Ridurre i tempi della giustizia, al lavoro i giovani laureati

Una task force di giovani laureati per cercare di snellire i tempi della giustizia. Questo il senso del progetto Next Generation UPP in partenza in questi giorni grazie a una serie di bandi per borse di studio e assegni di ricerca promossi dall’Università di Bergamo e da quella di Brescia, per i quali il Ministero della Giustizia ha stanziato un milione di euro (51 a livello nazionale).

Il team di giovani giuristi, ma anche ingegneri gestionali e informatici, in stretto contatto con il tribunale, avrà il compito di studiare la situazione attuale ed elaborare nuovi modelli gestionali e di lavoro che permettano di arrivare al risultato di smaltire l’annoso arretrato di fascicoli, obiettivo tra l’altro fissato a chiare lettere nel Pnrr.

«I nostri laureati - spiega la professoressa Elisabetta Bani, a capo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo e protettrice alla Terza Missione - entreranno in contatto con magistrati e personale giudiziario e con loro collaboreranno a individuare eventuali punti critici e ad elaborare i nuovi modelli gestionali».

L'intervista a Daniela D’Adamo

«L’obiettivo è abbattere l’arretrato e sveltire la Giustizia».

I bandi

«L’obiettivo è abbattere l’arretrato e sveltire la Giustizia» conferma il presidente della Corte d’appello di Brescia, Claudio Castelli. «Con questi bandi l’università si mette al servizio del mondo della Giustizia, per conseguire gli obiettivi del Pnrr, implementando modelli per lo smaltimento dell’arretrato e una Giustizia più veloce», sottolinea Daniela D’Adamo, docente di Diritto Processuale Civile all’Università di Bergamo. I primi bandi sono stati pubblicati (ma altri sono in corso di pubblicazione nei prossimi mesi) sui siti degli atenei di Bergamo e Brescia.

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