Capriate, picchia la sorella e tenta di aggredire i carabinieri: preso

L’ARRESTO. L’intervento dei militari dopo l’ennesima aggressione per soldi. Il giudice ha disposto il carcere per l’uomo di 55 anni.

Ha chiamato il 112 spiegando che il fratello, violento, la voleva malmenare. Mercoledì pomeriggio, 3 aprile, i carabinieri di Capriate sono quindi prontamente intervenuti, intorno alle 18, a Capriate: giunti sul posto, la donna è corsa loro incontro con visibili segni rossi sul viso e chiedendo di essere aiutata. Il fratello, in evidente stato di alterazione, si è scagliato contro i carabinieri, colpendoli con calci e pugni e provando a estrarre la pistola dalle loro fondine, oltre a minacciare di morte loro e le rispettive famiglie.

Dopo alcuni attimi concitati, i carabinieri sono riusciti a bloccare e ammanettare l’uomo che, solo all’arrivo di un’automedica del 118, ha iniziato a calmarsi. Visto il suo elevato stato di agitazione, è stato condotto in ospedale per accertamenti. Nato a Pompei, 55 anni, è stato processato giovedì per direttissima. Già noto alle forze dell’ordine della zona per vicende di tossicodipendenza, era residente a casa della sorella da dicembre, dove stava scontando la misura della libertà vigilata. A suo carico una condanna per resistenza e lesioni del 2017, oltre a un’assoluzione, per incapacità di intendere e volere, sempre per reati violenti. Fino a inizio gennaio la convivenza era stata tranquilla, poi erano iniziate le richieste di soldi: 15-20 euro per volta, con cadenza quotidiana. Verso marzo sono iniziate le minacce anche di morte, come ha raccontato la sorella. Mercoledì, al suo rifiuto di consegnare la somma richiesta, il fratello ha dato in escandescenze, spingendola a chiudersi in camera e ad allertare le forze dell’ordine. Secondo la donna, che ha formalizzato querela per maltrattamenti, nel tempo trascorso prima dell’intervento dei militari, il fratello avrebbe prima sfondato la porta a calci e poi l’avrebbe colpita. Convalidato l’arresto, l’imputato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice, vista l’indole violenta e la difficoltà di individuare misure alternative che tenessero conto della fragilità dell’uomo, ne ha disposto la custodia in carcere, in attesa della prossima udienza del 16 aprile.

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