Imprenditore vittima di usura, debiti fino a 1 milione di euro. Due arresti a Bergamo

Un’operazione dei Carabinieri di Bergamo: due persone in manette e quattro denunce a piede libero. Un ricercato, perquisizioni in tutta la Bergamasca con numerosi sequestri. La storia di un piccolo imprenditore con debiti fino a un milione di euro: i suoi usurai stavano minacciando altri commercianti.

Si chiama «Handbrake» l’indagine condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bergamo, al lavoro dal marzo del 2020: l’operazione ha consentito di accertare l’esistenza di più soggetti dediti ad attività di usura che hanno approfittato della situazione pandemica e delle difficoltà dei commercianti in crisi.

Quasi tutta l’attività d’indagine ruota intorno alla figura di un piccolo imprenditore bergamasco, proprietario di un bar, tra l’altro consigliere provinciale di un’associazione di categoria che, per cercare di risolvere le sue difficoltà economiche, non potendo ricorrere al credito tradizionale per pregresse problematiche, si è rivolto a diversi usurai «di professione» della zona e a diversi «amici» i quali, allettati dalla promessa di un facile compenso, gli hanno prestato denaro con tassi altissimi.

L’attività d’indagine ha ricostruito come l’imprenditore si sia rivolto in primis ad un suo vecchio conoscente, un 70enne, nullatenente e titolare del reddito di cittadinanza, oggi destinatario di misura cautelare in carcere nonché di un sequestro per 194.000 euro. L’indagine ha dimostrato che il rapporto tra loro era nato già circa 4 anni prima con un prestito iniziale di 20.000 euro, lievitato nel tempo fino a 100.000, che l’imprenditore avrebbe dovuto restituire in rate con un tasso mensile del 12% circa.

Nel giro di poco tempo, anche a causa della pandemia e del primo lockdown totale che ha coinvolto la Bergamasca, la già grave situazione economica dell’imprenditore si è ulteriormente aggravata e l’uomo, al fine di riuscire a reperire il denaro per il pagamento delle rate ed evitare che le minacce si tramutassero in rischi per la propria incolumità, si è rivolto ad altri usurai.

Per questo l’imprenditore ha contattato un 34enne, anch’egli titolare di reddito di cittadinanza che gli ha prestato 1.000 euro da restituire la settimana successiva al tasso del 100%, e ha chiesto aiuto a un 53enne, che l’ha messo in contatto con un altro finanziatore, di 37 anni, il quale dietro garanzia di un assegno di 7.500 euro ha prestato all’imprenditore 5.000 euro da restituire ad un tasso d’interesse del 50% mensile. Sempre con l’intermediazione del 53enne, l’imprenditore ha ottenuto un altro prestito usuraio da un 60enne, anch’egli destinatario di misura cautelare in carcere ed al momento ricercato, che dopo aver ricevuto in garanzia l’attività commerciale dell’imprenditore gli ha consegnato dapprima 20.000 euro e successivamente altri prestiti fino ad arrivare ad una quota capitale di 85.000 euro che l’imprenditore avrebbe dovuto restituire in rate con un tasso mensile ancora del 12%.

Quasi contestualmente, per tentare di pagare le diverse rate dei debiti usurari, l’imprenditore, preso dalla disperazione, ha contattato anche un 57enne che, attratto dalla proposta dell’imprenditore di ottenere in poco tempo un profitto sul capitale, gli ha prestato 5.800 euro con l’accordo per la restituzione maggiorata di 1.000 euro in più dopo una decina di giorni.

Pian piano la situazione economica dell’imprenditore è diventata così insostenibile: l’imprenditore aveva infatti accumulato debiti per circa un milione di euro. Da qui la necessità di consegnare il proprio veicolo al suo vecchio conoscente, il 70enne, a cui aveva chiesto aiuto per primo, ma che l’aveva minacciato diverse volte anche con una pistola. Ha poi dovuto svendere i propri gioielli, consegnare una scrittura privata con la quale si impegnava a cedere la propria attività commerciale, consegnando anche i gioielli della propria compagna.

Per quanto riguarda il 60enne che aveva ricevuto in garanzia anche l’attività commerciale dell’imprenditore, per riottenere i propri soldi, aveva assoldato un pluripregiudicato bergamasco di origine siciliana, di 37 anni, impiegato quasi esclusivamente nell’attività di «recupero crediti» su commissione di vari mandanti.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati individuati ulteriori imprenditori della Bergamasca vittime di analoghi reati commessi dagli stessi usurai. Tra questi appare significativo un episodio in cui uno degli arrestati, convinta una vittima a salire in auto con l’intenzione di portarlo in un garage e picchiarlo per fargli rispettare un pagamento, ha indotto la stessa vittima a fuggire lanciandosi dal veicolo in corsa mentre viaggiava in autostrada.

«È ancora in corso l’identificazione di altri soggetti che, grazie all’operazione compiuta, potranno essere meglio individuati con il materiale reperito durante le perquisizioni» fanno sapere i carabinieri. L’operazione, scattata all’alba di lunedì 19 aprile, ha portato quindi all’arresto del 70enne e del 53enne che sono stati trasferiti in carcere. I Carabinieri hanno anche sequestrato beni pari a 194 mila euro al 70enne al quale è stata decretata anche la sospensione del reddito di cittadinanza, oltre a 10.000 euro sequestrati agli altri indagati che sono stati trovati sui conti correnti a loro intestati in due banche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA