«Il salto a Londra, un rischio in due ma ora vediamo il nostro futuro qui»

FEDERICA MURÈ . Laureata all’Accademia di Brera, da settembre insegnerà alla City University di Londra. Il marito supervisor di effetti speciali per Artem.

Federica Murè, classe ‘88, è cresciuta a Madone tra lettura e disegno, le sue più grandi passioni. Dopo il liceo artistico si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Brera dove, dopo cinque anni di studio in arti visive, si è sempre più appassionata agli ambiti della storia e della filosofia dell’arte. «Sentivo di voler proseguire i miei studi in questa direzione, meno pratica e più teorica – spiega Federica – grazie all’incoraggiamento del mio relatore di tesi è nata l’idea di intraprendere un dottorato di ricerca e, di conseguenza, la necessità di trasferirmi all’estero, dove le opportunità di ottenere una borsa di studio erano sicuramente maggiori che in Italia, specialmente parlando di ambito umanistico».

Gli studi su Benjamin

Nel 2014 Federica parte dunque per Londra dove svolge un dottorato alla Goldsmiths College di Londra incentrato sul rapporto tra immagine, parola e sguardo critico nell’opera del filosofo tedesco Walter Benjamin, e sulle ripercussioni del suo gesto critico nel lavoro del filosofo e storico dell’arte francese Georges Didi-Huberman. Giunta alla conclusione del suo percorso di ricerca ha firmato un contratto per una cattedra fissa alla City University di Londra, dove inizierà a insegnare da settembre. «Inizialmente insegnerò nel dipartimento di Relazioni globali, comunicazione e creatività una materia denominata Industry Project: gli studenti saranno chiamati a sviluppare e portare a termine un’idea progettuale in collaborazione con diverse realtà sociali quali organizzazioni no profit, musei, e così via».

Il matrimonio in Italia

Due anni dopo la partenza di Federica, nel 2016, il fidanzato Stefano Sbarra l’ha raggiunta lasciandosi tutto alle spalle, lavoro, famiglia, amici, una casa nuova, per costruire una nuova vita a Londra con Federica.

Stefano in Italia lavorava come manutentore per il parco divertimenti di Leolandia, una volta a Londra ha saputo cogliere, anche lui, le opportunità di questa città partendo da special effects technician fino ad arrivare, cinque anni dopo, a special effects supervisor e direttore nella sede di Londra della compagnia Artem, un’azienda che si occupa di effetti speciali.

La coppia è rientrata in Italia per celebrare il matrimonio nel 2022, ma immagina il proprio futuro a Londra ancora per molto tempo.

«In Italia? Per la pensione»

«Non riesco proprio a immaginare un futuro in Italia, se non da pensionati – commenta Federica –. Londra mi ha dato tantissimo: un sostegno economico durante gli studi, un mondo di possibilità che non avrei immaginato di avere alle mie porte, amici che faranno sempre parte della mia vita, un lavoro che mi dà grande soddisfazione e che mi permette di vivere una vita piena. Il futuro è qui, ora».

Un cambiamento di abitudine e di contesto che non è stato sempre facile, ma che si è rivelato un trampolino di lancio per la carriera e la vita..

«Il primo impatto difficile»

«Il primo impatto è stato abbastanza brutale. Abituata da sempre a vivere in una realtà limitata, è stato difficile all’inizio trovarsi a fare i conti con una metropoli enorme e con persone cresciute in contesti molto diversi dal mio». Federica, infatti, ha stretto da subito legami con persone provenienti da diversi angoli del mondo, o del Regno Unito, che si sono trasferite a Londra, come lei da diversi anni e per svariati motivi. Ciò le ha permesso di confrontarsi con realtà diverse, talvolta conflittuali, ampliando e arricchendo così il suo modo di vedere il mondo.

Lasciare i punti di riferimento

«Il punto di forza è stato sicuramente l’aver provato sulla mia pelle cosa significa lasciare i riferimenti, le certezze e le comodità a cui si è abituati e buttarsi in qualcosa di totalmente diverso senza vederci troppo chiaro e senza sapere dove si arriverà. È una lezione di vita che porterò sempre con me». Inseguire un percorso in cui credeva e accogliere nuove opportunità è stato ciò che ha permesso a Federica di farsi strada in una realtà distante da quella in cui aveva trascorso la maggior parte della sua vita e di incontrare persone di nazionalità diverse che, come lei, erano partite inseguendo i propri sogni.

«Cambiare sempre»

«La cosa che più ammiro del modo di vivere londinese, rispetto a quello di vedere le cose in Italia, è che a 30, 40 o 50 anni non si è già arrivati, tutto è ancora in gioco, tutto è ancora possibile: lasciare tutto e viaggiare per vedere il mondo, imparare qualcosa di nuovo, cambiare mestiere, cambiare casa. Qui le persone sono molto più aperte a lasciarsi sorprendere e trasportare nei sentieri inaspettati che la vita può prendere».

Ovviamente vi sono delle difficoltà che accomunano chiunque viva lontano dalla realtà in cui è cresciuto: non poter andare a bere una birra o mangiare un gelato con gli amici di sempre, non poter esserci per tutti i compleanni, le ricorrenze, i momenti importanti da condividere. «Devo dire che, grazie alla tecnologia, la distanza si attutisce parecchio. Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, vivere lontano da casa rende in qualche modo ogni rientro in Italia speciale. Ogni momento in famiglia e tra amici acquista molto più valore, proprio perché sottratto all’abitudine e mai dato per scontato». Rapporti e amicizie che si coltivano nonostante la distanza e che spronano quotidianamente a migliorarsi e rischiare.

Rischi e incertezze della vita

«I miei genitori non hanno avuto l’opportunità e il privilegio di poter studiare e di fare un lavoro che li gratificasse, per questo mi hanno spinta a non accontentarmi mai e a volere sempre di più dalla vita: provare a realizzare un’ambizione, credere in un sogno. Mia suocera - e su questo mio marito è identico a lei, anche se lui non lo ammetterà mai - mi ha sempre ripetuto che il rischio e l’incertezza sono parte fondamentale della vita. Ecco, vorrei condividere esattamente questo, specialmente con i giovani che in questo momento stanno immaginando il futuro: coltivate il dubbio, il rischio, tirate fuori i sogni dal cassetto perché sono il motore di una vita vissuta pienamente, una vita che non rischia di ristagnare nei circoli viziosi delle comode abitudini ma che darà, insieme a tanta fatica, anche grandi soddisfazioni».

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