Il nuovo Questore: «Controlli anti Covid, avanti non per colpire ma per educare» - Foto e video

Il nuovo Questore di Bergamo, Stanislao Schimera, si è presentato alla cittadinanza nella mattinata di lunedì 10 gennaio.

Un’attenzione particolare alla città di Bergamo, così colpita dalla pandemia, per superare questo delicato momento storico segnato dal Covid. Il nuovo Questore di Bergamo, Stanislao Schimera, ha incontrato nella mattinata di lunedì 10 gennaio, il personale in forza a Via Noli e si è presentato alla stampa e alla cittadinanza. Ha ribadito in primis l’importanza dei controlli per il rispetto delle normative anti Covid: «Controlli non per infierire su una cittadinanza già stanca e provata da due anni di pandemia, ma per aiutare ; controlli non per colpire esercizi pubblici e persone ma per educare». Il pensiero del neo questore è andato in particolare ai giovani, coloro che hanno sofferto maggiormente dell’isolamento: «La Polizia contribuirà ad affrontare questa problematica» dando il proprio apporto nei confronti delle giovani generazioni con attività mirate e di concerto con le altre istituzioni pubbliche.

Dirigente Superiore della Polizia di Stato in arrivo da Bari, Schimera ha 61 anni ed è nato a Brindisi, sposato con due figli. Laureato in Giurisprudenza ha alle spalle 38 anni di esperienza nella Polizia di Stato.

Schimera ha anche raccontato di quando giovane agente in servizio nel Reparto Mobile a Milano, trenta anni fa, ha conosciuto Bergamo per motivi professionali impegnato in missioni e nel servizio d’ordine e ha apprezzato la bellezza unica della città . Un pensiero e un saluto è stato rivolto anche al predecessore, Maurizio Auriemma, trasferito a Firenze: «Ho trovato un gruppo di collaboratori e una squadra di lavoro eccellente e di questo devo ringraziare il mio predecessore a cui va il mio augurio di buon lavoro nel nuovo incarico di Questore di una città altrettanto bella come Firenze - ha dichiarato Schimera -. Ho trovato anche degli uffici e una sede rinnovata sempre frutto del lavoro del mio predecessore che non posso che ringraziare».

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