Morto in moto, il ricordo della figlia:
«Uno spirito libero con la sua chitarra»

«Mio padre mi ha insegnato ad essere libera di essere, proprio perché era un idealista e uno spirito libero». Parla commossa Claudia, la figlia di Dante Marchetti, 64 anni compiuti lo scorso 23 luglio. L’uomo, musicista, è morto domenica mattina in un drammatico incidente stradale.

Secondo le prime ricostruzioni, intorno alle 11 Dante Marchetti procedeva su via Borgo Palazzo da Seriate in direzione del centro città in sella ad uno scooter Star nero, 150 di cilindrata. Nella sua stessa direzione viaggiava una trentatreenne di Bonate Sopra – C.I. –, alla guida di una Yaris Hybrid rossa. Dante si trovava alla destra della vettura, che stava per svoltare a destra verso via Ponchielli. La moto del sessantaquattrenne e l’auto si sono urtate, poi lo scooter ha terminato la sua corsa sotto una vettura in sosta, mentre Marchetti è stato sbalzato di sella ed è finito contro un palo della segnaletica stradale, battendo la testa: è morto sul colpo.

Dante era nato a Taranto nel 1955, per poi trasferirsi a Bergamo nel 1988 (da qualche anno viveva a Seriate). Grande amante della musica, aveva fatto della sua passione il suo lavoro. Era un insegnante e chitarrista jazz, che negli anni aveva collaborato con cantanti e musicisti famosi come Riccardo Fogli, Viola Valentino e Tullio De Piscopo. «Negli anni ’80 e ’90 – aveva scritto sul suo sito internet – avendo studiato anche musicoterapia , mi sono prodigato nel portare la musica a tutti i pubblici giovanili nei luoghi più alternativi come scuole, ospedali psichiatrici, case circondariali ma anche nelle case di riposo».

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