Coronavirus, quintuplicati i casi di variante Delta nella Bergamasca

Dai 7 positivi di due settimane fa ai 37 del 20 luglio. Antonioli (Ats): «Focolai familiari sotto controllo, ma teniamo alta l’attenzione». Tracciamento: «Molti positivi “nascondono” i loro contatti stretti: non va bene».

La notizia negativa, ma inevitabile, è che la variante Delta cresce anche a Bergamo. Quella che dà fiducia, invece, è doppia: non ci sono focolai se non quelli «classici» familiari, e l’aggressività patologica non è maggiore rispetto ai ceppi precedenti. La nuova mutazione è però ormai prevalente, avendo soppiantato l’Alfa (quella inglese), ed evidenzia un rischio ulteriore: già in tre casi bergamaschi si è evidenziata una «sottovariante» della Delta, cioè una lieve ma ulteriore mutazione del virus rispetto all’identikit tipico della Delta. «Anche da noi la Delta sta aumentando: il passaggio tra l’Alfa e la Delta (in fatto di prevalenza, ndr) è già avvenuto, come nel resto della Lombardia», è il punto tracciato ieri da Lucia Antonioli, direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo, ospite del telegiornale di Bergamo Tv.

La Delta, spiega Antonioli, «è una variante che si diffonde molto più facilmente, è molto più contagiosa. Fortunatamente, non sembra essere più aggressiva: i numeri di ricoveri e terapie intensive non aumentano. Questo però non significa che possiamo permetterci di allentare le regole: distanziamento, mascherina e divieto di assembramenti. È in quelle situazioni di assembramento che il virus si diffonde più facilmente». I numeri sulla proliferazione della Delta mostrano una crescita significativa in termini percentuali, anche se quelli assoluti restano contenuti: «Anche se i numeri sono ancora bassi da noi – rileva Lucia Antonioli –, occorre dire che la prevalenza della variante è quintuplicata: dai 7 casi del 6 luglio siamo arrivati ai 37 del 20 luglio. Il rischio è che più si diffonde e più possono intervenire ulteriori varianti: nei tamponi analizzati sono già state individuate tre sottovarianti della Delta. Questo è il meccanismo che il virus utilizza per sopravvivere, per rendersi ancora più forte e continuare a diffondersi. Non abbiamo fortunatamente situazioni di focolai grossi: si tratta eventualmente di focolai familiari, come da gennaio, che riusciamo a tenere sotto controllo».

Ma chi sono i contagiati della Delta? «Ci sono anche persone vaccinate – rileva Antonioli –, per questo occorre massima attenzione. In generale comunque da noi i sintomi sono lievi, da classica influenza: di casi più gravi, di fatto, non ne registriamo. Sappiamo che il vaccino protegge dalla malattia seria, ma non sempre dall’infezione: per questo motivo occorre mantenere le precauzioni. Potremmo avere a che fare con ulteriori varianti, che diventerebbero di maggior preoccupazione anche rispetto alla risposta del vaccino». Sequenziamento e tracciamento sono le certezze su cui occorre insistere. Ma l’estate porta con sé una tendenza pericolosa quando si affrontano le inchieste epidemiologiche: i nuovi positivi spesso non rivelano tutti i propri contatti stretti, per evitare loro una quarantena che altrimenti potrebbe compromettere le vacanze. «Ultimamente sta emergendo la tendenza dei positivi a negare l’esistenza di contatti stretti – ha aggiunto Antonioli sempre al tg di Bergamo Tv –: tendono a dichiararne meno di quanti sono. Si ripete quello che è successo lo scorso anno nel periodo delle vacanze: le persone sono stanche di stare a casa, vogliono andare in ferie. Così facciamo fatica nelle inchieste, le informazioni bisogna carpirle. E questo non va bene». Nel contact tracing, d’altronde, in caso di variante si risale ai contatti stretti sino ai 14 giorni precedenti l’emersione dell’infezione, e per i contatti (anche se negativi) è previsto un isolamento di dieci giorni con tampone molecolare al termine. Sui viaggi verso l’estero, Antonioli consiglia «di verificare sui siti dei Paesi di destinazione le norme da rispettare. Anche il sito dell’Ats è dettagliato. I controlli negli aeroporti? Sono a campione, perché le persone sono tante. Bisogna fare appello al senso civico delle persone perché viaggino in regola».

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