Ryanair, addio voli a 10 euro: «Carburanti, costi troppo alti»

L’annuncio. Michael O’Leary, ad della low cost irlandese: «La tariffa media per 5 anni sarà di 50 euro». A Orio l’80% dei voli è operato dalla compagnia.

Addio ai voli internazionali a 1 e 10 euro, che negli ultimi vent’anni hanno fatto la fortuna – mediatica, oltre che economica – di Ryanair e la gioia di milioni di passeggeri europei. Il caro energia e l’aumento dei costi delle materie prime (a partire dai carburanti) hanno spinto anche l’inossidabile Michael O’Leary, amministratore delegato della compagnia low cost irlandese, a decidere per un rincaro dei prezzi dei biglietti. Dalla crisi generata dalla pandemia alle vicissitudini geopolitiche ancora in atto – su tutte la guerra in Ucraina –, il mondo negli ultimi due anni è cambiato, l’inflazione è tornata a correre ed era impensabile che non lo facessero anche i prezzi degli aerei. «Non credo che ci saranno più voli a 10 euro – ha dichiarato O’Leary in un’intervista –. La nostra tariffa media è stata l’anno scorso di 40 euro, andremo verso i 50 nei prossimi cinque anni. Le nostre tariffe promozionali super scontate, quelle a 1 euro, a 0,99 o anche a 9,99, penso che non si vedranno per un certo numero di anni».

Ryanair continuerà comunque ad avere «milioni di posti a 19,99 euro, 24,99 e 29,99», ha assicurato il numero uno dell’azienda. Prezzi comunque ancora inferiori rispetto alle compagnie non low cost, i cui biglietti sono cresciuti ultimamente anche in maniera più considerevole. Qualcuno ricorderà i voli a un centesimo degli anni in cui Ryanair iniziava ad affacciarsi sul mercato italiano. Da tempo però quelle tariffe erano di fatto già sparite; con l’introduzione dei servizi a pagamento (priorità all’imbarco, posto assegnato, trasporto bagagli…), il costo dei biglietti era già aumentato, e non di poco. Ora la congiuntura internazionale ha spinto la compagnia irlandese ad abbandonare ufficialmente le sue tariffe base per provare a rientrare dei costi salatissimi che pesano anche sul settore aereo. E l’iniziativa non riguarderà solo il vettore irlandese, che fin dagli anni Novanta ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo dell’aeroporto di Orio al Serio, di cui opera circa l’80% dei voli; a fine luglio Micheal O’Leary aveva già affrontato questo argomento, sostenendo che anche le altre compagnie low cost dovranno per forza aumentare i prezzi delle proprie tariffe per sopravvivere, a causa della crisi che sta attraversando il settore aereo, dell’inflazione e dell’aumento dei costi di gestione. Secondo O’Leary «è un problema che riguarderà tutte le compagnie, ma soprattutto quelle low cost, che finora avevano potuto risparmiare molto sui costi operativi per offrire tariffe estremamente basse e convenienti».

Ci saranno ripercussioni sul traffico aereo? Presto per dirlo, soprattutto oggi che, nonostante tutto, i movimenti stanno tornando ai livelli pre-pandemia; l’amministratore delegato di Ryanair ha comunque aggiunto che ritiene che le persone, così come hanno imparato a fare negli ultimi 25 anni, continueranno a viaggiare in aereo di frequente, anche se i biglietti più economici spariranno.

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