La notte di Bossetti dopo la sentenza
Sconvolto per la conferma dell’ergastolo

È rientrato in carcere all’una e mezza della notte fra lunedì e martedì, un’ora dopo che i giudici avevano pronunciato - per la seconda volta in poco più di un anno - la parola ergastolo.

Chi ha avuto modo di vederlo racconta di un Bossetti sconvolto e provato, per l’esito del processo ma anche per l’estenuante attesa durante una camera di consiglio durata 15 ore. Non se l’aspettava di essere nuovamente condannato e si dice dispiaciuto del fatto che la Corte d’assise d’appello non abbia accolto le sue ragioni. «E secondo voi come può sentirsi un innocente che crede nel giudizio che sta affrontando? - chiosa l’avvocato Salvagni, che oggi sarà nel carcere di via Gleno a far visita al suo assistito -. Ci credeva molto, ora non so se riuscirà ancora a credere nella giustizia. Il diritto di difesa è stato leso: quest’uomo non ha potuto partecipare ad alcuna indagine genetica». Martedì mattina Bossetti ha avuto colloqui con il medico del carcere, con alcuni agenti della polizia penitenziaria e con il cappellano don Fausto Resmini. Bossetti ha raccontato che era molto fiducioso in un’assoluzione o comunque nel fatto che la Corte disponesse una perizia sul Dna. E ha confidato pure di essere molto preoccupato per la famiglia, per i figli che ogni volta che vanno a trovarlo gli chiedono quando ritornerà a casa.

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