Torna il Festival del Pastoralismo
C’è la pecora «Gigante di Bergamo»

A Bergamo la montagna incontra la città. Anche quest’anno torna il «Festival del Pastoralismo» con un programma ricco di appuntamenti in Città Alta e in Città Bassa per scoprire e riscoprire la tradizione e il mondo della transumanza.

L’iniziativa è nata nel 2014 in un clima di rinnovato interesse per le tradizioni pastorali di un territorio ad economia avanzata ma con una storia legata alle transumanze ovine e bovine, all’industria delle lana e ad una grande tradizione casearia. Una settimana dopo il grande evento caseario del World cheese award e Forme, il Festival del Pastoralismo riprende il tema «Bergamo capitale della transumanza, dei formaggi, del pastoralismo».

Lo fa riproponendo, dopo l’esordio del 2017, la rievocazione della Transumanza dei bergamini, ovvero la sfilata (sabato 26 mattina) di mucche, carri, cavalli lungo lo storico itinerario cittadino (lungo i viali esterni alle mura medievali) percorso per secoli dalle mandrie che, dalla Val Brembana, si dirigevano verso porta Osio e il milanese. Ai bergamini, i mandriani transumanti orobici che per seicento anni hanno fatto i «pendolari» tra le valli e la Bassa pianura lombarda, si deve in gran parte la ricca tradizione casearia di cui le Orobie e Bergamo vanno giustamente fieri. Quella tradizione che vede Bergamo, con ottime credenziali, candidata come «città creativa» Unesco per la gastronomia, grazie ai formaggi delle valli, delle Cheese valley.

Vi è, però, un’altra candidatura Unesco molto importante, che non riguarda solo Bergamo, ma l’Italia e altri paesi alpini e mediterranei: quella della transumanza a «patrimonio immateriale dell’umanità». Bergamo può, anche in questo caso, rivendicare il ruolo di capitale delle transumanze del Nord Italia. Da qui, infatti, i bergamini, con le loro vacche e i loro arnesi da caseificio, si sono diretti per secoli verso il Piemonte, l’Emilia, il Veneto contribuendo non poco allo sviluppo delle attività casearie. Quanto ai pastori bergamasco-camuni, essi si dirigevano d’estate sino nella Svizzera interna, in Tirolo, sulle Alpi Piemontesi (settentrionali e occidentali) e, in inverno, nella pianura padana. Agli altri pastori transumanti quelli bergamasco-camuni hanno trasmesso il gaì come lingua franca segreta della categoria, mentre le loro pecore hanno impresso il «tipo bergamasco» a buona parte delle popolazioni ovine delle Alpi: la Bergamasca era la pecora più grande e la migliore produttrice di lana in termini quantitativi. Così la «Gigante di Bergamo»ha dato vita a razze a lei molto simili (la Biellese piemontese, la Bergschaft tirolese, oltre ad altre razze svizzere) e ha molto influenzato altre razze di tutte le Alpi.

Tutto questo è spiegato nella mostra alla Porta Sant’Agostino (dal 26 ottobre al 17 novembre, week-end e festivi) . Articolata in tre sezioni: I disegni e alcuni dipinti a tema pastorale di Giacomo Piccinini (noto pittore del Novecento bergamasco); una esposizione di fotografie di Mauro Scattolini, che anticipa con una serie di scatti l’assiduo lavoro svolto a contatto di due giovani pastori altoseriani; la mostra («la Bergamasca e le altre») sulle razze di pecore delle Alpi con esposti prodotti ottenuti con la loro lana e oggetti pastorali.

Non poteva mancare, in un contesto di omaggio alla Bergamasca, la Transumanza delle Mura e dei colli , sfilata giunta alla VI edizione (domenica 27 ottobre).

L’attualità del sistema di allevamento transumante della pecora Bergamasca, specie sotto il profilo ambientale, sarà affrontato in un incontro il 16 novembre di presentazione del progetto «Natura vagante» Cariplo. Nello stesso giorno si parlerà di lana e di come affrontare i nodi che ne impediscono la valorizzazione.

Nel corso del Festival saranno presentati tre libri a tema: «Pastorizia nelle Alpi» di M. Berruti e G. Maculotti, «Transumanza tra storia e presente», a cura di M. Corti; «Giuseppe Facchinetti e il gaì» di G. Goldaniga e E. Gamba. Una vera full immersion per gli appassionati e per chi vuole lasciarsi incuriosire e coinvolgere dal fascino del pastoralismo e della transumanza.

Non solo storia e cultura. Il Festival prevede anche un appuntamento tecnico (2 novembre a Valmarina al Parco dei colli) dedicato a coloro che sono interessati a riprendere, nelle valli bergamasche, la produzione di latte di pecora. In quella occasione vi sarà una esposizione di pecore delle diverse razze da latte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA