Sant’Antonio abate in epoca Covid
Niente bancarelle né benedizioni

Le norme anti Covid non consentiranno la benedizione di veicoli e animali. Sì invece alle Messe.

Quest’anno la festa di Sant’Antonio abate, che si tiene domenica 17 gennaio nella chiesa-cappella vescovile dei Santi Marco e Maria in via Locatelli, nota come chiesa di Santa Rita, vedrà l’assenza di una lunga e consolidata tradizione. A causa del protrarsi delle restrizioni anti Covid, non saranno allestite le bancarelle sul Sentierone, molte delle quali vendevano i famosi «biligòcc», le castagne affumicate che caratterizzano la festa del santo, e non saranno benedetti nemmeno veicoli e animali all’esterno della chiesa. Sono invece confermate le Messe.

Sant’Antonio abate, vissuto tra il 251 e il 356 in Egitto, era un eremita del deserto, che abbandonava periodicamente per soccorrere gli infermi e istruire i cristiani nella fede. L’iconografia più diffusa lo ritrae in vesti episcopali su un trono, oppure come eremita mentre medita le Sacre Scritture, o ancora mentre regge nella mano una fiamma, simbolo di sapienza. La più popolare rimane l’immaginetta dove il santo viene raffigurato accanto agli animali da cortile. Il culto al santo eremita venne introdotto a Bergamo nel XIV secolo per impulso dei frati Antoniani che officiavano l’attuale chiesa in via Locatelli, allora inglobata nell’ospedale cittadino, abbattuto negli anni Trenta del Novecento. Anche oggi Sant’Antonio abate viene invocato come protettore dei lavori dei campi, degli animali e contro le malattie contagiose, come l’herpes zoster, popolarmente nota come «fuoco di Sant’Antonio». Un tempo, nel giorno della festa giungevano in questa chiesa persone provenienti anche da località distanti e persino dalla Brianza per far benedire gli animali e il sale. Malgrado il dissolversi della civiltà contadina, la devozione a Sant’Antonio si mantiene vivace. Oggi il santo viene presentato ai devoti come modello per la ricerca di silenzio, preghiera e penitenza.

Questo il programma delle celebrazioni di domenica. Messe alle 8, 10 (solenne, presiede don Pietro Biaggi, parroco di Sant’Alessandro della Croce, parrocchia nei cui confini sorge la chiesa), 11 (presiede monsignor Angelo Bertuletti) e 17. Alle 16 Rosario. In chiesa, sull’altare maggiore, sarà collocata la grande statua settecentesca di Sant’Antonio abate, esposta la prima volta lo scorso anno, riprendendo la tradizione dopo quarant’anni. Non ci sarà quindi quest’anno la consueta benedizione di moto, autoveicoli, animali e sale, con la distribuzione dell’immaginetta del santo.

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