In seminario sono stati ospitati oltre duecento profughi ucraini

Un aiuto per l’Ucraina Continua la raccolta fondi che ha già superato il milione di euro.

Sono già stati distribuiti sul territorio i primi fondi raccolti attraverso la sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina», a sostegno dell’attività di accoglienza dei profughi delle strutture bergamasche che si sono mobilitate per dare ospitalità alle prime famiglie giunte in città a fine febbraio. Nel frattempo, dopo il traguardo del milione di euro raggiunto nel fine settimana, la raccolta fondi promossa dalla Caritas diocesana, insieme a L’Eco di Bergamo e alla Fondazione della Comunità Bergamasca, continua: il contatore si è fermato lunedì a quota 1.019.963 euro.

«Stiamo parlando di una cifra considerevole, raggiunta in poche settimane - ha detto don Roberto Trussardi, direttore della Caritas -. In questi giorni abbiamo iniziato ad aiutare il Seminario e il monastero Matris Domini, le prime due strutture a essersi attivate in città per fare fronte all’emergenza degli arrivi. In particolare, solo dal Seminario sono transitate in queste settimane oltre 200 persone, cui sono stati garantiti vitto, alloggio, riscaldamento e tutto il sostegno necessario per i primi giorni di permanenza nella nostra provincia, prima del loro trasferimento negli appartamenti messi a disposizione delle parrocchie e dei privati in tutta la Bergamasca».

Solo dal Seminario sono transitate in queste settimane oltre 200 persone

Dopo una prima fase di arrivi molto numerosi, da una decina di giorni i profughi che giungono in città sono sempre meno: «Non sappiamo bene il motivo - ha aggiunto don Trussardi -; probabilmente in questa fase ne partono meno dall’Ucraina, oppure la rete che si è costituita sul territorio ha ampliato l’offerta». Per questo, e per questioni di organizzazione dell’accoglienza, il monastero delle monache di clausura, che il 29 febbraio ha accolto la primissima famiglia ucraina, ha chiuso i battenti nei giorni scorsi. «Resta il Seminario, dove continuiamo ad accogliere chi arriva - ha assicurato il direttore della Caritas -, anche se dopo il picco delle 70 persone registrato una decina di giorni fa, attualmente ne sono ospitate circa 40. Altre tre famiglie hanno lasciato la città proprio questa mattina per una destinazione più stabile».

Sono già stati distribuiti sul territorio i primi fondi raccolti attraverso la sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina»

Sia la Caritas che la Fondazione della Comunità Bergamasca stanno lavorando anche a progetti d’integrazione dei profughi, con una particolare attenzione ai più piccoli, che saranno finanziati proprio con i soldi della raccolta fondi. Intanto la platea dei promotori di «Un aiuto per l’Ucraina» si è ampliata, coinvolgendo istituzioni, enti, ordini professionali ed associazioni dal diverso profilo; al momento hanno aderito Ascom, Bergamonews, Confindustria, Confcooperative, Università deli Studi, Ance, il Consiglio Notarile di Bergamo, il Consorzio dei Pasticceri Artigiani e gli Ordini dei consulenti del lavoro e dei commercialisti.

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