Il Paleocapa piange Nicastri
È stato preside per 24 anni

È morto nella giornata di sabato 21 marzo Michele Nicastri, preside per 24 anni dell’Istituto Paleocapa di Bergamo. Aveva 72 anni.

Un carattere fermo e deciso, una grande passione per ciò che faceva e una vita spesa «a fare il bene della scuola» e del Paleocapa in particolare. È mancato nella giornata di ieri Michele Nicastri, preside per 24 anni dell’Istituto Paleocapa di Bergamo. Aveva 72 anni. Di Treviolo, ingegnere, Nicastri aveva vinto il concorso per diventare preside nel 1988, sesto nella graduatoria nazionale. Al Paleocapa era arrivato nel 1991 e non se ne era più andato, fino alla pensione, sei anni fa. «Ho raccolto la sua eredità - racconta Imerio Chiappa, attuale dirigente dell’Istituto - e ho trovato una scuola ben impostata e con una storia ben precisa, che anche lui aveva contribuito a fare. Ha lavorato al Paleocapa in un periodo di grande evoluzione e in quel periodo ha dimostrato di essere una persona decisa, di carattere e con il coraggio di portare avanti le proprie idee. Sicuramente non era un uomo di tante parole, ma mirava all’obiettivo. Sono stato fortunato a potermi confrontare con lui nel primo periodo del mio insediamento a scuola: non posso che ringraziarlo per l’eredità che ha lasciato e per il lavoro che ha fatto negli anni». Perché Nicastri è stato protagonista di molti cambiamenti: «Erano gli anni del passaggio di proprietà della scuola dalla Fondazione che la guidava alla Provincia - spiega il presidente dell’Associazione ex allievi, Alessandro Gigli -. Nel corso del suo mandato si batté in modo forte e deciso perché i soldi della vendita potessero essere usati per la scuola: le palazzine nuove che oggi vediamo realizzate sono il frutto di quella “lotta”, oggi sono lì grazie al suo intervento. Sicuramente si è sempre battuto per il bene della scuola». Una presenza che è rimasta ben impressa anche all’ex provveditore Luigi Roffia: «Ricordo un preside molto disponibile - dice -, una persona con grandi capacità che senza dubbio ha fatto il Paleocapa». Ma soprattutto una figura indimenticata per coloro che con Nicastri hanno lavorato fianco a fianco. «Era un ottimo dirigente - racconta Pierantonio Bortolini, professore di Meccanica -, ancora prima che la scuola prevedesse di avere delle figure dirigenziali. Ma lui aveva la logica manageriale nella testa. Lavoravamo insieme ai progetti con le aziende esterne alla scuola: avevamo portato venti ragazzi fino in Austria. Era una persona che sapeva delegare, ma che poi voleva vedere i risultati. E se c’era da discutere si discuteva. Ma lavorare con lui era davvero bello. A guardarlo così sembrava davvero “indistruttibile”». Sotto molti aspetti, un precursore: «Con lui al Paleocapa erano nati i percorsi sulla legalità - racconta il professor Gaspare D’Angelo - ancora prima che la Scuola decidesse di promuovere i percorsi sulla legalità. In Collegio docenti abbiamo litigato più di una volta, ma sono convinto che la vera amicizia si misura anche nel confronto, e infatti il nostro rapporto è continuato anche dopo la sua pensione. Sapeva battersi per le cose di cui era convinto e aveva una grande capacità di persuasione. Era una persona con le idee molto chiare e anche molta passione per l’insegnamento. Un anno fece alcune lezioni a mia figlia, che non aveva un buon rapporto con la fisica: in poco tempo non solo le spiegò i concetti, ma ribaltò completamente la prospettiva che lei aveva della materia. Personalmente, credo che nella mia vita da insegnante non potessi avere preside migliore».

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