«La solidarietà è la risposta alla guerra». Martedì i primi camion dagli ex Magazzini

L’associazione Zlaghoda Dopo Curno, operativi gli spazi messi a disposizione da Intesa San Paolo in via Rovelli. «Abbiamo pronti beni per caricare tre mezzi per l’Ucraina. Chiediamo ai bergamaschi di darci ancora una mano».

«Con la stessa energia, mettendoci anima e corpo, continuiamo ad aiutare il popolo ucraino anche qui agli ex Magazzini generali: la solidarietà è il migliore modo che abbiamo per rispondere a questa guerra». L’associazione Zlaghoda, composta da ucraini residenti nella nostra provincia, chiede ai bergamaschi un’ulteriore prova di vicinanza e generosità, ora che è cambiata la sede della loro raccolta di beni di prima necessità da inviare nel Paese invaso dai russi.

Il punto raccolta, chiuso nei giorni di Pasqua e Pasquetta, è operativo tutta la settimana: dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 19, e poi il sabato e la domenica dalle 9 alle 19.

Il primo mese di lavoro ha dato i risultati sperati: grazie alle donazioni dei bergamaschi, il capannone della solidarietà di Curno, in via Enrico Fermi, si era riempito di migliaia di pacchi di cibo, medicinali e vestiti caldi, che le decine di volontari di Zlaghoda avevano preparato per il trasporto in Ucraina. Dal 29 febbraio sono partiti da Curno una cinquantina di camion e furgoni carichi di aiuti umanitari, per un totale di circa quattrocento tonnellate di beni, tra alimenti, vestiti e prodotti medico-sanitari e igienici. Dal 12 aprile l’associazione ha lasciato il capannone per trasferirsi negli ex Magazzini generali di Boccaleone, in via Rovelli 21, messi a disposizione gratuitamente, per almeno dodici mesi, da Intesa San Paolo (che ha ereditato i locali da Ubi Banca): ha ripreso così vita, tornando alla sua vocazione iniziale, una struttura chiusa da tempo, anni fa viavai continuo di merci. «È uno spazio più grande e funzionale: in questi giorni ci siamo organizzati per adibire le aree di ricezione, smistamento e carico dei beni da inviare in Ucraina – spiega Andriy Moroz, uno dei volontari di Zlaghoda –. Martedì 19 partiranno da qua i primi tre camion: abbiamo pronti bancali a sufficienza per caricare tre mezzi».

Il punto raccolta, chiuso nei giorni di Pasqua e Pasquetta, è operativo tutta la settimana: dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 19, e poi il sabato e la domenica dalle 9 alle 19. Per ora, però, l’afflusso di persone nella nuova sede è stato abbastanza ridotto. «Mi dispiace perché sono calati i beni che ci arrivano: so che non possono essere tanti come quelli donatici ad inizio guerra ma chiedo ai bergamaschi di dimostrare nuovamente la loro grande generosità e darci ancora una mano perché c’è davvero bisogno – spiega Yaroslava Vyshnevska, presidente dell’associazione Zlaghoda –. I nostri camion arrivano all’hub che abbiamo ad Ivano-Frankivs’k, nell’ovest dell’Ucraina: da lì gli aiuti umanitari provenienti dall’Italia sono smistati dove c’è maggiore urgenza, da Bucha a Mariupol, cercando di coprire tutte le zone possibili. Praticamente dobbiamo sfamare l’intero popolo ucraino, anche perché lì non c’è più produzione. Ad una violenza che sta provocando distruzione e disperazione, vogliamo ribattere con umanità, bontà e gentilezza. La nostra raccolta di beni di prima necessità ha l’obiettivo di fare fronte ai bisogni immediati delle vittime del conflitto, attraverso la tempestiva spedizione di questo materiale in diverse città ucraine. Ci fermeremo solo a guerra finita».

Così come a Curno, anche a Boccaleone Zlaghoda si è attivata per ricevere prodotti per bambini (omogenizzati, latte in polvere e pannolini), prodotti igienici (pannolini per adulti, salviette, umidificate e assorbenti), cibo a lunga conservazione (tonno e carne in scatola, ceci e fagioli in scatola, riso, pasta, legumi, caffè e cacao solubile, frutta secca sgusciata e confezionata, barrette proteiche, snack e barrette dolci con cioccolato), apparecchi elettrici (torce frontali o elettriche, powerbank con cavo e pile), abbigliamento (vestiti primaverili ed estivi per donne, uomini e bambini, calzini e biancheria intima nuova, t-shirt, felpe, pantaloni e pantaloncini) e prodotti medico-sanitari (bendaggi, tamponi, lacci emostatici, soluzione fisiologica in bottiglia di plastica, antidolorifici, antinfluenzali, antibiotici, calmanti, sciroppi per la tosse, spray per il naso e pomate per le ustioni).

Una volontaria: «Nel nostro Paese, dopo oltre cinquanta giorni di ostilità, c’è mancanza e, quindi urgente bisogno, di prodotti per i bambini e i neonati e quelli per l’igiene intima femminile: il mio appello è di portarceli qui a Boccaleone, se potete, così li manderemo prontamente in Ucraina»

Una delle volontarie di Zlaghoda, presente agli ex Magazzini, è Elena Shylinh, in prima linea per aiutare gli orfani ucraini di Rota d’Imagna: «Nel nostro Paese, dopo oltre cinquanta giorni di ostilità, c’è mancanza e, quindi urgente bisogno, di prodotti per i bambini e i neonati e quelli per l’igiene intima femminile: il mio appello è di portarceli qui a Boccaleone, se potete, così li manderemo prontamente in Ucraina», dice Shylinh. «Chiediamo anche di aiutarci con oggetti d’uso domestico, come biancherie e asciugami, insomma tutto quello che può servire per costruire una sorta di casa, dato che gran parte di chi è rimasto in Ucraina l’ha persa», commenta la volontaria Olga Golovchak. «Grazie di cuore a chi ci sta aiutando: italiani e ucraini, siete preziosi», conclude il volontario Mykola Danylyuk.

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