«Così ho salvato il cuore di mia figlia»
Migliora la mamma di Medolago

La 40enne si era sentita male lunedì sera al centro sportivo: rianimata con il defibrillatore. A praticarle il massaggio cardiaco il padre, fondatore della Croce Bianca di Calusco.

Anni e anni di sangue freddo e dedizione per soccorrere perfetti estranei nel momento del bisogno gli hanno consentito di salvare la vita a sua figlia. «Sudavo freddo», confida ricordando gli attimi concitati di lunedì 22 ottobre, al centro sportivo di Medolago, mentre stava praticando il massaggio cardiaco a sua figlia, caduta improvvisamente a terra per un malore, nelle ultime fasi dell’allenamento di calcio del nipotino.

Ma con la modestia che lo contraddistingue lui, Guido - preferisce non dire il cognome - tra i fondatori della Croce Bianca di Calusco, che ha presieduto per anni, non fa che ringraziare «di cuore per quanto hanno fatto» i due allenatori del Medolago calcio intervenuti insieme a lui: «Sono stati meravigliosi». Ora sua figlia, che ha 40 anni ed è mamma di due bambini, con casa a Carvico, si trova ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è stata portata lunedì sera dopo i primi soccorsi. E dove, spiega il marito della donna, «l’hanno svegliata, ha parlato, i parametri vitali sono buoni. Aspettiamo di entrare per vederla, salutarla e magari abbracciarla».

Il malore, un arresto cardiaco, l’ha colta negli spogliatoi degli impianti di via Adda, dove la donna era giunta insieme a suo padre per ritirare il suo bambino di sei anni che ha iniziato da poco la scuola calcio. «Con mia figlia abbiamo raggiunto verso le 19 il centro sportivo per portare a casa mio nipote – ricorda Guido –. Mentre si attendeva la fine dell’allenamento dei bambini sono andato a bordo campo e mia figlia è rimasta vicina alla palazzina spogliatoi. Poi, come ho saputo in seguito – prosegue –, lei a un certo punto è entrata in un spogliatoio per aiutare un bambino in difficoltà, e improvvisamente si è sentita male ed è caduta a terra priva di sensi».

La corsa nello spogliatoio

Avvertito di quanto stava succedendo, Guido s’è precipitato nello spogliatoio «e ho visto mia figlia riversa a terra. Nello stesso momento sono arrivati due giovani allenatori provvisti di defibrillatore – continua – e velocemente abbiamo iniziato le operazioni per far ripartire il cuore di mia figlia. Io mi sono dedicato al massaggio cardiaco, un allenatore ha fatto la respirazione bocca a bocca e l’altro ha usato il Dae e dopo pochi minuti siamo riusciti a farla riprendere».

L’arrivo dei soccorritori del 118

Nel frattempo sono arrivate due automediche e un’ambulanza il cui personale ha continuato le operazioni. «Mentre massaggiavo sudavo freddo – prosegue il papà della 40enne –. Non era la prima volta che facevo questo tipo di operazione, l’ho fatto su numerose persone, ma in quel momento era mia figlia che aveva bisogno dei miei massaggi, del mio aiuto per salvarle la vita. Mi sono detto “devo rimanere freddo e fare le cose bene”. Siamo riusciti a far ripartire il suo cuore grazie ai due allenatori che sono stati veloci e pronti a usare il defibrillatore. A loro va un grazie di cuore per quanto hanno fatto, sono stati meravigliosi. Il loro intervento è stato fondamentale. Adesso speriamo e confidiamo che mia figlia riesca a superare questo momento critico perché deve ritornare tra noi, ci sono due bambini che l’aspettano con ansia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA