«Vedere il mio viso su un maxischermo di Times Square? È stato incredibile»

DILETTA GUGLIELMI. Dalla Bassa a New York, dove è attrice. A teatro ha interpretato Hannah in «Piccole Donne». «L’accento? È apprezzato. E poi ci sono ruoli specifici».

«Vedersi su uno degli enormi schermi di Times Squares è stato assurdo: sicuramente uno degli highlights della mia carriera finora». Diletta Guglielmi ha 23 anni, ha vissuto tra la Bassa bergamasca e il Cremasco e, dopo gli studi al liceo artistico Bruno Munari di Crema, ora calca i palcoscenici più importanti degli Stati Uniti. Un sogno che si è in parte già avverato e una carriera ben avviata, la sua, oltreoceano dove ormai vive e dove ha studiato recitazione alla prestigiosa Atlantic Acting School di New York.

«Ho avuto l’onore di recitare su uno dei palcoscenici dell’Atlantic Theater Company, nota compagnia off-Broadway a New York, dove io e la mia compagnia teatrale, “Root22”, abbiamo recentemente messo in scena Little Women, tratto dal celebre romanzo di Loiusa May Alcott, adattato per il teatro da Kate Hamill – racconta Diletta –. È stata un’esperienza incredibile che mi porterò dietro per tutta la vita. Soprattutto perché il set, i costumi, le luci, la musica sono tutte cose di cui ci siamo occupati noi personalmente. Tra una prova e l’altra ci davamo i turni per tagliare il legno, dipingere le scenografie, cucire le gonne e le sottogonne. In questo modo siamo riusciti a dar vita a un mondo meraviglioso e recitare in una scenografia così bella, dettagliata e costruita da noi è stata una soddisfazione grandissima».

In questa produzione di Piccole Donne Diletta Guglielmi ha interpretato il personaggio di Hannah, la donna che si prende cura delle ragazze e della casa: «Interpretare questo personaggio è stata una grande challenge per me, sia artistica che vocale – racconta –. Vocale, perché il mio personaggio urla durante tutto lo spettacolo, che dura più di due ore. Artistica, perché si tratta di un personaggio estremamente comico e io mi sono sempre sentita molto più forte nelle tragedie. Più un pezzo è drammatico e più mi piace lavoraci. Quindi questa donna così comica, fuori dagli schemi, rumorosa ed eccentrica, all’inizio mi terrorizzava: avevo paura di non essere all’altezza di farle onore. Ma, grazie a tante ore di prove, sono riuscita a lasciarmi andare e a darle vita, riuscendo, non solo a divertire il pubblico, ma a divertirmi moltissimo anche io. Uno dei momenti più magici è stato proprio durante la serata di chiusura dello spettacolo: le ragazze sono in scena e stanno litigando gridandosi contro. Io, Hannah, entro in scena sbattendo delle padelle e urlando come una pazza: “Ragazze, smettetela di urlare! Urlare non è cosa da signorine!”. Loro rispondono in coro “Va bene, Hannah!” e io aggiungo, sempre gridando con le padelle in mano puntate verso di loro: “E se non mettete in ordine tutto questo casino, giuro che dono tutte le vostre cose alla comunità italiana!”. E, niente: il pubblico è impazzito. Tutti hanno iniziato a ridere e applaudire fortissimo. Mi ricordo ancora la scossa di adrenalina e felicità che ho provato in quel momento, è stato meraviglioso».

Diletta Guglielmi adora stare sul palco davanti al pubblico: «E quando il pubblico è preso dalla storia e dai personaggi e piange e ride con te, lo senti e ti da una carica indescrivibile. Dal 26 aprile torno su un palco newyorkese nel Lower East Side, al Teatro Latea. Interpreto il personaggio di Claudia, protagonista della nuova play originale Halston’s Amitha, scritta da Tannassia Gonzalez, diretta da Albert Xavier e con Alfredo Diaz come coprotagonista. Ci troviamo in una sorta di purgatorio o, come viene definita nella play, una sala d’attesa tra la vita e la morte, dove si vanno ad affrontare quelle cose o persone che non si è riusciti ad affrontare in vita, dove si devono combattere le proprie battaglie interiori prima di trovare un’eterna pace con i propri amati».

Diletta non ha trovato particolari difficoltà oltreoceano: «Sono follemente innamorata di New York e ho questa sensazione ricorrente di appartenere a questa città, di sentirmi nel posto giusto, anche solo quando cammino per strada.

Diletta non ha trovato particolari difficoltà oltreoceano: «Sono follemente innamorata di New York e ho questa sensazione ricorrente di appartenere a questa città, di sentirmi nel posto giusto, anche solo quando cammino per strada. Direi che una delle maggiori difficoltà è che New York costa parecchio, il costo della vita è nettamente superiore a quello dell’Italia, dall’affitto, a fare la spesa, per non parlare dell’uscire a cena. Un’altra difficoltà che ho avuto è il sentirmi sola: la mia famiglia è lontana e in una città dove le distanze sono molto grandi e tutti sono sempre così impegnati, anche solo per organizzare di uscire con i miei amici serve molto pre-planning. Altra grande difficoltà che ho avuto è stata quando non sono stata bene a marzo dell’anno scorso e ho avuto bisogno di cure mediche: trovare medici e strutture che fossero compatibili con la mia assicurazione medica è stata tosta, ma alla fine è andato tutto bene».

I vantaggi di essere italiana

Essere un’attrice italiana a New York ha degli ostacoli ma anche dei vantaggi: «Il mio inglese è molto buono, però ancora non parlo con un accento americano perfetto – spiega Diletta –. Ho un leggero accento, vorrei direi accento italiano, ma la maggior parte delle volte mi chiedono se sono russa, argentina o molto generalmente europea. È sicuramente un ostacolo non avere un accento perfetto americano perché ci sono molti ruoli che non posso fare, interpretare la sorella o la figlia di un americano, per esempio. Ma c’è molto spazio per personaggi di cui non è importante la provenienza, l’etnia o l’accento... C’è spazio per la diversità. E il mio accento e il mio background italiano possono giocare a mio favore: mi rendono unica. Mi capita spesso di ricevere complimenti sul mio accento. Con il tempo, però, voglio lavorare sempre di più per ridurlo e cercare di raggiungere una perfetta padronanza dell’americano».

Le serie televisive

E, appunto, il futuro: «Il mio sogno è quello di essere un’attrice di successo qui a New York, sia di teatro sia di cinema e tv. I miei dream roles teatrali sono: Connie in The Effect e Kyra in Skylight. In questo momento sto lavorando parecchio, oltre che a teatro, anche a diversi cortometraggi indipendenti. Tra gli ultimi che ho fatto c’è “Monster”, in cui interpreto il personaggio di Ava, un’attrice che sta lavorando sul set della commedia romantica Kissland. A questa commedia lavora anche il suo ragazzo, Joel, che è un filmmaker che su questo set si occupa di registrare l’audio. A un certo punto del film, dopo un pesante litigio con Ava, Joel esce di casa e si ritrova nel mezzo di Times Square, dove guarda in alto e in uno dei grandi billboard della piazza vede la pubblicità di Kissland con Ava e Cole. Questa scena l’abbiamo girata recentemente e hanno realmente messo su uno dei tabelloni di Times Square la pubblicità di questo finto “film nel film”. Vedersi su uno degli enormi schermi di Times Squares è stato assurdo, sicuramente uno degli highlights della mia carriera finora. Per il futuro spero di continuare a lavorare sempre di più e a progetti sempre più grandi. Mi piacerebbe molto essere protagonista in una serie tv. Vorrei recitare in una serie come “Severance” di Ben Stiller o “Fleabag” di Phoebe Waller-Bridge o Normal People».

«Anche se per arrivare al successo in questo campo, lo studio e l’impegno non bastano. La fortuna e le conoscenze giuste giocano un ruolo importantissimo. Ma la dedizione, lo studio e i sacrifici sono fondamentali».

Secondo Diletta sono importanti sia l’impegno sia lo studio: «Non credo troppo nel talento da solo, credo molto nel duro lavoro e nella determinazione. Anche se per arrivare al successo in questo campo, lo studio e l’impegno non bastano. La fortuna e le conoscenze giuste giocano un ruolo importantissimo. Ma la dedizione, lo studio e i sacrifici sono fondamentali. È importante darsi da fare ed essere preparati e pronti per non essere colti di sorpresa e impreparati quando l’opportunità giusta arriva. Io sto cercando di impegnarmi al massimo: ogni giorno faccio audizioni, o prove o sono su un set. In questo momento sono molto contenta dei miei progetti e degli obiettivi raggiunti. A ogni nuovo progetto a cui prendo parte mi sembra di crescere molto come artista e spesso da un progetto che faccio, conosco nuova gente del settore e ne nascono di nuovi. La scena cinematografica indipendente di New York offre davvero tantissimo ad una giovane attrice che ha tanta voglia di lavorare e di darsi da fare».

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