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E se tornassimo a sognare? Da Bonaldi si presenta il van più bello di sempre (ed è elettrico)

Mercoledì 1 marzo alle 19,30 nella concessionaria di via Quinto Alpini, 8 verranno presentatati ID. Buzz e ID. Buzz Cargo. In un viaggio tra passato e futuro con oggetti vintage e vetture elettriche verrete travolti dai un magico electric night party. Prenotatevi qui

Quando l’ID. Buzz fece la sua comparsa, alla ventinovesima edizione del Salone di Detroit, nel gennaio del 2017, catturò immediatamente l’attenzione di buona parte degli 800 mila visitatori e dei 5.100 giornalisti, nonostante il concomitante debutto di altri 45 modelli. Seppur capace di realizzare veicoli di alta fattura e tecnologicamente avanzati, Volkswagen non faceva registrare un tale clamore dal 1997 quando aveva introdotto il New Beetle.

Entrambi sono eredi di veicoli che hanno fatto faville negli anni Cinquanta e Sessanta, ma l’ID. Buzz è anche amato per la sua capacità di combinare uno dei design di maggior successo di tutti i tempi con le qualità di un van multitasking. Lo dimostra l’open space ricreabile ribaltando il sedile a tre posti del vano passeggeri, portando così il volume di carico a 2.205 litri, a fronte dei comunque notevoli 1.121 litri del bagagliaio che si ottengono conservando la seconda fila di sedili in posizione eretta.

Tutto ciò nel massimo rispetto dell’ambiente, come si addice ad ogni veicolo degli anni Venti del terzo millennio. Le zero emissioni sono il risultato della trazione completamente elettrica con il motore elettrico da 204 Cv che eroga una coppia massima di 310 Nm, alimentato dalla batteria da 77 kWh integrata in profondità nel sottoscocca, al fine di abbassare il baricentro e ridurre il rollio. L’autonomia è di tutto rispetto, 423 km, e in caso di esaurimento è possibile in soli 30 minuti di collegamento ad una colonnina per la ricarica rapida passare dal 5 all’80 per cento del livello di carica, riprendendo così la marcia.

Ma quello che rende unico l’ID. Buzz (scopritelo all’evento del 1 marzo) è il suo stile, a partire dall’iconico frontale del leggendario T1, con il cofano dalla forma a V incastonato tra i carismatici fari. Una forma non fine a sé stessa, ma al servizio della funzionalità, oltre che contraddistinta da una straordinaria aerodinamica. Il coefficiente di resistenza aerodinamica (CX) dell’ID. Buzz è di 0,29, un valore infinitesimale come dimostrano i dati di altre vetture della stessa famiglia: per il New Bettle è 0,38, per la Tiguan 0,37 e per la storica Golf MK3 del 1991 appena 0,32.

Proprio il suo aspetto ha spinto i produttori del film Secret Headquarters (La gang dei supereroi) a servirsi dell’ID. Buzz, insieme al suo progenitore, un T2 biancoverde del 1972. La commedia è incentrata su un misterioso oggetto volante che si schianta nel bosco, dopo la collisione con un veicolo alieno. Jack Kincaid ne eredita i superpoteri, nascondendo la sua vera identità al figlio Charlie che però un giorno ne scopre il nascondiglio con tutti i gadget extraterrestri. L’ID. Buzz della pellicola si distingue per l’adesivo sul retro che ritrae stilizzati padre, madre e figlio.

Restando in tema cinematografico, Volkswagen ha realizzato da alcuni mesi due personalizzazioni dell’ID. Buzz ispirate all’universo di Star Wars. Le due skin, applicabili sui lati del van sono una rossonera con il logo dell’Impero Galattico – il lato oscuro della forza – e l’altra biancoazzurra con il simbolo dell’Alleanza Ribelle, cioè le forze del bene guidate da Obi-Wan. Inoltre è stato prodotto uno spot per pubblicizzare la serie Obi-Wan Kenobi su Disney+ in cui i robot R2-D2 e C-3PO fanno amicizia con un ID. Buzz in carica su cui poi sale Ewan McGregor.

L’impressione è che nei prossimi anni sempre più produzioni cinematografiche e serie tv, specie di fantascienza, troveranno il modo di inserire al loro interno l’ID. Buzz perché non sembrano esistere al mondo altri veicoli con queste caratteristiche. Questo potrebbe quindi aprire alla creatura di casa Volkswagen le porte nelle classifiche delle auto più iconiche della storia del cinema. In attesa di verificare dove potrebbe piazzarsi l’ID. Buzz, diamo un’occhiata al magnifico settebello.

7° XB GT Ford Falcon

Interceptor, il primo capitolo di Mad Max, la saga postapocalittica creata da George Miller, fece il botto al botteghino nonostante un budget piuttosto risicato. Merito della trama distopica e dei veicoli utilizzati dai protagonisti, a partire dalla Ford Falcon XB GT guidata dal debuttante Mel Gibson. L’auto del poliziotto deciso a vendicare l’uccisione di moglie e figlioletto fu resa più aggressiva installando sul motore V8 da 300 Cv un compressore volumetrico Weiand 6-71 che pur non funzionante era attivato elettricamente per fingerne l’impiego, simulando altissime velocità.

6° Volkswagen Beetle

Uno dei film più terrificanti di tutti i tempi è The Shining di Stanley Kubrick con Jack Nicholson mattatore. La storia si apre con lo scrittore Jack Torrance che guida il suo maggiolino giallo del 1973 su una strada in mezzo ai boschi e poi si trova a costeggiare un lago finché non raggiunge l’Overlook Hotel dove deve sostenere il colloquio per il posto di custode. Ottenuto il posto, si trasferisce nell’albergo in vista della chiusura invernale insieme alla moglie e al figlio Danny. Il Beetle resterà inutilizzato fino al termine della storia, ma il suo contributo l’ha comunque dato.

5° Mini Cooper

Malgrado la produzione fu contattata dalla Fiat per servirsi di tre 500 con motore turbo, il film Un colpo all’italiana (The Italian Job) fu realizzato con altrettante Mini Cooper. La trama era piuttosto semplice: dei ladri britannici sbarcano in Italia per realizzare una rapina ai danni di un convoglio portavalori. Compiuto il furto a Torino, fuggono a bordo delle tre vetture, seminando le Alfa Romeo Giulia della polizia. Una pellicola di humour inglese, con tante scese d’azione che coinvolsero un totale di 16 Mini, tutte prodotte prima del 1968, anche se nessuna di queste sopravvisse.

4° Ectomobile

Il film Ghostbusters riuscì nell’impresa di riesumare un’auto del 1959 lunga oltre sei metri e con una massa di tre tonnellate facendola sembrare perfetta per la cattura dei fantasmi per le strade di New York da parte di un trio di ricercatori universitari di parapsicologia. La prescelta fu una Cadillac Miller-Meteor che venne chiamata Ectomobile o Ecto-1 e che divenne tale grazie alle ali rosse, ai lampeggianti blu, al simbolo del fantasma barrato sulle portiere anteriori e all’attrezzatura posta sul tetto. Era spinta da un motore V8 da circa 300 Cv, un valore notevole per quell’epoca.

3° Bluesmobile

Con questo nome è conosciuta la Dodge Monaco Sedan del 1974 impiegata dai Blues Brothers nel film omonimo. Jake ed Elwood, i fratelli Blues, l’acquistano all’asta del dipartimento di polizia: l’auto nera con le portiere bianche dispone di un motore 440 RB da 7,2 litri capace di assicurare 375 Cv di potenza, ma anche pneumatici, sospensioni e paraurti della polizia. I molteplici inseguimenti che la coinvolsero valsero al film il record mondiale di auto distrutte in una sola pellicola e anche per questa ragione furono usate per realizzarlo ben 13 diverse Bluesmobile.

2° Herbie il Maggiolino

Quasi mezzo miliardo di dollari: è l’incredibile incasso complessivo al botteghino dei 6 film della serie Herbie il Maggiolino realizzati dalla Walt Disney. Per scegliere l’auto fu fatto un casting con una dozzina di auto di vari Paesi da cui emerse la creatura Volkswagen. La vicenda prende il via nel 1963 quando lo scienziato Gustav Stumpfel creò un’automobile dotata di animazione propria con il numero 53 sulle portiere. Invece di consegnarlo all’esercito, l’inventore lasciò libero il Maggiolino che intraprese una serie di avventure per il mondo.

1° DeLorean DMC-12

Il grande successo della trilogia di Ritorno al Futuro è anche merito della creatura con le portiere ad ali di gabbiano disegnata da Giorgetto Giugaro, che si occupò anche di ridefinire gli interni che erano stati affidati alla Creative Industries. Doc Brown se ne serviva come macchina del tempo, inizialmente tornando indietro fino al 5 novembre 1955, poi viaggiando nel futuro (nel 2015) e infine retrocedendo nell’Ottocento. Realizzata in poco più di novemila esemplari, la DeLorean DMC-12 è spinta da un motore benzina a 6 cilindri da 2850 cm3 che eroga una potenza di 130 Cv e una coppia di 208 Nm.

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