Dai Lions Bergamo alla Utah State. «Football, un sogno con tanti sacrifici»

WILLIAM TESTA. A 26 anni è kicker negli Stati Uniti al livello più alto dello sport in ambito universitario. «Non ho mai smesso di crederci e ce l’ho fatta».

La storia di William Testa, classe ’98 di Ghisalba, ruota intorno a una passione: il football americano. Uno sport che si è trasformato nel motore delle sue azioni e che, tra allenamenti e sacrifici, lo ha condotto fino agli Stati Uniti per realizzare il suo sogno. «Ho iniziato a giocare con i Lions Bergamo e questo sport mi ha subito conquistato – spiega William – sono stato convocato in nazionale, ma mi sono ben presto accorto che il football in Italia è ancora poco conosciuto». Nel 2016 due suoi compagni di squadra sono partiti per andare a giocare negli Stati Uniti, da allora l’idea: «Mi sono interessato al football a livello universitario e ho iniziato a informarmi su come si potesse essere reclutati come studenti-atleti». William decide di cambiare corso passando, all’interno dell’Iss Rubini di Romano, da ragioneria al turistico per favorire la sua partenza. «Dopo la maturità, tra il 2017 e il 2019, mi sono recato quattro volte in America per dei camp, eventi organizzati da coach indipendenti che radunano tra i 70 e i 200 atleti offrendo loro una chance per farsi notare – spiega il ragazzo –: a Bergamo lavoravo per mettere da parte un po’ di soldi per prenotare il volo e venire qui, ma non riuscivo a ricevere proposte o borse di studio».

Di conseguenza, non vedendo sbocchi imminenti, verso la fine del 2019, William decide di arruolarsi nell’Esercito italiano. Partecipa ai vari concorsi e viene selezionato. Le partenze per le destinazioni in cui si sarebbe svolto l’addestramento iniziale vengono però bloccate temporaneamente dall’arrivo del Covid nel 2020. Nella stessa settimana in cui la pandemia in Italia ha paralizzato ogni attività, William viene contattato su Twitter dal capo allenatore del New Mexico Military Institute a Roswell che propone lui una borsa di studio totale. «Finalmente l’occasione che stavo aspettando, sono quindi partito per gli Usa nel 2021, arrivando in New Mexico l’8 gennaio – racconta il ragazzo -: appena arrivato mi sono imbattuto in una realtà molto diversa da quella a cui ero abituato vivendo in un piccolo paese a pochi chilometri da tutto, Roswell è invece letteralmente in mezzo al nulla.

L’epesrienza negli Usa

La città di riferimento più vicina, Albuquerque, si trovava a tre ore di distanza da me». Un impatto attutito dalla conoscenza della lingua inglese e dal calore americano. «Gli americani sono molto cordiali e disponibili ad aiutarti. Non c’è l’atteggiamento di diffidenza che spesso abbiamo noi in Italia, è più facile stringere amicizie. Inoltre, sono stato facilitato dall’inserimento nella squadra di football: in squadra si cerca subito di fare gruppo velocemente e si creano rapporti molto stretti vivendo sempre a contatto». Un ambito culturale che William vorrebbe portare con sé anche in un futuro rientro in Italia. «A me Bergamo piace molto, in un futuro a lungo termine immagino un mio rientro, preferisco lo stile di vita italiano, però, al tempo stesso, mi piacerebbe portare la mentalità americana dell’apertura alla relazione con il prossimo a casa. Tuttavia, ci sono tratti americani come la violenza che troppo spesso dilaga che vorrei cambiare con la realtà italiana. Sono entrambe culture con pregi e difetti, come in tutte le cose non c’è mai bianco o nero».

La carriera americana di William inizia con una doppia stagione in un solo anno: nel 2021, infatti, svolge il ruolo di kicker per il New Mexico sia nella stagione di recupero dell’anno 2020 che per l’effettiva stagione 2021. Nel 2022 consegue una laurea breve in general studies e termina la sua ultima stagione in New Mexico, trasferendosi per un breve periodo in Alabama da un coach specializzato nel ruolo del kicker per prepararsi con lui e cercare di essere reclutato da altre squadre. «Verso fine anno vengo contattato da due scuole di Division I FBS, il livello più alto di football universitario in America, proprio ciò a cui ambivo – spiega William –: la scelta era tra New Mexico State e Utah State. Dopo degli incontri scelgo di andare a Logan, Utah, accettando la borsa di studio totale da loro offerta».

La giornata tipo di William

La giornata tipo prevede sveglia alle 5, alle 6 corsa, scatti e lavoro a livello di cardio, dopodiché colazione e campus dove frequenta le lezioni, poi palestra e allenamento sul campo. «Sto studiando Scienze politiche e relazioni internazionali, è un bachelor che si pone a completamento del degree che ho preso in New Mexico – commenta – la preparazione alla stagione, ovvero il fall camp, ci vede invece impegnati tutto il giorno in allenamenti. Nel periodo estivo le lezioni sono poche e quasi tutte online per essere compatibili al ritmo della preparazione atletica. C’è moltissima competizione per diventare titolare, ma sono riuscito a ottenere il titolo di kicker dello Utah State per la stagione».

La prima partita fu contro la University of Iowa, una squadra molto rinomata. «Al mio esordio ho fatto i miei primi tre punti con un Field Goal, è stato un bel traguardo personale – racconta il ragazzo –: il tifo statunitense è educato e rispettoso. Lo stadio è pieno e rumoroso, vi sono luci, fotografi, tutti sono lì per godersi uno spettacolo. L’atmosfera è elettrizzante, senti tanta energia che ti arriva, è veramente bello». Con la settimana successiva, durante la seconda partita giocata in casa nello stadio Maverik, arriva un infortunio alla caviglia con lesione al tendine che, purtroppo, costringe William a rimanere fuori quasi per l’intera stagione. «L’infortunio non mi ha permesso di essere al 100% in un contesto che lo richiede, ma ora sto migliorando e sono pronto a rialzarmi per continuare a inseguire i miei sogni. Spesso ripenso da dove sono partito, alle partite a Bergamo dove al massimo raggiungevamo 200 spettatori, qui ne avevo 18.500 solo in casa e ad Iowa 40 mila. Tu sei dentro quello spettacolo e ti senti speciale, a parole non riesco nemmeno a descriverlo, ma so che è ciò che mi fa battere il cuore».

Sono proprio l’amore per questo sport e l’avere un obiettivo chiaro come destinazione a indirizzare i passi di William e a permettergli di mantenere sempre la determinazione durante il percorso. «Ho investito tempo e denaro, oltre che sacrifici a livello personale, con l’obiettivo di arrivare a questi livelli e immergermi nell’atmosfera magica di questi stadi». Una grande motivazione che, ad ogni traguardo raggiunto, porta la passione di William ad ardere ancor più spingendo il ragazzo a non accontentarsi, ma a migliorarsi giorno dopo giorno per essere parte di quella storia densa di emozioni che a ogni partita si scrive sul campo.

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