Omicidio Del Gaudio, non ammesse in appello due interviste tv di Tizzani

Brescia La Corte, invece, ha deciso di risentire l’imputato e 11 testimoni e di mettere a confronto sul nodo del dna i Carabinieri del Ris di Parma e il consulente genetico Giorgio Portera. Prossima udienza fissata per il 10 giugno.

Si è svolta venerdì 27 maggio a Brescia la prima udienza in appello del processo per l’omicidio di Gianna Del Gaudio. L’unico imputato, il marito Antonio Tizzani (non presente oggi in aula), era stato assolto in primo grado, ma il pm Laura Cocucci, che ne aveva chiesto l’ergastolo, ha impugnato la sentenza.

La Corte ha rigettato la richiesta di acquisire come prova nel processo due interviste che Tizzani aveva rilasciato a giornalisti televisivi nel 2016 e nel 2017 e ha invece acconsentito a risentire sia l’imputato, sia 11 testimoni che avevano già parlato in primo grado (la difesa aveva chiesto che fossero 16).

Sul nodo del dna di Tizzani, rilevato su un punto della lama del cutter usato per uccidere l’ex insegnante e su cui la Corte non aveva escluso una possibile contaminazione, il Procuratore generale ha chiesto un nuovo confronto tra carabinieri del Ris di Parma, che avevano svolto l’esame, e il consulente genetico della difesa. La relazione dei militari del Ris, il tenete colonnello Alberto Marino e il maresciallo Dario Cappati e quella di Giorgio Portera si svolgerà nella prossima udienza fissata per il 10 giugno. A questa decisione non si è opposta Giovanna Agnelli, avvocato difensore di Tizzani.

Quello stesso giorno verrà risentito anche il figlio di Tizzani, Mario e la compagna Alessandra Manenti.

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