«Patenti, esami più brevi»
In arrivo i primi rinforzi

Le autoscuole dell’Unasca al ministero: «Si taglino i tempi per fare più prove». Nelle prossime settimane a Bergamo tre esaminatori.

«Ripartiamo da Bergamo» è il titolo del convegno nazionale di Unasca (Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica) organizzato nella mattinata di ieri al Winter Garden Hotel di Grassobbio. Un convegno nel quale il segretario di Unasca Emilio Patella ha proposto alcune soluzioni per provare a uscire dalla crisi, in particolare per la mancanza di personale nelle motorizzazioni. In platea anche il direttore generale territoriale del Nord-Ovest della Motorizzazione civile, Giorgio Callegari, che a margine del convegno ha annunciato: «Stiamo lavorando per ottenere del personale dalle graduatorie già espletate di alcuni comuni e finiremo il 2020 con 16 esaminatori in più nella direzione Nord-Ovest (Lombardia, Liguria e Piemonte) rispetto al 2019. Nella Bergamasca, nelle prossime settimane – ha anticipato – dovrebbero arrivare tre esaminatori».

La proposta: esami più corti

«Abbiamo scelto Bergamo per questo convegno – ha evidenziato il segretario nazionale Emilio Patella – proprio perché è stata la città più colpita dal Covid-19 e l’idea è quella di ripartire dopo l’emergenza non solo per tappare i buchi creati dall’emergenza, ma per risolvere in modo definitivo i problemi».

«È importante partire da qui – ha sottolineato il presidente Unasca, Antonio Datri –: dobbiamo dare questo segnale».

Il sondaggio

Durante il convegno è stato presentato un sondaggio di Unasca tra gli operatori del settore: l’88,2% dei 2.012 che hanno risposto hanno dichiarato che gli esami per la patente non devono restare una competenza esclusiva del ministero dei Trasporti. «La nostra idea – ha aggiunto Patella – è quella di mettere la figura dell’esaminatore al centro. Bisogna assumere persone che svolgano questo ruolo, oppure prevedere che ci siano dei privati o degli esterni, anche di altre amministrazioni, che possano svolgere questa funzione».

Bergamo e Brescia sono state le prime città a riprendere già il 3 giugno sia con gli esami pratici che teorici, mentre altre città hanno ricominciato solo da qualche settimana. «Le nostre proposte per risolvere la situazione emergenziale – ha proseguito Patella – riguardano la riduzione dei tempi d’esame fino al 31 dicembre, con la durata delle guide da 40 a 25 minuti e la teoria da 40 a 20 quiz. Questo per farne di più e mobilitare personale da altre province su quelle che hanno maggiori carenze. Ma, contemporaneamente, servono interventi strutturali».

Antonio Fallarino, segretario Unasca della provincia di Bergamo, chiedendo un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid-19, ha specificato che «oggi a Bergamo per conseguire la patente ci vogliono 8-9 mesi. Prima della pandemia c’era stato un intervento dalla direzione generale che aveva cercato soluzioni con esaminatori esterni, ma con il Covid si è tutto bloccato. Speriamo che vengano attivate il prima possibile nuove politiche per risolvere la carenza di personale». Bergamo ha fatto registrare un trend positivo del 7 per cento in più di esami nel mese di giugno rispetto al giugno 2019. Ma occorre accelerare per recuperare l’arretrato: «Ai primi di luglio – ha ricordato il direttore Giorgio Callegari – abbiamo concordato che nel mese di agosto gli uffici chiuderanno al pubblico in modo che tutto il personale possa essere utilizzato per fare gli esami e, con l’eccezione di Ferragosto, faremo esami tutti i giorni». Al convegno – moderato dal giornalista de L’Eco di Bergamo Fabio Conti – insieme al capo dipartimento del ministero dei Trasporti, Speranzina De Matteo, e il direttore generale della Motorizzazione, Alessandro Calchetti, erano presenti la senatrice della Lega Simona Pergreffi, l’onorevole del M5S Guia Termini (entrambe fanno parte della commissione trasporti), la senatrice di Forza Italia Alessandra Gallone e la deputata del Pd Elena Carnevali.

«Soluzioni subito»

«Le soluzioni immediate da mettere in campo – ha detto Pergreffi – sono la riduzione dei minuti degli esami e le revisioni esterne dei mezzi pesanti. Poi le assunzioni, che in alcune zone sono sovrastimate e in altre meno. Bisogna anche pensare alla trasformazione da addetto a assistente, per i lavoratori che hanno già superato la prova, emendamento che portiamo avanti da tempo».

Secondo Pergreffi «lo smart working per certi lavori non si può pensare: negli uffici pubblici abbiamo bisogno di persone agli sportelli, con le giuste protezioni. In generale, oltre a un progetto nell’immediata emergenza, serve un percorso più strutturale». Guia Termini, rivolgendosi ai rappresentanti delle autoscuole, ha sottolineato che «nella risoluzione che abbiamo approvato all’unanimità e alla quale il governo si è impegnato a rispondere entro settembre, abbiamo recepito in gran parte le vostre proposte. Qui il problema degli esami arretrati era già notevole e adesso si è aggravato, quindi molti punti della risoluzione sono focalizzati su questo aspetto. Sono proposte condivise e su alcuni punti si può lavorare: so che qualcuno non ha preso bene la proposta di creare l’albo nazionale dando la possibilità agli esaminatori in pensione di potersi iscrivere, ma l’obiettivo era quello di farli rientrare per un periodo limitato, per permettere a chi sta aspettando di conseguire la patente di poterlo fare nel più breve tempo possibile».

Per Elena Carnevali «è importante ripartire da Bergamo perché non abbiamo solo il dovere della memoria ma anche di fare in modo che una ripartenza sia dovuta ai territori che hanno pagato il prezzo più alto». Alessandra Gallone ha evidenziato che «il sistema dei trasporti è stato determinante per la nostra sopravvivenza durante l’emergenza. In vent’anni non è cambiato nulla e ora bisogna trovare soluzioni e farlo tutti insieme»

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