Storie di rinascita per
ripartire dopo il dramma

La pandemia ha prodotto una sorta di trauma collettivo, più aspro per i molti che hanno subito dei lutti, ma forte, in mille modi diversi, anche per gli altri. Come ripartire e rinascere? Qualche spunto - e conforto - si può trovare nell’ up-lit, il ricco filone della «letteratura che risolleva».

«Ci si libera a poco a poco delle proprie pelli - racconta Antoine Leiris in “Noi due” (Corbaccio) - si cambia incessantemente». Antoine ha perso la moglie Helene negli attentati del 13 novembre 2015 al Bataclan, a Parigi, si è trovato solo con il figlio Melvil, di diciassette mesi. Ha raccontato il suo dramma in «Non avrete il mio odio». Poi per quattro anni ha dedicato tutte le sue energie a inventare la sua nuova vita: «Ho gettato via tutto e mi sono lasciato il tempo di vivere». Ora trova finalmente le parole per ripercorrere il cammino che l’ ha portato «a questo istante in cui il cielo diventa sgombro, quasi di colpo. È a questo punto che arriva la vita dopo». Ci sono due donne «nel bozzolo» al centro de «Il sogno della crisalide» (Feltrinelli) di Vanessa Montfort. Entrambe si trovano in un momento delicato, di «svolta». Si incontrano per caso a bordo di un aereo, nasce tra loro un’ amicizia che le aiuta a mettere a fuoco ciò che vogliono e a ritrovare il coraggio di inseguire i propri sogni. Un incendio cambia il destino della giovane protagonista de «Io sono Ava» di Erin Stewart (Garzanti): lei, che amava cantare e aveva tanti amici, ha perso i genitori ed è diventata «la ragazza con le cicatrici», piena di insicurezze, finché con pazienza impara ad accettare se stessa e a capire come la diversità possa diventare la sua forza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA