Pronto soccorso e letti di terapia intensiva
Ora al lavoro per l’ospedale da campo

Medici e infermieri alla fine sono stati trovati, dunque l’ospedale da campo dell’Associazione nazionale alpini alla Fiera di Bergamo si farà. Dopo il momentaneo stop imposto dalla Regione mercoledì pomeriggio,giovedì è stata la stessa Giunta regionale a confermare che il progetto andrà in porto.

In mattinata il governatore Attilio Fontana ne dava notizia, ribadita nel pomeriggio dagli assessori al Welfare Giulio Gallera e alla Protezione Civile Pietro Foroni. «Non c’è alcun ripensamento sulla realizzazione dell’ospedale da campo di Bergamo che per noi rimane una delle priorità - ha spiegato Gallera -. È stata la prudenza a portarci a chiedere un differimento di qualche ora dell’attivazione. Non siamo persone da annunci, che lanciano proposte per poi dire: ci penseremo, staremo a vedere...».

Il nodo era il reperimento del personale sanitario, perché per far funzionare l’ospedale da campo servono «medici, infermieri e operatori aggiuntivi, che non possono essere sottratti dalle corsie e dagli altri reparti», ha sottolineato Gallera. «Senza medici era inutile costruire una cattedrale nel deserto», ha chiosato Fontana. Il nodo s’è sciolto solo ieri mattina. Vediamo come. Intanto, nel summit con la delegazione della Croce Rossa cinese, capeggiata dal vice presidente Sun Shuopeng, è stata incassata la rassicurazione che dalla Cina arriverà un contingente di medici e infermieri. Quanti? «Un numero non banale», ha dichiarato Gallera. Quando? Non si sa con precisione, ma - ha garantito l’assessore al Welfare - l’installazione della struttura potrà comunque cominciare perché, se l’arrivo del personale cinese «dovesse tardare», potrà essere impiegato quello dell’Areu e quello «che stiamo reclutando». Gallera fa riferimento ai curricula giunti dopo l’appello lanciato dalla Regione per arruolare specializzandi e medici da poco in pensione. Appello che, gioisce il leader leghista Matteo Salvini, «ha dato i suoi frutti».

Il ministro Boccia: è necessario

Ma pure il governo s’è mobilitato ottenendo dai presidenti delle Regioni meno colpite dall’emergenza la disponibilità a trasferire personale sanitario. In mattinata s’era sbilanciato anche il ministro delle Autonomie Francesco Boccia, promettendo l’arrivo in Lombardia di 100 medici: «Quella di Bergamo è una struttura necessaria e andrà realizzata». Nel pomeriggio il premier Conte ha rilanciato parlando di 300 medici, sempre destinati alla nostra regione. Anche l’Ana farà la sua parte, mettendo sul piatto 15 infermieri e 10 medici, anch’essi provenienti da altre regioni, che lavoreranno a tempo pieno, ha assicurato Sergio Rizzini, dg della Sanità delle Penne nere.

Il resto del contingente sarà quasi sicuramente costituito da personale sanitario dell’Esercito, come caldeggiato ieri in commissione sanità dal consigliere regionale bergamasco Paolo Franco. «Ho chiesto che fosse potenziata la collaborazione con l’Esercito - spiega - e la Giunta ha accolto la proposta, intraprendendo un serrato dialogo coi vertici militari, dai quali abbiamo ottenuto il benestare per l’arrivo di un numero adeguato di medici e infermieri».

Rispetto al progetto delineatosi dopo il sopralluogo di mercoledì, l’ospedale dell’Ana andrà incontro a qualche sostanziale modifica, pur mantenendo invariata la capienza (dai 200 ai 230 posti). Sarà, ad esempio, potenziata la terapia intensiva, per la quale sono previsti molti più letti dei due originari. E sarà anche attivo un pronto soccorso. Questo vuol dire che da presidio per pazienti post acuti o in via di dimissione, com’era stata concepita, la struttura Ana alzerà decisamente il livello divenendo un ospedale dove trattare anche i malati gravi e le urgenze. Oggi potrebbe arrivare in Fiera già il primo materiale, mentre le «grandi manovre» inizieranno molto presumibilmente la settimana prossima, dopo la riunione di sabato prevista al «Papa Giovanni», cui parteciperanno, oltre al dg Rizzini e al direttore logistico dell’Ana Antonio Tonarelli, i vertici dell’ospedale, quelli della Protezione civile e dell’Areu. «Il più grande ospedale da campo civile d’Europa - come sottolinea orgogliosamente il presidente nazionale Ana Sebastiano Favero - sarà attivato in tempi brevissimi». «Dalle 72 alle 96 ore», calcola l’assessore regionale Foroni.

Partita anche una petizione

«È la prima vera risposta che Bergamo riceve dalle istituzioni nazionali e regionali e quindi fatemi dire grazie», commenta il sindaco Giorgio Gori, che coi colleghi lombardi ha lanciato una campagna per reclutare medici da poco in pensione o di strutture private ([email protected] è la mail). «Chi può venga ad aiutarci», fa appello il consigliere regionale M5S Dario Violi. L’ospedale da campo è «assolutamente necessario» per il Pd bergamasco e «una priorità» per il capogruppo leghista in Regione Roberto Anelli. «Abbiamo notizia di specializzandi di altre regioni che vorrebbero venire a lavorare in Lombardia, ma non gli è consentito per legge: in tempi di guerra non si ragiona come in tempi di pace», polemizza l’associazione Anaao-Assomed dei medici dirigenti lombardi, che invoca «un intervento legislativo e ministeriale». Per sostenere l’ospedale da campo ieri mattina è partita anche una petizione su Change.org. E a questo punto speriamo serva solo da orpello per testimoniare come i cittadini abbiano a cuore il progetto: in serata infatti le firme erano più di 55 mila.

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