Una montagna di rifiuti alta 40 metri
Scoperta nei fondali del lago d’Iseo

Prima ispezione dei carabinieri subacquei nelle acque di Tavernola con l’ausilio del robot. La mappatura sarà valutata da Prefettura e Comuni.

L’ispezione è partita lunedì 30 settembre, dal Corno di Tavernola. Il comandante provinciale dei Carabinieri di Bergamo Paolo Storoni l’aveva annunciato settimana scorsa in Prefettura: sul Sebino serve monitorare i fondali da vicino, per capire quali e quanti rifiuti inquinano il lago. Quattro uomini del nucleo carabinieri subacquei di Genova sono scesi in acqua, per il primo monitoraggio. Quello volto a indagare il capitolo «residui industriali».

Che sui fondali dell’Iseo ci siano resti di lavorazioni della gomma (e non solo), è cosa nota. Nota non solo ai sub, ma anche agli abitanti del lago, abituati come sono ad aver visto il Sebino trattato troppo spesso come pattumiera. Altri tempi e altre sensibilità, si dirà. Ma tant’è. Quello che gli inquirenti vogliono capire oggi sono le dimensioni di questo «deposito», con tanto di campioni da fare monitorare a tecnici, con ogni probabilità dell’Arpa: per verificare, in primis, se si tratta di materiale pericoloso per la salute o la sicurezza e, in seconda battuta, se conviene rimuovere i rifiuti o se invece – a certe condizioni – ha meno impatto lasciarli lì dove sono. Dunque, al termine dell’ispezione di ieri, i carabinieri hanno accertato la presenza di un cumulo di resti di gomma alto 40 e largo 10 metri, suppergiù. Cumulo che si è incastrato fra due speroni al largo di Tavernola e che quindi sembra non destinato a muoversi.

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