Colleghi e tanti amici a Caravaggio per l’addio ad Angelo Zibetti, l’«Angelotto»

Si è spento la notte di Natale: il 2 gennaio avrebbe compiuto 86 anni. Patron della «più grande discoteca della Lombardia», aveva dato vita a Radio Zeta, alcuni anni fa ceduta al gruppo Rtl 102.5. Tante persone ai funerali martedì 28 dicembre nella sua Caravaggio.

Nella Parrocchiale di Caravaggio sono state numerose le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Angelo Zibetti, l’«Angelotto», figura storica del territorio, morto la notte di Natale: tra pochi giorni, il 2 gennaio, avrebbe compiuto 86 anni. Ai funerali i suoi colleghi, personaggi del mando radiofonico e anche il cantante Roby Facchinetti. Circa 200 persone che lo hanno voluto ricordare e salutare.

Una vita, quella di Zibetti, dedicata alla musica, alla radio e ai locali da ballo, i suoi tre grandi amori. Imprenditore dello spettacolo, l’altra sua creatura era «Radio Zeta»: nata dalle ceneri di Tele Radio Treviglio con l’obiettivo di varcare i confini locali – fu la giornalista Silvia Riva, sua collaboratrice, a suggerirgli di chiamare la nuova emittente con l’iniziale del suo cognome –, Radio Zeta iniziò a trasmettere il 6 novembre del 1976 e le trasmissioni proseguirono – per trent’anni proprio dai locali dello Studio Zeta – fino al 31 dicembre 2015, quando frequenze e proprietà vennero vendute da Zibetti al gruppo Rtl 102.5, dove l’Angelotto continuò a trasmettere fino al 2017. In quarant’anni davanti al microfono per le sue «belle gioie», come chiamava le ascoltatrici, l’Angelotto ha saputo trasformare Radio Zeta in un’emittente tra le più ascoltate d’Italia, arrivando a coprire quasi tutto il Nord Italia.

Di classe, carismatico, socievole, Zibetti è stato in grado di mescolare per sessant’anni capacità imprenditoriali non comuni al suo carattere brillante e trascinatore. Eppure gli inizi non furono facili. Il suo primo locale, il Calypso, lo aprì nel 1957. La spinta arrivò dalla vittoria della «Mascherina d’oro» al Kursal di Varazze, dove si esibì con alcuni amici nel «Rock & roll degli scheletri»: al rientro convinse il padre ad aprire il suo locale a Caravaggio, con l’allora valletta di Mike Bongiorno Edy Campagnoli a fare da madrina. Il successo fu immediato. Ma arrivarono le prime invidie e il proprietario della licenza, legata all’annesso bar-pizzeria, «scippò» il Calypso al giovane Zibetti. Nel ’62 aprì la mitica «La Ruota», dove il 12 maggio ’64 si esibì un giovane Lucio Battisti con i Campioni. La concorrenza era tale da spingere il gestore del Calypso a organizzare un attentato al rivale: scoperto, il Calypso fu venduto e e comprato proprio da Zibetti. Che a quel punto decise di «fondere» le due discoteche in una più grande – anzi, «la più grande della Lombardia», come recitava lo slogan in radio –, per l’appunto lo «Studio Zeta». Il successo fu talmente travolgente che nel 1988 Zibetti fondò una seconda emittente, Discoradio, destinata a un pubblico più giovane (nel 2006 la cedette al gruppo Rds).

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