Le banche, Sindona, un delitto
Ambrosoli raccontato dal figlio

Un «eroe borghese»: il nome dell’avvocato Giorgio Ambrosoli è ancora saldamente legato al titolo del film, che, nel ’95, ne rievocò la tragedia. Il figlio Umberto è noto soprattutto perché si è candidato, alle scorse edizioni regionali, alla guida della Lombardia.

Un «eroe borghese»: il nome dell’avvocato Giorgio Ambrosoli è ancora saldamente legato al titolo del film, che, nel ’95, ne rievocò la tragedia. Il figlio Umberto è noto soprattutto perché si è candidato, alle scorse edizioni regionali, alla guida della Lombardia.

Ma è anche autore di una biografia del padre, «Qualunque cosa succeda» (Sironi, 2009), di cui, tra l’altro, parlerà oggi, dalle ore 21, a Treviglio, Auditorium del Centro Civico, Largo Marinai d’Italia, invitato dall’Associazione Malala. Il titolo del libro riprende un passaggio, illuminante, di una lettera scritta da Giorgio Ambrosoli alla moglie Anna, quando da poco investito del mandato di liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele Sindona: «Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto».

Nel 1974, Giorgio Ambrosoli viene nominato da Banca d’Italia commissario unico liquidatore dell’istituto di credito di proprietà del bancarottiere siciliano. Nonostante le continue pressioni, intimidazioni, minacce, l’avvocato milanese prosegue, limpidamente e indefessamente, il suo lavoro di indagine, contribuendo a portare a galla una rete fittissima di illeciti finanziari, perdite, ammanchi, appoggi politici. L’11 luglio 1979, Giorgio Ambrosoli viene assassinato, davanti a casa sua, da un «picciotto» inviato dalla mafia. Mandante riconosciuto, Michele Sindona.

«Ripercorrendo quelle vicende», spiega Elio Massimino, presidente Malala, «sarà possibile fare un confronto tra l’Italia di allora e quella di oggi», parimenti assediata da mafie, corruzione e scandali che gettano ombra sulla classe politica. Ma il libro, che l’autore vuole scritto per ricordare ai suoi figli la figura del nonno, «si rivolge anche e soprattutto ai giovani, idealmente tutti nipoti di Giorgio Ambrosoli, per aiutarli a orientarsi nella conoscenza della realtà e nella scelta dei valori su cui costruire la propria vita».

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