Mirco, da Cerete Basso a eroe in Messico:
tra le macerie con il cane Zorro

Mirco Gallina Elettricista, 58 anni, vive a Tequisquiapan.Soccorritore, ha salvato vite umane dopo il terremoto. Ora il suo pastore va in pensione: premio alla carriera.

Da elettricista a Cerete Basso a eroe in Messico. È questo lo strano ed emozionante viaggio oltreoceano compiuto da Mirco Gallina e concretizzatosi grazie anche a una serie di fortunate, a posteriori, coincidenze verificatesi nella vita dell’uomo, oggi cinquantottenne. Mirco, infatti, è originario di Milano, ma ha passato l’intera infanzia in Valle Seriana, dove ha trascorso le vacanze che ricorda ancora come le più belle. Così belle che lo hanno convinto, con tutta la famiglia, a trasferirsi a vivere a Cerete Basso dal 2011 e diventare così un bergamasco a tutti gli effetti, prima di emigrare in Messico nel 2015, dove oggi è ancora elettricista e volontario della Protezione Civile.

«Mi sento sicuramente bergamasco – racconta l’uomo – perché lì ho vissuto da bambino e ho deciso di viverci da adulto con la mia famiglia. A Cerete vivevamo benissimo, conoscevamo tutto il paese e le persone del posto mi mancano ancora oggi e ci hanno sempre voluto bene (i vicini di casa Elviro e Gioconda, sono diventati addirittura dei nonni adottivi per la nostra famiglia). All’epoca io lavoravo come elettricista a Milano (lavoro che svolgo ancora oggi in Messico) e riuscivo a vedere poco la mia famiglia». Il destino, però, dopo averlo portato in Valle Seriana, gli ha fatto incontrare, proprio in valle, la Protezione Civile. «Alessandro Fornoni, che era parte del Soccorso alpino e aveva un cane da valanga, ha visto il mio cucciolo, Zorro, un pastore australiano (nato a Pontirolo Nuovo e che mi fu regalato da un gran amico, Roberto Dipilato, proprietario dell’allevamento Dpred Kennel), giocare e mi ha messo in contatto con Emanuela Oprandi, che aveva già altri cani da soccorso, dicendogli che il mio cane poteva essere un buon cane da soccorso. L’insistenza di Manuela, poi, è stata talmente tanta che alla fine mi ha convinto ad andare ad addestrare Zorro. Poi nel 2013 la Protezione civile di Clusone ci ha formati bene come coppia, io e Zorro, e da lì è nata la passione per il soccorso che è poi proseguita anche qui in Messico».

Poi il destino ha voluto che Mirco nel 2015 si trasferisse con la moglie, la pittrice Maria Brunereau (di origini messicane), le figlie ancora piccole, Aurora e Miriam, e anche Zorro, a Tequisquiapan, 250 chilometri dalla capitale del Messico. «Qui, oltre a continuare con il mio lavoro e a essere volontario della Protezione civile, sono diventato anche capitano dell’Unità cinofila dei pompieri di Tequisquiapan. E pensare che quando sono arrivato questa disciplina mancava. Allora sono andato a parlare con il comandante dei pompieri e gli ho detto: “Non avete bisogno di un binomio, di un duo volontario-cane? Noi siamo formati per la ricerca in grandi aree e di conseguenza in macerie”. Ci ha detto di sì e da lì abbiamo iniziato ad allenarci con loro e ho fatto anche dei corsi qui con altri addestratori. Sono migliorato tanto».

Ambientarsi in Messico non è stato facile per Mirco, ma il destino per lui, e Zorro, aveva in serbo grandi cose. «Il clima è buono e si sta bene – racconta –. All’inizio non è stato facile, neanche per mia moglie che è messicana ma ha lavorato e vissuto tanto in Italia. Anche lei si è scontrata con la differenza culturale, però dopo poco ci siamo fatti voler bene, soprattutto quando c’è stato il terremoto». Era il 19 settembre del 2017 e a Città del Messico la terra tremò. «Fu un terremoto terribile. Mi chiamò il comandante dei pompieri e mi disse: “Mirko dobbiamo andare, puoi venire con Zorro?”. Gli ho risposto che eravamo lì per quello e così ci siamo attivati subito. Mia moglie era un po’ preoccupata perché la situazione era pericolosa e c’erano continue scosse. Quando siamo arrivati abbiamo trovato uno scenario pazzesco. Era la prima volta che mi trovavo di fronte al terremoto, perché anche in Italia avevamo fatto piccole ricerche, ma in montagna. Li è stato una cosa da non credere: sentire le voci sotto le macerie è stata la cosa più impattante per me. Io, dico la verità, quando siamo andati a lavorare nel primo edificio che si chiamava Colonia Roma, si sentiva il pavimento come cartone e faceva una bruttissima impressione. Quell’edificio era di quattro piani e Zorro vi ha trovato sei persone. Ancora prima, quando sono arrivato, la gente ci applaudiva già, e mi chiedevo perché. Così ho detto a Zorro che avrebbe dovuto dare il meglio di sé. Il cane era connesso con me in una maniera impressionante. È andato dentro e come ha trovato 6 persone».

Mirco ancora oggi non riesce a trattenere le lacrime ricordando quei momenti così intensi. «Quando lo racconto mi viene ancora la pelle d’oca. È stata un’emozione e una cosa impressionante: la tristezza, la gente che gridava. Dopo due giorni però abbiamo finito di lavorare lì. Ovviamente in quelle ore la preoccupazione di mia moglie era tanta perché i primi giorni non c’era corrente, non potevamo comunicare con nessuno ed era terrorizzata. Quando siamo tornati a casa la gente ci ha voluto talmente tanto bene che adesso in Tequisquiapan siamo conosciuti da tutti, tutti ci vogliono molto bene, a me, a mia moglie, alle bambine. Siamo andati a fare dimostrazioni con i cani nelle scuole, tanti si sono iscritti, sono venuti, si sono emozionati e sono venuti per fare il corso per il cane da soccorso. È una disciplina che richiede molto tempo, sacrifici. Anche quando ero a Cerete stavo via dalla famiglia per uno o due giorni e mia moglie mi diceva che non mi vedeva mai. È stato un po’ pesante l’addestramento, ma alla fine era destino e abbiamo avuto un gran regalo, la possibilità di salvare delle vite».

E per Zorro, ieri, sabato 9 luglio, è arrivata anche la pensione. «Ora Zorro ha 10 anni e mezzo, e il suo tempo come cane da soccorso è terminato. Quindi il corpo dei pompieri di Tequisquiapan ha deciso di fare omaggio a questo grande cane che va in pensione, come a una gran personalità. Ieri, 9 di luglio, alle 17 ora del Messico, infatti, i pompieri di Tequisquiapan, di cui noi facciamo parte, hanno reso omaggio a Zorro perché andrà in pensione. Hanno presenziato all’evento la scorta dei pompieri con la loro banda, il sindaco, il governatore dello stato di Quéretaro, l’Ambasciata Italiana, il capo dei pompieri dello stato e il presidente della Protezione civile dello stato. Credo che il mio vecchietto, Zorro, se lo meriti. Zorro ora rimarrà con noi in famiglia ovviamente e io sto già addestrando un’altra cagnolina di mia proprietà, si chiama Sasha, pastore tedesco (grigione) di un anno e tre mesi, e prenderà il posto di Zorro nella coppia di soccorso con me».

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