Sicurezza sul lavoro, 46 nuovi assunti
«A Bergamo solo un tecnico e un medico»

Cgil, Cisl e Uil denunciano: «Nell’accordo firmato con Regione Lombardia alla nostra provincia vengono destinati un tecnico della prevenzione e un medico, su un totale di 46 contratti a tempo indeterminato. Le forze sono insufficienti».

«Bergamo, ancora una volta, fa la parte della Cenerentola nella distribuzione di risorse umane dedicate alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro. Nell’accordo firmato con Regione Lombardia, infatti, alla nostra provincia vengono destinati un tecnico della prevenzione e un medico, su un totale di 46 contratti a tempo indeterminato. È un segnale positivo, ma non sufficiente, dal momento che il fabbisogno per rendere oggettivamente funzionante il servizio Psal è di almeno una decina di tempi indeterminati».

Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Saverio Capuzziello, responsabili di Cgil, Cisl e Uil di Bergamo, non hanno accolto con entusiasmo il programma d’azione seguente al protocollo firmato dalla Giunta regionale con le confederazioni sindacali lombarde. Nei giorni scorsi, infatti, i sindacati lombardi hanno stretto con la Giunta regionale un’intesa per la realizzazione di interventi urgenti a contrasto del fenomeno infortunistico e per la tutela della Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Un accordo importante, soprattutto nel corso di uno degli anni più neri in tema di infortuni e di morti sul lavoro: Bergamo, a fine ottobre, ha già contato 15 infortuni mortali e più di 11.500 infortuni (dato Inail che tiene conto di infortuni in itinere e su strada), dato in linea sostanziale rispetto al già tragico 2018.

In Lombardia (ancora dato Inail), l’aumento di infortuni mortali misurato sul periodo gennaio/ottobre è stato del 3% in più rispetto al 2018 (da 133 a 137), mentre gli infortuni superano i 99.000. «Dal sindacato da tempo si alza la richiesta di monitorare sistematicamente, attraverso l’istituzione di uno specifico Tavolo di lavoro comune, gli interventi finalizzati a rafforzare organizzativamente e funzionalmente i Servizi Psal, ovvero i servizi di Prevenzione e sicurezza dell’Ats, da tempo sotto organico, anche per conseguire un incremento delle attività ispettive nel territorio, anche perché, per il monitoraggio dell’attività di controllo effettuata dalle Ats, è previsto uno specifico obiettivo Lea (Livello essenziale di assistenza) che prevede una copertura delle imprese attive sul territorio almeno del 5%, livello assolutamente insufficiente – secondo i sindacati bergamaschi – a garantire sicurezza».

Ben venga l’accordo, dicono i tre sindacalisti, «anche perché finalmente si iniziano a utilizzare anche le risorse generate dalle sanzioni comminate a aziende che nel 2018 hanno operato non correttamente, e che per la nostra provincia ammontano a 870.000 mila euro. Resta ora da capire di quanto sarà effettivamente colmato il divario tra l’attuale pianta organica dei servizi Ats di prevenzione e sicurezza e quella che effettivamente sarebbe indispensabile perché il lavoro sia svolto compiutamente. Sappiamo che negli ultimi tre anni (2016- 2019) il numero di operatori presenti nella struttura del Psal è calato di 13 unità rispetto agli anni 2010 -2016; che la carenza di coordinatori, di medici e di responsabili di alcuni territori è stata ampiamente segnalata dagli uffici competenti e non basteranno, oltre alle due assunzioni a tempo indeterminato, gli ulteriori cinque tempi determinati (possibili proprio grazie all’importo delle sanzioni) previsti dal programma d’azione regionale a cancellare il gap. Sette unità che andranno a coprire il turn over previsto nel 2019/2020 senza la sostituzione di risorse perse negli anni scorsi. Il mantenimento a livelli accettabili della struttura della prevenzione dell’Ats bergamasca è indispensabile, soprattutto alla luce di un dato che negli ultimi anni costantemente supera i 14.000 infortuni annui (39 al giorno)».

Per il resto, Regione e Cgil, Cisl e Uil Lombardia hanno sancito la necessità di costituire un comune Tavolo di lavoro con la presenza delle Ats per monitorare gli effetti delle azioni avviate e valutare congiuntamente ulteriori ambiti di lavoro comune per rafforzare, si legge nel verbale di intesa, «la prevenzione nei luoghi di lavoro affrontando tematiche quali: le competenze tecnico-scientifiche dei futuri Tecnici della prevenzione, attraverso raccordo con le Università; l’inserimento delle competenze in salute e sicurezza sul lavoro nei curricula scolastici, attraverso la collaborazione con Ufficio scolastico regionale e Imail; il monitoraggio dell’attività di controllo, in particolare quelle esplicate attraverso i Piani mirati di prevenzione, prevedendo la redazione di un report annuale a consuntivo».

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