolo e sul territorio in generale. «Di fronte a eventi così straordinari e imprevedibili – conclude Coldiretti Bergamo - la manutenzione corretta delle opere idrauliche può senza dubbio aiutare ma non mettere completamente al riparo dalle conseguenze. Anche gli strumenti assicurativi, così come sono concepiti ora, possono fare poco. L’agricoltura non può, come noi, adeguarsi ai mutamenti climatici con un cambio d’abito, ma ha bisogno di tempi e soprattutto di aiuti adeguati».

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