La chiesa del nuovo Ospedale
firmata dal francese Zublena

C’è un senso di pace, un’idea di armonia. La chiesa è bianca come la neve, luminosa, spaziosa. Si trova accanto all’ingresso dell’ospedale Papa Giovanni a Bergamo, un parallelepipedo rettangolo, una scatola circondata da fitta serie di linee bianche, come finissime colonne.

C’è un senso di pace, un’idea di armonia. La chiesa è bianca come la neve, luminosa, spaziosa. Si trova accanto all’ingresso dell’ospedale Papa Giovanni a Bergamo, un parallelepipedo rettangolo, una scatola circondata da fitta serie di linee bianche, come finissime colonne. Un effetto gradevole, che incuriosisce.

È la chiesa dedicata a San Papa Giovanni XXIII, la chiesa voluta dalla diocesi, costruita anche con il contributo della Cei, la Conferenza episcopale italiana, e della Fondazione Banca Popolare di Bergamo. Voluta dalla Diocesi per ricordare l’evento della canonizzazione del nostro Papa, il segno di un momento decisivo per la Chiesa bergamasca e non soltanto. Uno dei segni scelti dalla nostra Chiesa, ma gli altri sono di tipo caritativo.

La chiesa è un monumento, qualche cosa il cui destino è quello di restare, nel tempo.

Una chiesa bianca, sobria. Una chiesa contemporanea che ricorda per certi aspetti di semplicità e linearità quella del Botta a Seriate (pure dedicata a Papa Giovanni) e quella di Loreto, disegnata da Vittorio Gregotti. La chiesa del nuovo ospedale è stata progettata da Aymerich Zublena, architetto francese, in collaborazione con lo studio bergamasco di Pippo e Ferdinando Traversi. L’interno del tempio conferma la sensazione provata all’esterno, sensazione di luce e leggerezza. L’arredamento appare minimale, con quei banchi di legno chiaro, come il parquet del pavimento. Questo legno chiaro contribuisce a trasmettere un senso di accoglienza, un senso domestico. Casa della Chiesa.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 24 maggio 2014

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