Il premier Gentiloni a Bergamo
«Autonomia? Richiesta sacrosanta»

il presidente del Consiglio è al Festival Città Impresa di Bergamo, al Kilometro Rosso.

«Di una cosa dobbiamo essere almeno certi: siamo fuori dalla più grave crisi economica che ci ha colpito dal dopoguerra, siamo tornati a crescere. Non mi appassiona la discussione sul fanalino di coda. Noi abbiamo l’1,5% di crescita, la Francia l’1,6%: vedremo i risultati a fine anno. Se ci fosse un Campionato europeo del salto in alto, dal punto di vista della crescita, l’Italia l’avrebbe vinto». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, intervenendo al Festival Città Impresa di Bergamo, al Kilometro Rosso. «Dobbiamo avere la consapevolezza che un’energia positiva si possa dispiegare in un contesto notevolmente più favorevole. Dipende da noi - ha aggiunto il premier -. Il merito di questo risultato, al di là di cosa hanno fatto Governo e Parlamento, è in primo luogo del lavoro, delle imprese, dei nostri territori: io sono convinto, la nostra rivendicazione d’orgoglio è che se siamo fuori da una crisi straordinaria lo dobbiamo anzitutto alla capacità di resilienza e innovazione del mondo del lavoro e delle imprese».

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«L’economia italiana è andata indietro, è stata ferma a lungo, ora si è finalmente rimessa in moto e questa macchina va accompagnata, accudita, facilitata, anche rassicurata da parte di istituzioni, associazioni e categorie d’impresa. Non va certamente dilapidata e non va neanche strozzata» ha aggiunto. «Abbiamo presentato e proposto al Parlamento una legge di bilancio snella e mirata, concentrata su alcuni obiettivi», mala discussione «non può trasformarsi in una nuvola di segnali di fumo. Questo non aiuterebbe».

Per Gentiloni «a questa spinta a moltiplicare i segnali di fumo dobbiamo opporre un motto antico, frenare per correre, che a Roma si direbbe diamoci una calmata».

«Occorre ricucire gli strappi e le lacerazioni che abbiamo attraversato, non certo aprirne di nuovi. E questo vale anche per la sacrosanta spinta a una maggiore autonomia che si vive in diverse regioni, una rivendicazione d’efficienza non di egoismo. Deve essere una rivendicazione di protagonismo nella solidarietà, non di separatismo», ha proseguito il premier.

«Le città, i sistemi territoriali sono un punto di riferimento, di innovazione, di cultura e di proiezione del nostro Paese nel mondo».

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