Zandobbio, trovata morta in municipio
Prevale l’ipotesi di un tragico incidente

Il corpo di Bruna Calegari scoperto giovedì 31 ottobre. Fondamentale l’autopsia, fissata per martedì 5 novembre. Il fascicolo d’indagine è comunque per omicidio. Gli inquirenti ipotizzano che sia caduta dalla scaletta per un malore e si sia infilzata con le forbici.

È tutto concentrato nelle tre ferite da forbici – una profonda, le altre due più superficiali – trovate tra il collo e il torace, il giallo della morte di Bruna Calegari, l’impiegata di 59 anni trovata senza vita sul pavimento dell’ufficio tecnico del municipio di Zandobbio, dove lavorava da vent’anni, nel primo pomeriggio di giovedì 31 ottobre. Come ha fatto la donna a procurarsele?

I carabinieri di Bergamo – pur mantenendo aperte tutte le ipotesi in vista dell’autopsia di martedì 5 novembre all’ospedale «Papa Giovanni», e considerato il fatto che il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio, in modo da poter indagare a 360 gradi – sembrerebbero più propensi verso l’ipotesi dell’incidente, benché dalla dinamica inequivocabilmente strana. Bruna Calegari sarebbe caduta, con maggiore probabilità per un malore che le avrebbe fatto perdere i sensi (infatti i colleghi degli altri uffici non hanno sentito alcun suo grido, compatibile con una caduta «cosciente»), dalla scaletta che stava utilizzando – è la ricostruzione dei fatti – per raggiungere alcuni faldoni su uno scaffale. Quando è caduta, l’impiegata aveva probabilmente in mano il paio di grosse forbici, forse in parte già aperte – si ipotizza – per tagliare il legaccio di un faldone. Cadendo, le forbici si sarebbero completamente aperte e l’avrebbero attinta al torace e al collo.

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