Sgarbi: Leonardo? Omosessuale
Mona Lisa? Sguardo da prostituta

Vittorio Sgarbi è sempre lui: vulcanico, travolgente, colto, dissacratore e - secondo taluni spettatori - anche volgare. Il suo, mercoledì 21 luglio al Festival Internazionale del Cinema d'Arte di Bergamo, è stato il consueto show. Del resto Sgarbi, invitato d'onore dalla sesta giornata del Festival, è così: prendere o lasciare. Ma naturalmente sul piano mediatico è sempre un grande colpo.

Sgarbi di cinema non ha detto proprio nulla, ma - intervistato da Luca Cavadini - ha dato prova della sua personalità spiccata, e della profonda conoscenza del mondo dell'arte e della cultura: ha impartito lezioni sul concetto di modernità e contemporaneità nell'arte che rappresenta la prossima sfida che affronterà come Commissario di un padiglione della Biennale di Venezia: «contemporaneo non sono solo gli ultimi 30 anni, un'opera ha il tempo di durata della sua vita, dunque tutta l'arte vive ed è contemporanea allo spettatore. L'artista pur morto vive nella sua opera, quindi sono tutti contemporanei. Nella mia biennale ci sarà Lotto».

Poi le domande sono state rivolte a Caravaggio, definito dal critico come una rockstar per l'interesse che sta suscitando nei critici d'arte di tutto il mondo. «Titolare l'aeroporto di Malpensa a Caravaggio? Sarebbe una scelta importante, l'Italia dovrebbe essere riconosciuta per la bellezza dell'arte. Mi piacerebbe fare una mostra "Gli occhi di Caravaggio", per esporre i suoi quadri di riferimento nel periodo giovanile della formazione artistica».

In redazione ci è giunta una lettera di protesta per i toni volgari usati da Sgarbi e in cui si segnala che, per il dilungarsi dell'intervento del critico d'arte, più della metà dei corti in programma non sarebbero stati proiettati per mancanza di tempo. Ma l'organizzazione ha smentito sottolineando che tutti i corti sono stati proiettati e che ne è stato sostituito uno per problemi tecnici.

A proposito dei toni ritenuti da taluni volgari, la questione va letta fin dall'inizio, quando una persona del pubblico ha volontariamente aprostofato il critico dandogli del pagliaccio. Una provocazione alla quale Sgarbi non ha resistito e ha risposto a suo modo. Ricordando anche che l'arte è trasgressione, ha sottolineato le performance di Duchamp o di Manzoni o di quell'artista belga che ha esposto alla Biennale una vettura che spara escrementi. Un leit motiv - quello della «m....» che ha evidentemente infastidito alcuni del pubblico anche se l'intento non pare fosse quello di scadere nella volgarità. Più pesanti le battute su Leonardo da Vinci omosessuale e Mona Lisa secondo cui Sgarbi ha uno sguardo da prostituta.

La serata - quella incentrata sul Festival - è continuata con la proiezione di film in concorso. Il primo è un film d'animazione, «Slaughtered» di Marko Djeska, la storia di un maiale che sogna la sua macellazione e vive nella paura che i due macellai onirici riescano a realizzare quello che è diventato il suo incubo.

Di seguito un altro film croato «Mobitel mania» di Darko Vidackovic, che analizza surrealmente il rapporto tra una adolescente e il suo cellulare, la cosa più bella nella sua vita. È stata poi la volta di «Matar es mi destino» di Giovanni Massa, un film che narra la storia di un film, l'ultima opera del regista palermitano Pino Mercanti; questo documentario è una riflessione sul tema della memoria, collettiva e personale.

A seguire è stato proiettato il film «Amelia» di Chiara Idrusa Scrimieri, che testimonia la vita di Amelia, una signora di 94 anni, ironica e fantasiosa, che quasi sempre seduta al tavolo dela sua cucina, passa il tempo o aspetta che il tempo passi, proiettandosi all'esterno di quei pochi metri quadrati con la forza e l'energia dell'immaginazione.

«Elettroshock» è l'ultimo di una serie di rielaborazioni audiovisive di opere pittoriche di Elisabetta Muller: in questo corto la regista si introduce nel mondo di Francis Bacon, mettendolo in attrito con la musica per percussioni: si è ricostruito un ipotetico studio-stanza-cella, all'interno del quale i personaggi baconiani, intrappolati, senza via d'uscita, sono sottoposti a una serie ininterrotta di scariche elettriche.

È stata poi la volta di «Sweet Blood», di Juliàn Lara, una storia di una vampira che assume un moderno cacciatore di vampiri che soddisferà il suo ultimo desiderio, ma l'ìntegrità e la professionalità di questo killer di vampiri, saranno messe a dura prova.

Nel centenario del Futurismo, «Officina Russolo» di Guglielmo Manenti è un'animazione ispirata e dedicata a Luigi Russolo, uno dei fondatori del futurismo, inventore di stralunte macchine sonore, i cosidetti «Intonarumori», che cercano di riprodurre i suoni-rumori della realtà.

Il cortometraggio proiettato di seguito è stato «Indelebile» di Pasquale Perna, un corto del genere «instant movie», cioè che riproduce fedelmente un fatto di cronaca realmente accaduto, mostrandolo crudo e nudo. Il fatto in questione è un evento accaduto a una coppia di fidanzati nel gennaio 2009, e lo osserva dal punto di vista di chi non ha subito la violenza, ma di chi deve assistere impotente.

È stata volta di una coproduzione Norvegia-Spagna, «Motholic Mobble Part 1 di Kaia Hugin: il «mobile mothodic» può essere descritto come il movimento tra lo spazio in cui siamo in grado di vedere e lo spazio che non siamo in grado di raggiungere, in un appartemento buio e angusto viene rappresentato un inaspettato movimento del corpo umano.

Prossimo appuntamento di grande interesse e suggestione, venerdì 23 luglio ore 21, sempre in Piazza Mascheroni, sarà «Note di cinema-le colonne sonore», che porrà un accento particolare sul ruolo che le colonne sonore rivestono nella produzione di un film. Interverranno i Maestri Franco De Gemini (l'indimenticabile armonica di «C'era una volta il west») e Giorgio Gaslini (al quale si deve, ad esempio, la colonna sonora di «La notte» di Antonioni), che regaleranno al pubblico momenti di magia esibendosi ai loro strumenti d'elezione.

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