Ecco Palma il Vecchio, ecco Expo Bergamo
Moderno e antico si mixano in Gamec

Il moderno si fonde con l’antico. In una giornata di sole che rende questa mostra ancora più bella da scoprire. Perchè entrare alla Gamec, in questo giovedì di anteprima di «Palma il Vecchio - Lo sguardo della bellezza», dona questa sensazione: un connubio di forze e di intenti, con tutto il territorio sceso in campo per dare il via, attraverso le opere dell’artista di Serina, all’Expo bergamasco.

La mostra, la prima monografica dedicata a Palma il Vecchio, apre ufficialmente venerdì 13 marzo (fino al 21 giugno): a cura di Giovanni Villa, l’esposizione nasce dalla volontà della Fondazione del Credito Bergamasco e della società Comunicamente, con la promozione del Comune di Bergamo, di raccogliere nella Galleria di arte moderna di Bergamo oltre trenta capolavori dell’artista, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali: dalla National Gallery di Londra all’Ermitage di San Pietroburgo fino al Louvre di Parigi. Si tratta della prima antologica realizzata sull’autore.

CHI C’ERA
A dare il via alla prima presentazione ufficiale della mostra le istituzioni locali: dal sindaco Gori all’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti, dall’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte, insieme ad Angelo Piazzoli, anima della Fondazione del Credito Bergamasco e alle rappresentanti di Comunicamente, con tanto di commozione dell’amministratore delegato Giulia Fortunato, a cui è scappata una lacrima, ripensando al «lavoro del suo staff» in questi ultimi mesi. E poi l’Università di Bergamo, con il prorettore Remo Morzenti Pellegrini e i rappresentanti di Sacbo, società dell’aeroporto, e del territorio locale.

«QUESTA MOSTRA RACCONTA IL TERRITORIO E LO PROMUOVE»
Con un messaggio condiviso dalle varie rappresentanze istituzionali, ben riassunto nel discorso del sindaco Giorgio Gori: «In questa mostra si raccontano la città e il territorio: dentro Palma il Vecchio ci sono la società locale, la sua economia, le eccellenze di ieri e di oggi. In questa esposizione ci sono tutti gli elementi salienti di una Bergamo vitale che è stata così raccontata». In ottica Expo: «Per la città inizia un periodo di grandi momenti di cultura, divulgazione e anche divertimento. In anticipo iniziamo il calendario di Expo».

VILLA, RELATORE D’ECCELLENZA
L’esposizione è organizzata attraverso un percorso piacevole e ben strutturato. Pannelli informativi in inglese e italiano che raccontano la storia e il territorio, l’economia e la politica ai tempi di Palma. Lungo i corridoi non mancano frasi celebri di storici dell’epoca che raccontano l’artista sotto diversi punti di vista: l’uso del colore, la sua tecnica pittorica, la sua espressività. La mostra parte però da due abiti: si tratta di due vesti che ricostruiscono e mettono in risalto uno degli aspetti più evidenti di Palma, ossia la sua capacità di raccontare la moda dei tempi, «all’italiana», con un dettaglio minuzioso nello studio dei tessuti, delle lavorazioni, del colore.
Si parte così dalla sala didattica, che sarà usata con i ragazzi delle scuole per laboratori mirati, per poi iniziare ufficialmente la mostra: in tutto 12 sale che Giovanni Villa ha spiegato in maniera appassionata e vivace. Sale dove le luci giocano un ruolo cruciale: nella penombra, solo le opere sono illuminate, con un effetto d’intensità e suggestione. L’atmosfera è accogliente, anche grazie agli allestimenti ideati dall’azienda bergamasca Martinelli Ginetto che si è occupata di realizzare tutti i pannelli dove le opere sono posizionate, con tessuti diversi sui toni del grigio, dal panno (Serina, paese di palma era paese di «pannaioli») alla seta. Addirittura in alcuni casi è stata ricostruita la pavimentazione originaria dove la pala o il polittico erano posizionati, per rendere maggiormente l’idea dell’opera nel suo spazio.

LE SALE
Sala dopo sala, Palma il Vecchio viene raccontato e sviluppato nelle sue caratteristiche salienti: «Un artista aperto alla modernità - spiega Villa, che si muove fluido da un’opera all’altra -., un autore che ha creato un modello di pittura europea». I temi che ricorrono opera dopo opera sono quelli legati alla capacità di Palma di «rinnovare e rigenerare i soggetti della tradizione pittorica del Cinquecento», l’uso del colore, «vivace e intenso», dei «trascoloramenti cromatici» e «del gioco delle luci che Palma ha saputo metetre in atto ammaliando il mondo di Venezia di allora»; «la sua capacità di rivoluzionare gli spazi, con una presa sentimentale degli spazi stessi».

E ancora: «Una capacità di scompigliare gli spazi, nei quali i paesaggi di allargano». E poi la natura che torna alla ribalta, il ruolo del ritratto di donna, l’attenzione dell’artista a narrare con dettagli minuziosi quella moda «all’italiana» che stava predominando sullo stile spagnolo e facendo innamorare tutta l’Europa.

ALLA SCOPERTA DEL RESTAURO
La mostra vuole anche raccontare l’opera fattiva del territorio nel recupero e restauro di diverse opere di Palma Il Vecchio. Dal Polittico di Serina a una vera e propria ricostruzione di come una pala nasce e si trasforma in opera, restauro compreso: una sala è infatti dedicata a una spiegazione fattiva della tecnica, prendendo spunto dalla Santa Apollonia di Palma.

«LA RIVOLUZIONE DI PALMA»
«Palma il Vecchio seppe rivoluzionare gli spazi, con la capacità di anticipare , di influenzare e impattare sui secoli successivi» commenta ancora Villa, che conclude il suo percorso tra le opere nell’ultima sala: qui il Polittico di Santa Barbara è il tocco finale di questa esposizione. Una sala diversa da tutte le altre, divisa da un telo in rete: da una parte un video conduce lo spettatore dentro la Chiesa della Purificazione di Maria, a Venezia, per mostrare dove effettivamente il Polittico è posizionato, donando una valenza artistica e religiosa dell’opera; dall’altra le tavole sono suddivise, «destrutturate», e quindi analizzate nelle singole specificità.

FUORI A TUTTO COLORE
Due piani, 12 sale e una suggestione che si dipana anche fuori dalla Gamec, nel suo cortile dove il colore predomina e fa da trait d’union tra l’antico e il moderno. Una visione contemporanea e avvolgente quella dei Maestri del Paesaggio che hanno allestito gli spazi con una presentazione botanica e cromatica. Un’interpretazione all’insegna del giallo ocra, del fucsia e del blu, acceso e intenso.

Questo tra maxi pannelli che riprendono i volti dipinti e raccontati da Palma e la struttura moderna (e bianca) che gestirà in questi mesi di mostra lo storico bar del Tasso di Città Alta, con spazi esterni, divanetti, un’area conviviale e contemporanea che racconta un’esposizione che vuole richiamare anche le giovani generazioni, avvicinandole a questo appuntamento così importante per la città.

LA CURIOSITA’
E sempre restando sul tema del colore, impossibile non fare un ultimo accenno alla fantasia e all’estro, ancora una volta, del curatore Villa: suo il look più «artistico» con giacca e panciotti damascati sui toni del grigio e dell’ocra. Cravatta in tinta, immancabile la calza a righe e, tocco finale, la stringa della scarpa verde. A lui è tutto permesso.

E NEL BOOK (E NON SOLO) SHOP...
E come tutte le mostre di questo calibro, allestito anche lo spazio boutique tra quaderni, calendari, poster e matite all’insegna di Palma. il Catalogo non manca, belle le due shopping bag che sono state realizzate, oltre ai prodotti made in Bergamo che si possono scovare: i gioielli di Rizzi, i bijoux di Creatò e gli accessori di Luri. E anche qui c’è un pezzo del territorio.

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