Raccomandate tra Provincia e Prefettura
Rossi e la burocrazia: «Unico iter legale»

Luca Serughetti (Lega): «Questo è il risultato della burocrazia provinciale. Prefettura e Provincia, nonostante siano semplicemente due diverse porte sullo stesso piano, riescono a scriversi tramite il sistema postale con inutili costi e ulteriori lungaggini». La replica del presidente Rossi: «La legge prevede che la forma per far scattare i tempi della possibile conciliazione e in seguito le vie legali siano quelli di una raccomandata, non altri mezzi».

La denuncia arriva da Luca Serughetti, consigliere provinciale della Lega Nord. «È quanto ha ammesso il presidente Rossi, rispondendo all’interpellanza del gruppo Lega Nord sui debiti mai saldati dalla prefettura - continua Serughetti -. Il conto è astronomico e si parla di circa 967.000 euro mai saldati. La soluzione levantina, nonostante se ne parli da quasi 2 anni, è stata inviare finalmente una raccomandata al dirimpettaio abusivo che sta di fronte all’ingresso della presidenza quando sarebbe bastata una pec certificata o una semplice consegna a mano con ricevuta. La raccomandata è riuscita a percorrere 8 km per fare il tour al centro di smistamento di Bergamo e tornare di nuovo in via Tasso per entrare nella porta a fianco di Rossi. Incredibile ma vero».

Quando la burocrazia riesce a trasformare 5 metri in 8 km in 2 anni. Ecco un buon esempio dell'amministrazione Rossi. In...

Pubblicato da Luca Serughetti su Martedì 9 febbraio 2016

«Rossi inoltre ha dichiarato al Consiglio che il contratto di locazione non è mai stato approvato dal Ministero, quindi pare che i 500 mq di appartamento in uso al prefetto, i 2392 mq destinati agli uffici e i 15 posti auto nel parcheggio interrato siano occupati abusivamente da anni. Non male visto che la Provincia paga affitti per altre sedi esterne e poi non ha i soldi per le buche sulle strade» conclude piccato il consigliere.

Sulla questione delle raccomandate tra Provincia e Prefettura, il presidente Rossi è intervenuto anche martedì durante il Consiglio provinciale: «Le raccomandate con ricevuta di ritorno sono l’unico iter previsto dal contratto con la Prefettura. Se non le spedissimo, e non rispettassimo quindi il contratto, la comunicazione sarebbe nulla». E sulla pagina Facebook del presidente si legge: «C’è chi si indigna, chi ne fa una questione di burocrazia, chi pensa di aver trovato la notizia dell’anno. La verità è molto più semplice, che finora si è solo parlato, e noi vogliamo invece fare sul serio e riportare a Bergamo le risorse che ci spettano relativamente agli affitti arretrati da parte dello Stato. Una battaglia di buon senso e di giustizia. Ora, visto che la legge prevede espressamente che la forma per far scattare i tempi della possibile conciliazione e in seguito le vie legali siano quelli di una raccomandata (non altri mezzi), noi abbiamo fatto semplicemente quello che doveva essere fatto».

«In diritto le forme non sono libere – aggiunge –. Occorre, a pena di inefficacia, usare le forme previste dal codice civile. In questo caso è richiesta la raccomandata. Di pec, promesse e impegni verbali è pieno il mondo. E chi fin qui ha pensato di saltare la presunta burocrazia non solo ha fatto perdere tempo ai bergamaschi, ma ha dimostrato che l’unico interesse era quello di andare sui giornali per sparare contro il Prefetto e fare propaganda. A noi non interessano le battaglie contro qualcuno, bensì risolvere i problemi. Per questo, pur capendo che la vicenda possa suscitare qualche perplessità, la vera notizia è che finora si è parlato, e invece ora abbiamo deciso di agire.

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