La lirica al Donizetti tra i lavori in corso
Ecco il Festival, c’è una «prima» mondiale

Presentato il Festival: la prima mondiale de «L’Ange de Nisida» il 16 e il 21 novembre nel teatro ancora cantiere: la platea diventa palcoscenico, sicurezza garantita. Pietro il Grande e Lucrezia Borgia gli altri titoli.

Come un aereo in atterraggio, anche se mancano sette mesi, il Festival Donizetti Opera prende forma, i dettagli si svelano sempre meglio, l’emozione visiva cresce parallela. Alla cloche, com’è noto, c’è Francesco Micheli, bergamasco doc come Donizetti, campione nel far del genio di borgo Canale «il» marchio bergamasco d’eccellenza. Per cominciare è una presentazione condivisa, aggiornata ai «social»: in diretta Facebook e YouTube ieri erano un centinaio, oltre ai giornalisti e agli addetti ai lavori che dalle 14 alle 15 hanno seguito la comunicazione di Micheli and friends (si può vedere in differita su Fb di Donizetti Opera).

«Ciao Gaetano, sì, ce l’abbiamo fatta – esordisce Micheli con una voce piuttosto malmessa –. Un terzo di presenze in più, 27 alzate di sipario in più, solo lo scorso anno, non è poco!». È un’avanzata verso la zona champions tra i top ten, i dieci autori più rappresentati al mondo: Donizetti è salito dal sesto al quinto posto. «Sono mille rappresentazioni in più: significa che ogni giorno tre teatri al mondo alzano titoli tuoi – chiosa Micheli – forse anche per questo tutta questa gente lo scorso anno è venuta ad applaudirti, la tua lingua è internazionale».

Guarda qui il video della diretta della presentazione

Pietro il Grande kzar delle Russie, L’ange de Nisida e Lucrezia Borgia nella nuova versione critica di Roger Parker e Rosie Ward sono i tre titoli del 2019, con la Messa di Gloria di Gaetano Donizetti per il Dies Natalis, con la bacchetta ormai consolidata del bergamasco Corrado Rovaris.

Sarà una grande festa, ancora più lunga del passato, annuncia il direttore artistico, dal 12 novembre all’1 dicembre. «Non so, speriamo di riuscire a sopravvivere a tempi così prolungati», non nasconde, con un po’ di celia, Micheli. Star di diritto sarà il soprano di Pescara Carmela Remigio, ormai di casa, ma quest’anno ancora di più. Sarà artista in residenza, succedendo a Jessica Pratt: e sarà lei a incarnare Lucrezia Borgia (22, 24, 30 novembre), una sorte di pendant di Rigoletto, secondo Hugo: «Rigoletto era bruttezza esteriore e bellezza dell’anima – spiega Micheli – Lucrezia è bellezza esteriore con un carattere mostruoso». Nella nuova versione critica di Roger Parker e Rosie Ward sarà affidata alla bacchetta del direttore musicale Riccardo Frizza con l’Orchestra giovanile Cherubini, creatura per definizione di Riccardo Muti. Oltre alla star Carmela Remigio, nel ruolo della perfida protagonista, ci saranno il tenore Xabier Anduaga (con la Remigio nel Castello dello scorso anno) e la regia abrasiva di Andrea Bernard.

La Remigio canterà, avrà un rapporto più stretto col territorio, si proporrà con i giovani e nelle scuole. Lei spiega che, da voce mozartiana, «Donizetti amava scrivere per grandi donne – vedi il Castello di Kenilworth che l’ha vista protagonista lo scorso anno – Ci sono similitudini con Mozart, con un affondo che definirei neoclassico». Prima la serata di Gala, il 14 novembre, con un cast di prima grandezza e mirato, col baritono Alessandro Corbelli (una star internazionale al suo debutto a Bergamo), Marta Torbidoni, il tenore da urlo Francesco Demuro, il baritono Florian Sempey. Riccardo Frizza guida l’orchestra Nazionale della Rai.

La vera perla – tra le altre – sarà la «nuova» L’Ange de Nisida, prima mondiale in forma scenica (16 e 21 novembre), che sarà davvero una nuova creatura che viene al mondo: «Un po’ come se a Bayreuth proponessero un inedito Parsifal» spiega Micheli. La partitura si credeva perduta dopo il mancato debutto nel 1839 e invece è stata recuperata e ricostruita da Candida Mantica, giovane ricercatrice calabrese con un dottorato alla Southhampton University, che ha lavorato per otto anni sui fogli manoscritti alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi, sparpagliati in 18 contenitori nei quali è riuscita a identificare circa 470 pagine manoscritte di Donizetti, grazie anche alla copia di una bozza del libretto conservata a Bergamo.

L’Ange de Nisida sarà nel teatro Donizetti, chiuso per restauro, in mezzo ai lavori in corso. Sarà un «cantiere» senza precedenti, spiega Micheli. Il pubblico sarà nei palchi e sul palcoscenico, su una struttura ad hoc. Un’operazione eccezionale e studiata nei minimi particolari, con tutte le misure di sicurezza garantite. Sono previste anche delle visite guidate ai lavori che saranno in dirittura d’arrivo. La platea, senza poltrone, sarà il palcoscenico: «Per dire che lo spettacolo sono gli spettatori», aggiunge Micheli.

Con Pietro il Grande (15, 23 e 1 dicembre) debutta sotto la bacchetta dello specialista Rinaldo Alessandrini l’Orchestra «Gli originali» di Enrico Casazza. In questa riduzione ci saranno molti giovani artisti di calibro internazionale, ma al loro debutto donizettiano, come il baritono Roberto De Candia. La regia di Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali (Ondadurto teatro) è stata scelta perché «l’opera buffa ribadisce il rapporto tra l’orobico e la capitale veneziana. Le cose non andarono benissimo - dice Micheli - ma io credo che il titolo abbia cose da dire. Siamo pronti per far seguire il nostro grande imperatore russo con una falange russa».

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