La Fiat 127, mito del car design firmato dal bergamasco Pio Manzù, festeggia 50 anni

Cinquant’anni fa veniva messa in strada la vettura progettata da un giovane bergamasco: Pio Manzù. Dal 17 giugno al 5 settembre una mostra al Museo nazionale dell’Automobile, con disegni e altri modelli di city car.

Cinque milioni di esemplari prodotti, tre serie di modelli. Esattamente 50 anni fa, nell’aprile 1971, sulle strade del Bel Paese iniziavano a sfrecciare le prime, fiammanti, Fiat 127, in assoluto una tra le vetture di maggiore successo costruita dalla casa torinese dal 1971 al 1987 e destinata a influenzare in maniera significativa l’evoluzione industriale del settore a livello mondiale.

Subito premiata come «Auto dell’anno» nel 1971, a lungo una delle automobili più vendute in Europa, la Fiat 127 è stata il risultato di un percorso di ricerca avviato dal designer bergamasco Pio Manzù – figlio del grande scultore Giacomo Manzù - a partire dal 1964, durante la messa a punto del progetto Autonova che intendeva realizzare una vettura «Mittelklasse». Manzù puntava in particolare a un concetto di moderna auto, universale e di grande diffusione, efficiente sul piano delle prestazioni, della flessibilità di utilizzo ma anche della guidabilità e sicurezza.

«Mio padre Pio – dice il figlio Giacomo Manzoni – purtroppo non potè vedere l’auto da lui progettata, in quanto morì il 28 maggio 1969. Stava dirigendosi proprio a Torino dove lo aspettavano Gianni e Umberto Agnelli con l’ingegnere Dante Giacosa e l’amministratore delegato Vittorio Valletta. Quel giorno era prevista la presentazione ufficiale della maquette, del modello. Era partito da Bergamo con la sua 500, quando sulla Milano-Torino, all’altezza del casello di Brandizzo, a una manciata di chilometri dal capoluogo piemontese, ebbe un terribile incidente e perse la vita. Aveva solo trent’anni».

Per celebrare l’anniversario e ricordare il designer bergamasco, a Torino presso il Mauto Museo nazionale dell’Automobile di Corso Unità d’Italia dal 17 giugno al 5 settembre si terrà una mostra dal titolo «La Fiat 127 di Pio Manzù», organizzata con la Fondazione Manzoni Arte e Design, fondazione no profit che dal 2015 si occupa di custodire l’archivio del designer bergamasco A settembre, al Salone del Mobile di Milano, si terrà un altro evento per i 50 anni dalla lampada «Parentesi» sempre progettata da Pio Manzù.

«A Torino – aggiunge Giacomo Manzoni – presenteremo anche i disegni realizzati da mio papà Pio per la Fiat 127, una vettura a due volumi, con motore anteriore trasversale e trazione anteriore per privilegiare una elevata capacità di carico (5 passeggeri più un vano bagagli) che stabiliva di fatto nuovi standard dimensionali per gli spazi interni».

Dante Giacosa, alla guida del Centro Stile Fiat, ricordando il giovane Pio Manzù ha scritto: «Pio che aveva la passione per le vetture fatte per la gente semplice, senza pretese di lusso, utilitarie, si dedicò alla 127 con grande impegno ed entusiasmo. I suoi disegni erano di estrema semplicità, esaltata fino al limite del consentito della comunicazione dell’idea. I figurini subivano un processo di progressivo delicato affinamento che sembrava voler dare l’impressione di una genuinità raffinata, sofisticata, intellettuale».

«La Fiat 127 è stata l’erede della 850– prosegue il figlio di Pio Manzù -. Poi nel 1983 fu introdotta la Uno, ma la 127 non uscì di scena e venne nuovamente ristilizzata diventando un’alternativa low-cost alla Uno». Quella di Pio Manzù fu dunque una macchina che rivoluzionò la scena del car design, un modello di riferimento per la produzione mondiale degli anni Settanta. E ancora oggi ha un posto nel cuore degli italiani.

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