Purja record: le 14 vette più alte in 7 mesi
Moro: forza fisica e grande logistica

Impresa record dell’alpinista Nirmal Purja: ha scalato le 14 vette più alte del mondo in 7 mesi. Il commento di Simone Moro.

«Lo conosco bene Nirmal: è un amico, lo stimo e lo rispetto. La sua impresa è una grande cavalcata: da alpinista dico che ha fatto qualcosa di molto difficile e molto costoso, e ha scritto un capitolo importante della collezione degli Ottomila. Per fare quello che ha fatto devi avere un’altissima resistenza alpinistica: si è distinto per forza fisica e per logistica. Sicuramente non è un’impresa avventurosa o esplorativa, non è il mio tipo di alpinismo, ma sono molto ammirato dal suo record e dal suo progetto».

Il bergamasco Simone Moro ha commentato così quanto raggiunto dall’alpinista nepalese Nirmal Purja che è arrivato sulla cima del Monte Shishapangma, a 8.027 metri, martedì mattina 29 ottobre.

Con questa meta Purja, 36 anni, ha annunciando di aver scalato tutte le 14 vette sopra gli 8.000 metri in soli sette mesi e di aver quindi stabilito un nuovo record del mondo. Il precedente, stabilito dall’alpinista sudcoreano Kim Chang-ho nel 2013 era di 7 anni. La differenza è che mentre Kim e l’italiano Reinhold Messner - il primo a compiere l’impresa di scalare tutte le 14 vette sopra gli 8.000 - hanno realizzato la loro impresa spesso per vie nuove e senza l’uso di ossigeno supplementare, Purja ha detto di averlo usato. Nato nel 1983, lo scalatore ha prestato servizio nelle forze speciali britanniche per 10 anni prima di avviare il suo «Possible Project», 14 vette in 7 mesi. Anche Simone Moro detiene il record di maggior numero di ascensioni in prima invernale sugli Ottomila con le scalate delle quattro vette Shisha Pangma nel 2005, Makalu nel 2009, Gasherbrum II nel 2011 e Nanga Parbat nel 2016.

«Si tratta di un alpinismo differente da quello senza ossigeno e senza sherpa e in una piccola squadra, ma resta un’impresa incredibile che vale la pena celebrare e commentare» ha detto Moro che tra l’altro ha accompagnato il collega in una delle tappe di questo progetto: «Lo scorso maggio ero in Nepal come pilota di elicottero e l’ho guidato in un trasferimento per tornare da un campo base. Abbiamo avuto modo di chiacchierare e di mangiare insieme. Conosco molto bene anche alcuni sherpa che lo hanno accompagnato».

E Moro ripete: «La sua iniziativa è molto faticosa e di grande capacità alpinistica. E la logistica dei nostri tempi aiuta tantissimo in queste occasioni. La sua impresa ora stimolerà chi ama fare questo tipo di alpinismo “da collezione”, un fenomeno in grande crescita».

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