Teatro, arriva al Donizetti
«Dona Flor e i suoi due mariti»

Giro di boa per la stagione di prosa del teatro Donizetti, che da martedì 8 marzo vede in scena «Dona Flor e i suoi due mariti», liberamente tratto dal romanzo di Jorge Amado. Titolo noto grazie alla trasposizione televisiva con Sonia Braga.

Giro di boa per la stagione di prosa del teatro Donizetti, che da martedì 8 marzo vede in scena «Dona Flor e i suoi due mariti», liberamente tratto dal romanzo di Jorge Amado. Un titolo noto al grande pubblico grazie alla trasposizione televisiva che ebbe per interprete del ruolo della protagonista Sonia Braga.


Dall'8 al 13 marzo 2011
DONA FLOR E I SUOI DUE MARITI
liberamente tratto dal romanzo di Jorge Amado
regia e drammaturgia Emanuela Giordano
musiche originali eseguite dal vivo dalla Bubbez Orchestra
impianto scenico Andrea N. Cecchini
installazioni visive Claudio Garofalo
coreografie Juan Diego Puerta
luci Michelangelo Vitullo
con Caterina Murino, Paolo Calabresi e Daniele Liotti
e con Simonetta Cartia, Claudia Gusmano, Serena Mattace Raso e Laura Rovetti
produzione Compagnia Enfi Teatro

La trama
Dona Flor, come molti sanno, è una dolce e pudica creatura bahiana che convola in prime nozze con un adorabile mascalzone, giocatore e sciupafemmine. Alla morte del primo marito, dopo un anno di sofferta vedovanza, si risposa con un affettuoso, devoto e morigerato farmacista. Dona Flor scopre, nell'incanto di un luogo dove l'impossibile si palesa e si colora, che il desiderio può compiere prodigi inaspettati. Grande maestra di cucina, Dona Flor, natura onesta e schiva, scopre che il suo appetito d'amore non si può saziare con un solo marito, ce ne vogliono due.

Per un idillio perfetto occorre mettere insieme il meglio di entrambi: onestà e premure da una parte, fantasia ed erotismo dall'altra, o, come suggerirebbe James Hillman, l'animo saturnino e quello mercuriale. Lo spiritello vivace del primo amore si intrufolerà nel letto del secondo legittimo marito, regalando a Dona Flor l'illusione di una pienezza altrimenti irraggiungibile. Il capolavoro di Amado sprigiona incandescente ilarità e poesia visionaria. Non è traducibile per intero sulla scena, tanti sono i personaggi che si affollano nelle case, per i vicoli del Pelorinho, quartiere popolare di Bahia, dove la vita si consuma tra la gente.

«La nostra trasposizione teatrale, fedele, crediamo, allo spirito dell'autore - racconta la regista Emanuela Giordano - immagina un luogo che abbiamo nella memoria. Bahia, che ho conosciuto e amato enormemente, resta Bahia ma diventa anche una Genova, una Napoli, o una Palermo dei primissimi anni Sessanta. Una città di mare, solare e segreta al tempo stesso, dove il quartiere è ancora teatro della vita. Morti, matrimoni, amori e tradimenti riguardano tutti, con una morbosa, affettuosa, indecente partecipazione di cui ora sentiamo, forse, la mancanza».


Le recite al Donizetti:
da martedì 8 marzo a sabato 12 marzo alle ore 20.30;
domenica 13 marzo alle ore 15.30.

Costo dei biglietti
da euro 11.00 a euro 30.80
comprensivo di diritto di prevendita
pari al 10% sul costo del biglietto.

Per informazioni sugli spettacoli
tel 035.4160678
da lunedì a venerdì 9.00-12.00 e 15.00-17.00
www.teatrodonizetti.it

NOTE MUSICALI

La musica composta per questa inedita versione teatrale di Dona Flor e i suoi due mariti nasce da una consolidata collaborazione artistica tra Massimo De Lorenzi, Ermanno Dodaro, Giovanna Famulari ed Emanuela Giordano. Alla sesta esperienza in comune con Giovanna Famulari, alla quarta con la formazione Bubbez orchestra, gusti e sensibilità comuni hanno dato vita ad una narrazione musicale non di genere, non folklorica, costruita, evocata, e non esageriamo a dire “desiderata” con il piacere di lavorare insieme, di fare musica e teatro con gioia, senza condizionamenti.

La musica di Flor è nata in un laboratorio aperto ai richiami, alle sollecitazioni, agli scherzi che note e parole, musica e drammaturgia possono scoprire insieme e reciprocamente regalarsi. Ecco perché ci sentiamo di parlare, con tutta la modestia necessaria, ma anche con tutto l'entusiasmo che ci accomuna, di un piccolo esperimento di drammaturgia musicale e/o di musicalità della drammaturgia.

Le melodie sposano le seduzioni e il divertimento provocati dal racconto e viceversa. Il resto è lasciato alla suggestione del pubblico, alla magia di un momento, alla meravigliosa mutevolezza di un'emozione che soltanto la musica eseguita dal vivo (in stretta simbiosi con attori e cantanti) può regalarci, perché è quel piccolo spiraglio di imprevedibilità che ci lascia ogni sera la freschezza di una prima volta.

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