Covid, l’appello dei genitori: «A scuola le quarantene vanno semplificate»

Il Coorcoge interviene per chiedere di rivedere le norme. Ravasio: «Adottiamo le stesse regole del mondo extrascolastico».

Raccontare cosa non va nell’idea di gestione delle quarantene nelle scuole significa aprire un vaso di Pandora. Il Coorcoge, il Coordinamento dei Comitati genitori della provincia di Bergamo, lo sa bene: quotidianamente raccoglie le segnalazioni delle famiglie, alle prese con i problemi legati al trasporto e anche con quelli delle regole delle quarantene scolastiche, diverse da quelle che riguardano tutti gli altri ambiti lavorativi.

«Siamo in attesa di capire – dice Monica Ravasio, presidente del Coorcoge – se arriveranno le semplificazioni promesse perché non è possibile continuare in questo modo. Abbiamo spinto perché anche i ragazzi si vaccinassero, e in Bergamasca abbiamo raggiunto un livello di vaccinazioni anche per gli studenti delle superiori vicino 90%, senza contare che siamo sopra la media regionale e nazionale anche per quello che riguarda le vaccinazioni dei più piccoli. Non si capisce perché chi ha scelto di vaccinarsi non possa avere dei vantaggi. I problemi restano tanti: i tracciamenti sono lunghi, le segnalazioni arrivano dopo giorni. Per assurdo la cosa che funziona meglio è il passaparola con le scuole, i referenti Covid e i genitori».

La situazione più delicata è alla scuola dell’infanzia, per la quale anche l’assessore all’Istruzione di Bergamo, Loredana Poli, ha sottoscritto un appello nei giorni scorsi per modificare le regole della quarantena. «Ci sono aspetti che non ci spieghiamo – aggiunge Ravasio –. La quarantena per le scuole va rivista. La maggior parte dei ragazzi che si trova in quarantena è asintomatico, e se non fosse stato per il tampone scolastico non avrebbero saputo di essere positivi. In questi mesi abbiamo dato a tutti la possibilità di mettersi in sicurezza, quindi anche le persone che sono a casa (genitori, nonni) sono più tutelate. Ora è arrivato il momento di tutelare maggiormente i ragazzi. Per lo meno accorciando la quarantena per chi è vaccinato. Per chi gravita nel mondo extrascolastico di fatto la situazione è già così: se si è vaccinati non c’è obbligo di stare a casa per il contatto stretto con un positivo, ma solo l’obbligo di autosorveglianza e mascherine Ffp2. Perché non si può fare lo stesso con chi va a scuola? Di fatto è ancora il posto più sicuro. Buona parte dei contagi attuali infatti non sono arrivati dalle aule dopo la ripresa natalizia, ma dal periodo precedente. La mia impressione è che la scuola continui a essere l’ultima ruota del carro. C’è sempre una miopia nei confronti di questo mondo che paghiamo con le psichiatrie piene, con i centri anoressia pieni, con ragazzi che non riescono ad accedere a percorsi psicologici. Tutto questo va sistemato».

La raccolta firme

E, nei giorni scorsi, le stesse richieste sono state rilanciate a livello lombardo con una raccolta di firme su change.org. La petizione per modificare le regole della quarantena anche nel mondo della scuola ha superato ampiamente le 3mila firme ed è stata indirizzata ai ministri dell’Istruzione e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, oltre che al commissario straordinario Francesco Figliuolo. In realtà, le istanze sembrerebbero essere già state prese in considerazione visto che già da qualche giorno il Governo starebbe lavorando alla semplificazione dell’attuale normativa. Il risultato dovrebbe essere reso noto nelle prossime ore.

C’è infine un altro capitolo che preoccupa i genitori. Quello dei trasporti. «Non è cambiato niente – sottolinea Ravasio –, spesso i ragazzi aspettano i mezzi al freddo, la situazione è disastrosa. Poi sappiamo che le corse che sono state soppresse dall’Agenzia Tpl, per mancanza di autisti, per ora non hanno riguardato il servizio scolastico. Anche questo non ci fa stare tranquilli».

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