Covid, vaccini: adesioni oltre il 50% per la fascia 5-11 anni

Il numero di prime dosi (15.724) e di appuntamenti fissati (23.795) ha superato la metà dei bambini che possono essere immunizzati.

In un mese, un bambino su due ha detto «sì». O per essere più formali: hanno detto sì i genitori di un bambino su due.

Un mese fa, il 16 dicembre, iniziava l’ultimo miglio della campagna vaccinale anti Covid: mettere in sicurezza anche i più piccoli, i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Percorsi specifici, ambienti confortevoli, orari comodi – il pomeriggio nei giorni feriali, la giornata intera il sabato e la domenica – sono i perni di una strategia volta a incentivare l’immunizzazione. Per la protezione dei bambini e, più in generale, per ridurre la circolazione virale, garantendo anche la continuità della didattica in presenza.

Gli ultimi dati, condensati nella fotografia tracciata dall’assessorato regionale al Welfare, indicano un’adesione di poco superiore al 50% in Bergamasca: al 14 gennaio in provincia di Bergamo si contavano 15.724 prime dosi già somministrate e 23.795 appuntamenti fissati dal 15 gennaio in poi. Il totale delle adesioni (prime dosi già somministrate più prenotazioni) segnalava così 39.519 bambini finora coinvolti nella campagna, a fronte di una platea di 73.943 aventi diritto: si è arrivati al 53,4% di «sì».

I bambini già raggiunti dalle iniezioni sono appunto 15.724, il 21,3%: un bambino su cinque, in Bergamasca. I numeri suggeriscono che la corsa è partita senza uno sprint, ma accumulando velocità. Era stato così anche per le prenotazioni, aperte dal 12 dicembre: nella prima giornata avevano chiesto l’appuntamento solo 1.677 persone (Bergamo era superata dalle aree dell’Ats di Brescia, Insubria, Brianza e Milano), il giorno dopo si era saliti a 2.978, dopo altre 24 ore a 4.092, ancora il 15 dicembre si era arrivati a 5.184. Il 29 dicembre una prima «boa» per saggiare il polso della campagna, erano 7.310 i bambini con già la prima dose; al 5 gennaio si contavano 10.219 prime dosi. Via via, il passo si è fatto più rapido. Tra l’altro al 29 dicembre le adesioni totali erano 25.432, quindi nelle ultime due settimane se ne sono aggiunte circa 14mila: un migliaio al giorno.

Partite le seconde dosi

Intanto sono cominciati anche i richiami, alla scadenza del ventunesimo giorno dalla prima iniezione: dei 15.724 bambini che hanno ricevuto la prima dose, in 3.721 (il 5% della platea) hanno avuto anche la seconda completando così il ciclo vaccinale primario. I dati riferiti all’intera Lombardia, aggiornati a ieri mattina, segnalano che 170.608 bambini hanno già ricevuto almeno la prima dose, il 26,8% di una platea composta in totale da 637.165 piccoli tra i 5 e gli 11 anni; in 38.858 (il 6% della platea) hanno già avuto anche il richiamo, completando il ciclo vaccinale primario.

Per quanto riguarda la copertura vaccinale, al netto degli appuntamenti già fissati, Bergamo è leggermente sotto la media regionale. Con una precisazione: la fotografia sull’intera Lombardia comprende anche le attività di sabato 15 gennaio (e il sabato e la domenica sono le giornate più intense per le immunizzazioni dei bambini), quelli orobici si fermano a venerdì 14. Sul fronte delle adesioni, invece, è decisamente sopra: come si diceva, il 53,4% contro il 36 a livello lombardo pari a 231.459 adesioni.

La circolazione virale

In Bergamasca ora, l’obiettivo è convincere quel 46,6% di famiglie che ancora non ha aderito alla profilassi.

Non è semplice, né tantomeno ci si attende una partecipazione totale alla campagna: nei mesi scorsi, ancora prima dell’avvio delle iniezioni, a livello nazionale era stato indicato come obiettivo realistico raggiungere il 50% di «sì» al vaccino nella fascia dei più piccoli. Ci si è sostanzialmente già arrivati, anche se nel frattempo lo scenario è mutato e alcuni fattori possono aver dato una spinta in più alla scelta in favore dell’immunizzazione.

La quarta ondata a livello di contagi è stata più pesante del previsto, ma si sono introdotte anche misure «premiali» per i vaccinati in fatto di limitazione della quarantena. E dunque: vaccinarsi per proteggersi dal virus, e vaccinarsi per ridurre l’isolamento in caso di positività o di «contatto» con un positivo. Per fare un confronto, negli adolescenti bergamaschi tra i 12 e i 19 anni – le cui iniezioni sono partite dallo scorso giugno – l’adesione è vicina all’86%.

Da questa settimana si inizierà a leggere l’effetto della ripresa delle scuole sulla circolazione virale.

Gli ultimi dati degli epidemiologi di Palazzo Lombardia, relativi alla settimana tra il 27 dicembre e il 2 gennaio, evidenziavano che – nonostante si fosse già nelle vacanze natalizie – l’incidenza del contagio nella popolazione di età scolare era superiore a quella degli adulti. Al 2 gennaio, appunto, quando l’incidenza «globale» della Lombardia era a 1.955 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, la fascia 6-10 anni era invece a quota 2.509, la fascia 11-14 anni a quota 2.754 e la fascia 14-18 anni addirittura a 3.902.

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