Dalla Russia in arrivo 150 specialisti
L’ospedale pronto la prossima settimana

Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: arriverà mercoledì sera dalla Russia a Bergamo un contingente di 150 medici, operatori sanitari e sanificatori che lavorerà nell’ospedale da campo dell’Associazione nazionale Alpini.

Arriverà nella serata di mercoledì 25 marzo dalla Russia a Bergamo un contingente di 150 medici, operatori sanitari e sanificatori che lavorerà nell’ospedale da campo dell’Associazione nazionale Alpini: lo ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana nella consueta conferenza stampa di metà giornata spiegando che si tratta di personale altamente qualificato con «rianimatori ed immunologi».

Intanto proseguono senza sosta i lavori al cantiere della Fiera di Bergamo dove è in dirittura d’arrivo l’allestimento dell’ospedale da campo dell’Ana. L’appello lanciato lunedì 23 marzo da Confartigianato Imprese di Bergamo per reclutare muratori, fabbri, stuccatori, montatori, carpentieri, cartongessisti, imbianchini e tutti coloro in grado di dare una mano gratis ai volontari dell’Ana nell’allestimento del loro ospedale da campo alla Fiera, in poche ore ha registrato un overbooking di adesioni. L’associazione di categoria, complice lo stop ai cantieri imposto per profilassi anti Covid-19, s’è presentata con un’offerta dieci volte maggiore al numero di addetti da impiegare preventivato inizialmente nei progetti.

«I lavori sono impressionanti - ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera -. C’è un grande impegno di chi sta lavorando per realizzare questo ospedale che prevediamo sarà pronto per l’inizio, la metà della prossima settimana». Con i medici di Emergency anche i medici russi in arrivo.

Montaggio, fine entro domani

Quindi le operazioni di montaggio del presidio ospedaliero hanno notevolmente accelerato e già giovedì 26 marzo, nel pomeriggio, a meno di 72 ore dall’inizio dei lavori, potrebbero essere concluse. Certo, poi comincerà la fase più delicata, ossia l’installazione dei circuiti di gas medicali necessari per la terapia intensiva, operazione che verrà portata a termine da ditte specializzate e che richiederà probabilmente dai 5 ai 7 giorni.

«L’obiettivo è quello di rendere operativo questo ospedale entro una settimana o al massimo 10 giorni», hanno dichiarato ieri l’assessore regionale alla Protezione civile Pietro Foroni e quello alle Infrastrutture Claudia Terzi, giunti ala Fiera per un sopralluogo e per ringraziare l’Ana e tutti i volontari al lavoro.

Confartigianato aveva già offerto la disponibilità nei giorni scorsi e attendeva il via libera. Il presidente Giacinto Giambellini aveva fatto circolare la voce tra i suoi associati e confessa che faticava a tenerli a freno. «Sono arrivate subito decine e decine di adesioni», racconta ora. Il semaforo verde scatta nel primo pomeriggio di lunedì e alle 15 Confartigianato può diramare l’appello, che tramite qualche associato finisce anche dalle parti della Curva Nord. La tifoseria nerazzurra, notoriamente sensibile in tema di solidarietà, recepisce e rilancia sul profilo Fb “Sostieni la Curva”. Le risposte non si fanno attendere e piovono copiose, tanto che sia Confartigianato che gli ultrà a un certo punto sono costretti a dire basta. Morale: alle 19, e cioè a sole quattro ore dall’appello, Giambellini si presenta in Fiera con 80 tra manovali, falegnami, cartongessisti, e 35 imbianchini, parte dei quali reclutata tra la tifoseria atalantina.

La prima squadra si mette al lavoro da subito, fino alle 2 di notte, la seconda entra in servizio alle 6 dell’indomani mattina e a pomeriggio inoltrato era ancora all’opera. «In totale abbiamo a disposizione 160 volontari - fa di conto Giambellini -, al lavoro per ogni turno ce ne sono dalle 60 alle 80. Hanno dato del loro, il loro lavoro, materie prime, senza risparmiarsi in una lotta contro il tempo per salvare vite. Li voglio ringraziare tutti perché stanno dimostrando che Bergamo ha un grande cuore che vuole continuare a battere e a trovare la speranza anche in questi momenti bui».

Ultimate 11 stanze su 14. Sotto la guida dei tecnici Ana e lavorando a fianco del personale alpino, gli artigiani stanno realizzando le camere del futuro ospedale montando pannelli di legno e verniciandoli con una sostanza speciale. «Al momento abbiamo allestito 11 stanze sulle 14 previste», spiega soddisfatto Antonio Tonarelli, direttore logistico dell’Ana quando sono 1e 18,30 di ieri. Tre turni di 8 ore ciascuno, si lavorerà anche di notte. «In totale sono 142 posti letto - illustra Tonarelli -, 102 dei quali saranno attrezzati per essere, variabilmente, da terapia intensiva o sub terapia intensiva a seconda delle condizioni di salute del paziente. Gran parte del materiale ci è stato donato dalle aziende che lo commercializzano, altro lo compriamo e altro ancora lo hanno portato i volontari. Senza il loro apporto non saremmo riusciti a operare così in fretta. Quello tra noi e loro è proprio un bel connubio. Una adesione così massiccia non sorprende, conoscendo la mentalità bergamasca, che è poi la mentalità degli Alpini».

Altro capitolo, il personale sanitario. L’aliquota di medici e infermieri cinesi che pareva destinata all’ospedale da campo non è ancora giunta e pare destinata a Brescia. Si partirà comunque, perché Emergency s’è dichiarata disponibile a schierare un team di 20 persone tra medici, infermieri, fisioterapisti e logisti. «Per farlo - dichiara la presidente Rossella Miccio - abbiamo richiamato alcuni nostri colleghi che lavoravano all’estero». Il resto del personale arriverà da Ana, dalla Regione al cui bando per 300 posti hanno risposto in 8.000, da un aliquota di sanitari russi sbarcati nei giorni scorsi e qualcuno probabilmente da qualche ospedale della Bergamasca.

«Abbiamo condiviso il progetto finale anche con Emergency, oltre che, ovviamente, con rappresentanti dell’ospedale Papa Giovanni, di cui la nostra struttura sarà una sorta di dependance, dell’Areu e della Regione - illustra Sergio Rizzini, direttore generale della Sanità Alpina -.Emergency tra il 2014 e il 2015 ha partecipato alla campagna in Sierra Leone per sconfiggere l’Ebola e la loro esperienza ci sarà utile».

Medici e logisti dell’associazione umanitaria fondata da Gino Strada sono a Bergamo da tre giorni. «Abbiamo proposto una riorganizzazione efficace degli spazi e dei flussi per ridurre al minimo la possibilità di contagio - racconta Miccio - E’ fondamentale che il movimento delle persone sia pensato e studiato in anticipo».

Fondi da Atalanta e Radici

Capitolo impianti per la somministrazione dell’ossigeno, quelli che verranno posizionati nella fase finale dell’allestimento e che rappresentano la parte più costosa del progetto: 330 mila euro, raccolti in due giorni dall’iniziativa dell’Accademia dello Sport, cui hanno aderito anche Radici Group (65 mila euro) e l’Atalanta (62 mila). «Abbiamo deciso di partecipare a questo progetto - recita una nota congiunta di Angelo Radici e Antonio Percassi - perché espressione della laboriosità made in Bergamo. Gli Alpini sono il simbolo di una provincia che fa del lavoro il suo valore principale. E’ un’iniziativa del territorio per il territorio e per questo motivo vogliamo farne orgogliosamente parte».

E un altro sostanzioso contributo economico per l’ospedale da campo arriverà da Intesa San Paolo, che ha stanziato 350 mila euro, che va ad aggiungersi ai 100 milioni destinati dall’istituto di credito alla sanità pubblica nazionale tramite la Protezione civile. E fino al 6 aprile Intesa San Paolo ha attivato sul sito www.forfunding.it una raccolta fondi per incrementare di altri 100 euro il budget stanziato per il presidio ospedaliero alla Fiera di Bergamo.

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