L’8 marzo e il coraggio delle donne
Continua il casting di Bergamo Tv

Anche quest’anno per la festa della donna ripeteremo l’evento «Festa della Donna in teatro» al Centro Congressi, il prossimo 8 marzo 2019 alle ore 20,30. Ecco il dietro le quinte del primo casting: mercoledì 20 febbraio in programma la seconda serata di selezione.

Come sono le donne che l’8 marzo saliranno sul palco della Festa della Donna in Teatro 2019? «Eppen» le ha incontrate mercoledì 13 febbraio negli studi di Bergamo Tv per il casting delle partecipanti e lo farà anche mercoledì 20 febbraio (ore 20.30), sempre negli studi della nostra rete, per la seconda sessione di provini.

Come sono quindi? Sono allegre, preoccupate, chiacchierone, curiose, timide. Sorridenti o un tantino tese. Ripassano la parte, studiano la telecamera, cercano una confidenza che per ora non c’è perché per la maggior parte di loro è la prima volta. Ma pensano anche a quali parole scegliere per riscrivere il proverbio negativo «chi dice donna, dice danno» e trasformarlo in una domanda, «chi dice donna, dice…?», a cui dare una risposta bella e vera.

La prima immagine che però si ha di loro è quella dell’entrata in studio, quasi tutte un po’ spaesate, si guardano intorno e si vanno a sedere sui gradoni, ai due lati dello spazio per le riprese, e aspettano. La più giovane ha 9 anni, la più anziana… non si dice perché a una donna non va chiesto l’età. Sono impiegate, poetesse, infermiere, pensionate, mamme, nonne, cantanti, giornaliste e dirigenti. Hanno scelto di vestirsi casual, o eleganti, oppure eccentriche e imprevedibili. Alcune sono qui per fare un’esperienza diversa, altre perché sono state richiamate dal fascino della telecamera. Altre ancora perché l’anno scorso si sono divertite molto.

Tre o quattro, com’è giusto che sia, vogliono dimostrare cosa sanno fare. E allora imbracciano una chitarra e cantano una loro canzone, un’aria d’opera, un motivo francese, recitano una poesia. Sono tutte forti e fragili, portano la loro bellezza unica, la loro tenacia e i loro limiti. In fondo sono qui perché ci vogliono provare e allora mettono tutta l’umanità e la fantasia che hanno.

Poi, ad un certo punto, è il momento. Si comincia. Il provino si basa sulla lettura di uno stralcio del libro «Storie della buonanotte per bambine ribelli vol. 2» che insieme a «Storie di donne del Medioevo» saranno al centro delle letture nella serata dell’8 marzo a Bergamo. La telecamera è pronta, il fondale nero anche. Si posizionano, afferrano il libro e si concentrano. Per metterci tutto l’impegno, per intonare le parole nel modo giusto, come un’attrice, o come una mamma che racconta una favola ai propri figli. E più di ogni altra cosa interpretano, si calano nella parte, si mettono a fianco di quelle donne coraggiose di cui raccontano la storia.

Quelle donne che hanno sfidato le convenzioni, i dolori, le sfortune, le culture più repressive. O che hanno accettato la sfida e l’hanno vinta. Così come accade a loro, alle nostre donne, tutti i giorni. Accettare la sfida della quotidianità, per farla diventare qualcosa di prezioso.

Eccole dunque, ora stanno leggendo, parola dopo parola con il giusto peso. Ad un certo punto arrivano in fondo, e quando hanno finito la risposta alla domanda «Chi dice donna, dice…?» è come una liberazione e un piccolo trionfo. Ciascuna dice la parola che ha pensato e lo fa con fierezza e convinzione. Magari mettendoci un gesto, oppure lasciando che le accarezzi una ventata di leggerezza. E quanto tutto si è concluso, tu che stai tornando a casa ed eri lì ad osservare – e insieme ai tuoi colleghi a fare in modo che ogni cosa fili liscia e queste donne se ne vadano con un senso di accoglienza e soddisfazione – a quel punto te le ricordi. Ricordi il loro sorriso, i volti che si portano dietro gioie e sofferenze, le mani, gli occhi, la camminata. E soprattutto la loro verità. Quella di essere donne nel mondo, con le loro inestimabili presenze. Primule che sbocciano, nella primavera di ogni giorno.

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