Bollette, le ricevute da conservare
Tempi diversi per acqua, luce e gas

Per l’elettricità, ad esempio, le regole cambiano tra le utenze di casa che comprendono il canone Rai e quelle che invece non sono residenziali. Qui un vademecum per non sbagliare.

Nell’era dei formati elettronici o digitali come comportarsi con le bollette da pagare e le relative ricevute di pagamento? Sono ancora molte, infatti, le persone, non necessariamente tutte anziane, che non hanno la dimestichezza necessaria con l’informatica e i servizi on line, alle quali si sommano quelle legate alle tradizioni, per cui vale solo la carta, denaro contante compreso.

Vediamo quindi le mosse corrette da compiere quando si paga una bolletta, partendo da quella di conservare le ricevute di pagamento, perché, spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, l’associazione a difesa dei consumatori e dell’ambiente della Cisl, «se la società che eroga il bene o il servizio imputasse una morosità, l’unico modo per dimostrare il contrario è di presentare la ricevuta del pagamento. A meno che – prosegue Busi – si sia scelto di pagare tramite la domiciliazione bancaria: in questo caso non è necessario conservare le ricevute di pagamento poiché si può risalire al versamento tramite l’estratto conto».

Nel caso del pagamento tradizionale tramite bolletta, la notizia positiva è che le ricevute non devono essere conservate all’infinito ma solo sino a quando entra in gioco la prescrizione del versamento: dopo la scadenza di tale termine, infatti, qualsiasi pretesa di pagamento non ha fondamento legale. Vediamo di seguito le tempistiche per i servizi principali, che, ve lo anticipiamo, sono una sorta di percorso a ostacoli tra il calendario. Partiamo dalle bollette di luce, acqua e gas. «Nel caso delle bollette per l’energia elettrica – spiega Mina Busi – per le utenze domestiche non residenziali dal primo marzo 2018 non è più necessario conservare le ricevute per cinque anni ma solo per due. Per quanto concerne invece le utenze domestiche residenziali, la legge di Stabilità 2016 ha decretato che il canone Rai venga addebitato automaticamente (tranne alcuni casi specifici) proprio nelle bollette dell’energia elettrica dell’abitazione di residenza. Dato che le ricevute per il canone tv vanno conservate per dieci anni, automaticamente anche le ricevute delle bollette elettriche dell’utenza domestica residenziale, dal 2016 in poi, devono essere conservate per dieci anni; quelle pagate prima del 2016 vanno invece conservate per cinque anni».

Dal marzo di quest’anno, per le utenze non residenziali, si può iniziare quindi iniziare a sfoltire le ricevute delle bollette della luce pagate da marzo 2018 e poi, mese dopo mese, le successive; di contro, sempre per le stesse utenze, bisogna stare attenti a conservare per cinque anni le ricevute dei pagamenti effettuati sino al 28 febbraio 2018: in questo caso si può cominciare a eliminare le ricevute dei versamenti effettuati prima del febbraio 2015 e poi, mese dopo mese, quelle successive. Anche per le bollette di acqua e gas le ricevute dei pagamenti vanno ora conservate per due anni (anche in questo caso erano cinque), partendo però da date diverse (altrimenti sarebbe troppo facile e non saremmo in Italia). «Per le ricevute delle bollette del gas – spiega Busi – i due anni di conservazione scattano dal primo gennaio 2019, mentre per quelle pagate fino al 31 dicembre 2018 sono necessari cinque anni. Per le bollette dell’acqua, invece, l’obbligo di conservare le ricevute per soli due anni è scattato dall’inizio di quest’anno; quelle pagate fino al 31 dicembre 2019, invece, andranno conservate per cinque anni».

«Le bollette del telefono – prosegue la presidente di Adiconsum Bergamo – hanno mantenuto l’obbligo di conservare le ricevute per cinque anni, quindi attenzione a non buttarle via prima». Anche per le ricevute riguardanti le spese condominiali, le rate del mutuo o di finanziamenti e i canoni di locazione l’obbligo di conservazione è di due anni. Al di là delle ricevute, per quanto concerne le bollette di luce e gas l’atteso passaggio dai servizi di maggior tutela al mercato libero è slittato al primo gennaio 2022. Le tariffe di luce e gas vengono ancora determinate dall’Arera secondo un regime di prezzi tutelati.

Ricordiamo che l’Autorità di regolazione per energia teti e ambiente è un organo collegiale composto dal presidente e da quattro componenti nominati con decreto del presidente della Repubblica e svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. «In attesa del mercato libero – osserva Mina Busi – gli utenti possono già scegliere di passare al mercato libero, individuando il fornitore preferito e stipulando un contratto alle condizioni scelte e di gradimento, superando così in anticipo le tariffe prestabilite dall’Arera. Bisogna però ricordare che la liberalizzazione riguarda solo la componente del consumo di energia e non le altre voci, come gli oneri di sistema e i costi di trasporto, che rimangono predeterminati. Per decidere al meglio sarà utile comparare le varie tariffe proposte. Per agevolare il passaggio – conclude Busi - potranno esserci delle offerte di tipo placet, dove i prezzi vengono concordati tra le parti (il fornitore le propone ed il consumatore decide se aderire o meno) ma le condizioni di erogazione e di fatturazione rimangono quelle stabilite dall’autorità, in modo da tutelare maggiormente il cliente con regole prestabilite e uniformi». Per ulteriori info si può contattare Adiconsum Bergamo: telefono 035/324.580 – e-mail [email protected].

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