«La partita con papà» in carcere: quindici detenuti giocano a calcio con i figli

L’iniziativa Momento di genitorialità organizzato dall’associazione Bambinisenzasbarre. La direttrice di via Gleno: momento molto positivo.

«Questa è aria». Un detenuto lo racconta con gli occhi che sorridono, la gioia che solca il viso. L’aria è quella che scorre in un abbraccio, in un semplice passaggio di pallone. Nella normalità ritrovata del legame tra padre e figlio. «È difficilissimo veder crescere i propri figli da dietro le sbarre, in cella ci si sente sempre soli. In giornate come queste, respiriamo un’aria nuova», sospira il detenuto.

Carcere di via Gleno. Il sole rovente illumina una giornata diversa. Anche la casa circondariale di Bergamo è tornata ad aprirsi, sabato 18 giugno, per «La partita con papà», il momento di genitorialità promosso dall’associazione Bambinisenzasbarre in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria: 15 detenuti hanno potuto trascorrere un pomeriggio spensierato con i propri figli, giocando a calcio o mangiando un dolce, scherzando e ridendo, semplicemente vivendo quel legame che la condanna trasforma in distanza. «È un momento molto positivo – sottolinea Teresa Mazzotta, direttrice del carcere di Bergamo -, perché consente un incontro importante tra i detenuti e i propri figli. Dopo il Covid, le attività di socialità stanno tornando progressivamente alla normalità».

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