Covid, si prepara la campagna per la 3 a dose: uno studio per individuare la platea

Regione e Bicocca al lavoro. Corrao: «Quarta ondata, settembre mese cruciale per l’effetto-vacanza».

Sarà uno dei tasselli della campagna d’autunno, nel lungo cammino di convivenza col virus. Per pianificare la terza dose del vaccino, per capire da quali soggetti partire e in attesa di un disegno più uniforme a livello nazionale, occorre giocare d’anticipo: la Regione, in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano, sta così avviando uno studio per individuare le categorie da cui si dovrebbe iniziare con la terza inoculazione del vaccino. Perché è questa una delle sfide su cui si gioca il futuro prossimo della lotta al Covid, insieme alla gestione attenta delle scuole e dei mezzi di trasporto. Lo sottolinea il professor Giovanni Corrao, ordinario di Statistica medica all’Università Bicocca di Milano, tra i più attenti conoscitori dei numeri pandemici. «Per settembre non sarei così tranquillo sulla coda di questa ondata – premette l’accademico –. Cosa occorre fare? Prendere in mano la questione del trasporto pubblico, che non è stata mai seriamente affrontata in maniera sistemica. Poi servirà un importantissimo monitoraggio di ciò che avviene nelle scuole. E una programmazione attenta della terza dose del vaccino. La Regione qui si sta muovendo bene: stiamo per avviare uno studio per individuare quali sono gli individui più suscettibili al ritorno del virus. Questo studio presumibilmente coinvolgerà il territorio della Val Padana, da Cremona a Mantova, e in secondo luogo numerose Rsa in tutta la Lombardia».

La possibile platea

Il tema, d’altronde, è di attualità. «Le prime elaborazioni sull’efficacia della terza dose sono promettenti, anche se – specifica il professore – è un tema molto dibattuto ma su cui un solo Paese ha effettivamente già iniziato, Israele». E, aggiunge Corrao, sarà importante capire quale sarà la propensione della cittadinanza: «C’è uno zoccolo duro che è diffidente o contrario alla seconda dose, occorrerà capire quale sarà l’atteggiamento anche rispetto alla terza». Fragili, over 80 e operatori sanitari, secondo quanto già dibattuto nelle ultime settimane, potrebbero (o dovrebbero) essere i primi destinatari di questo «richiamo-bis».

La motivazione ha a che fare sia con la maggior aggressività clinica del virus sugli anziani o su chi già convive con una patologia pregressa, sia con una questione temporale: per gli operatori sanitari e gli ospiti delle Rsa la profilassi è scattata a inizio anno, gli over 80 da fine febbraio, e quindi a stretto giro inizierà a scadere quella teorica copertura anticorpale di nove mesi presa come «convenzione» tra l’altro per il green pass. In Lombardia, secondo i numeri del governo (a loro volta basati su quanto notificato dalle Regioni), gli ultraottantenni (compresi quelli nelle Rsa) raggiunti dalla campagna vaccinale nei mesi scorsi sono 730 mila, i «camici bianchi» sono invece oltre 300 mila; vanno aggiunti poi gli «estremamente vulnerabili», per esempio i malati oncologici. In gioco c’è quindi una campagna che potrebbe riguardare poco più di un milione di lombardi, di cui circa 110 mila bergamaschi.

«Futuro endemico»

Mentre si pianifica la campagna d’autunno, si fanno ancora i conti col presente del virus. L’ondata estiva, riflette Corrao, «era assolutamente prevedibile, per due elementi. Il primo si lega alla sbornia post-Europeo, con tutto quel che è successo: quello è stato l’evento acuto, ma più in generale le occasioni di contatti frequenti e a rischio si sono moltiplicate nell’ultimo periodo. L’altro fattore è ovviamente la maledetta variante delta: ha una capacità di moltiplicarsi nell’organismo nettamente superiore alle varianti precedenti, quindi con una trasmissibilità di gran lunga superiore». Ma siamo già al picco? «Non ne sarei così sicuro – spiega Corrao –. Chiaramente c’è una buona copertura immunitaria indotta dal vaccino, anche se occorre tener conto del fatto che nuovi dati, compresi i nostri elaborati sulla Lombardia, suggeriscono che il vaccino protegga meno rispetto alla variante delta». Settembre sarà un mese cruciale. «Alla coda dell’holiday-effect, cioè all’effetto delle vacanze descritto in letteratura, si affiancherà la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività produttive», ricorda l’epidemiologo. Vaccinare resta decisivo, pur con una consapevolezza di fondo: «Il concetto di immunità di gregge non regge più, lo sappiamo anche dall’influenza: ogni anno dobbiamo richiamare la vaccinazione perché compaiono mutanti del ceppo. Il futuro di questa malattia è endemico, appunto simile all’influenza: il vaccino sarà uno degli strumenti per contenerla e controllarla, ma non l’unico».

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