Tasse, pagarle in ritardo costerà di più
Da gennaio triplicano gli interessi

Dal prossimo primo gennaio passa dallo 0,3 allo 0,8% l’interesse legale da pagare per chi versa le tasse in ritardo. Lo ha deciso il Mef - come anticipato da Il Sole 24Ore - con un decreto a firma Giovanni Tria del 12 dicembre e pubblicato lo scorso 15 dicembre in Gazzetta Ufficiale.

Sarà così ad esempio più caro il ravvedimento per chi non ha versato le tasse sulla casa entro lo scorso 17 dicembre. Ma il conto diventerà più salato anche per i ritardatari della nuova pace fiscale.

La legge prevede infatti che il Ministro dell’economia e delle finanze possa modificare l’interesse da corrispondere «sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno». Così il Mef ha deciso che dopo il rialzo dello scorso anno (dallo 0,1 allo 0,3%) si passi appunto allo 0,8% a partire dal prossimo primo gennaio.

«La misura del saggio degli interessi legali di cui all’art. 1284 del codice civile - si legge nel testo - è fissata allo 0,8 per cento in ragione d’anno, con decorrenza dal 1° gennaio 2019». Quindi i ritardatari continueranno a versare un interesse dello 0,3% per i pagamenti effettuati fino a fine anno. Poi l’aumento. Se ad esempio un contribuente dovesse versare l’Imu in ritardo pagherebbe così lo 0,3% fino al 31 dicembre 2018 e poi lo 0,8%. Stesso discorso vale per le nuove misure legate alla pace fiscale: la «maggiorazione» dello 0,5% si pagherà nei ritardi per la definizione agevolata dei processi verbali di constatazione, per la definizione degli atti del procedimento di accertamento e anche per la chiusura delle liti pendenti.

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