Le sorelle di Azzano che decorano le case delle star di Hollywood

LA STORIA. Cristina e Laura Capitanio da 29 anni vivono a Los Angeles. Con «Sorelle Fine Arts» hanno abbellito le dimore di Jennifer Lopez, Bob Dylan e gli atleti dell’Nba.

Era il 1994 quando Laura Capitanio, oggi cinquantatreenne, e Cristina Capitanio, cinquantaquattrenne, originarie di Azzano San Paolo, hanno deciso di lasciare l’Italia per inseguire i propri sogni, insieme. E oggi le due sorelle, insieme, possono dire di avercela fatta. Da 29 anni infatti vivono a Los Angeles, lavorano come pittrici decoratrici e hanno creato una propria ditta che si chiama «Sorelle Fine Arts». «Mia sorella maggiore è stata la prima a dimostrare una affinità all’arte e una passione per i dipinti classici e rinascimentali – racconta Laura –. Me la ricordo disegnare incessantemente e in particolare mi ricordo i suoi occhi brillare dopo le visite in galleria in Città alta. Per me è sempre stata un idolo. Negli anni, anche io ho sviluppato una mia passione e mi sono specializzata sulle dorature e restauri».

«Sin da piccina – aggiunge Cristina – avevo un’immaginazione molto ricca, che non si limitava al disegno. Scrivevo fiabe e poesie, disegnavo vestiti e mi affascinavano gli ambienti, i mobili e i vecchi oggetti». Le due hanno anche studiato duramente per arrivare dove sono ora. Laura ha conseguito la laurea breve al Santa Monica College, in Storia dell’arte, ha seguito corsi di architettura d’interni alla Ucla, corsi di arte contemporanea e corsi di doratura alla Society of Gilders, dove ha anche ricevuto una borsa di studio nel 2018 e fu invitata a insegnare nel 2022. Cristina invece ha conseguito la laurea breve in fisioterapia a Bergamo per poi frequentare corsi di architettura d’interni alla Ucla, corsi di tecniche artistiche e atelier, Interior design e Graphic design a Santa Monica College e LA Trade Tech.

«Dopo il liceo artistico e vari lavoretti stagionali – continua Cristina – nel 1985 ho cominciato a fare restauri e repliche di affreschi per la ditta Manenti a Brescia. Imparai così la tecnica dell’affresco e dello strappo, ma anche a lavorare velocissima e a mantenere un certo stile in accordo all’epoca da replicare. A quei tempi mi sono anche resa conto che le prospettive di far carriera dipingendo non erano per niente rosee e dopo un paio di anni mi iscrissi alla scuola di fisioterapia, riappacificandomi con l’idea di mantenere la pittura come hobby e dedicarmi a una professione più sicura».

Poi la partenza, con la sorella. «Abbiamo vissuto per 2 anni a Londra – spiega Laura –, poi 6 mesi in Spagna e in fine siamo arrivate negli Stati Uniti nel 1994. L’idea era di partire per gli Stati Uniti pensando di fare un viaggio mitico di tre mesi, coast to coast con gli zaini in spalla per poi rientrare in Italia e mettere la “testa a posto”. Invece ci siamo innamorate di questa terra ricca di estremi opposti e opportunità. Arrivate a Los Angeles decidemmo di posare gli zaini e di rimanere un po’ di più. Erano gli inizi dell’era dei computer e di Internet, l’economia era forte e permetteva una vita a bassi costi con stipendi elevati. Non conoscevamo nessuno ma essendo italiane ci si aprirono le porte con tanto di tappeto rosso. L’italiano ha una reputazione di alta qualità, gusto e classe. Dopo un paio di lavoretti come cameriere nei ristoranti italiani cominciammo a lavorare nell’industria del cinema dipingendo i set e poi nell’interior design dove in pochi anni e tanto impegno abbiamo cominciato a farci un nome e si sono aperte le porte per decorare le case di ricchi e famosi».

«Ora abbiamo anche dei nostri lavori in mostra al Museum of the Gilding Arts (Museo delle arti di doratura), Pontiac, Illinois, e all’Albin Polasek Museum in Winter Park, Florida». Tra i tanti realizzati, le sorelle Capitanio hanno lavorato per la Morgan Stanley a New York e Los Angeles, la Banca Intesa San Paolo a Los Angeles. Nell’alberghiero per il Ritz Hotel e il Beverly Hills Hilton. La chiesa di Saint Elizaberth Seton. Hanno dipinto per le proprietà dell’attore Kirk Douglas, Eddie Murphy, Jennifer Lopez, per la influencer Khloe Kardashian, il regista Inarritu, il cantante Bob Dylan e per Paul Stanley dei Kiss.

«Durante i nostri lavori nascono sempre ricordi belli e divertenti – aggiunge Cristina –. Un aneddoto che ci fa sempre sorridere è quello di anni fa, quando lavoravamo con un architetto d’interni che aveva clienti molto celebri tra i quali giocatori della Nba e Nfl. Premetto che io e Laura superiamo di poco il metro e cinquanta, ma ci siamo abituate a interagire con questi ragazzi altissimi, spesso abbiamo un rapporto con i nostri clienti molto alla mano e amichevole. Ci soprannominarono folletti, perché oltre a essere piccole, avevamo il potere magico, a loro parere quasi istantaneo, di trasformare gli ambienti».

Negli Usa le sorelle Capitanio hanno saputo anche costruirsi una famiglia. «Ho un compagno da 7 anni – racconta Laura – e Cristina è sposata da 22 anni e ha due figli. Dell’Italia preferisco il senso di comunità, l’umanità e la gestione statale nell’istruzione e nella sanità. Se noi non avessimo avuto le fondamenta made in Italy non avremmo mai potuto accedere alle opportunità incontrate qui». «Quando vivevo in Italia – ricorda Cristina – mia sorella era la mia complice ideale, ci spalleggiavamo e sapevamo di dover approfittare della gioventù per viaggiare e conoscere il mondo. Non avremmo mai immaginato di stabilirci definitivamente all’estero. Quando è venuta a mancare la nostra mamma è stato un momento durissimo che ha messo in discussione le nostre priorità. Mantenere il legame con la nostra famiglia è fondamentale e siamo rimasti uniti e affiatati. Ogni anno papà viene a trovarci una o due volte l’anno e noi torniamo in Italia regolarmente. Il suo appoggio ci ha dato la forza e il coraggio che sono necessari per andare avanti anche in momenti difficili. Dopo che sono nati i miei bambini mi sono sentita isolata e un po’ persa. Come avrei voluto avere i miei genitori vicini. Ma anche i miei nipotini e tutti i miei parenti. Come si dice qui “we need a village” per crescere una famiglia felice. Io fortunatamente ho mia sorella vicino, ma ho anche sentito l’esigenza di costruire una rete di amicizie strette e fidate con altre donne italiane, soprattutto per mantenere le mie radici. Appartengo a un book club da più di 14 anni e a un gruppo di mamme italiane che si vede regolarmente. Questa rete di amiche è ciò che considero la mia famiglia scelta e mi aiuta a sentire meno la mancanza della mia famiglia biologica». Perché la famiglia e casa mancano, a entrambe.

E il futuro? «Io amo Los Angeles ma ho l’idea romantica di tornare in Italia – dice Laura –. Finché ce la facciamo andremo avanti e indietro Italia-Usa e quando arriverà il momento di fermarci speriamo di avere le idee più chiare». «Da qualche anno a questa parte – conclude Cristina – io e mio marito Pepe, originario di Madrid, andiamo in perlustrazione in Italia e Spagna alla ricerca di un paesino dove trasferirci, almeno per qualche mese durante l’anno. Adesso che i bambini sono cresciuti e vanno al College non siamo più legati a vivere qui tutto l’anno. Il nostro sogno è di tornare in Europa».

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