È finito il lockdown, ma non per i ladri
I furti restano la metà rispetto al 2019

Buone notizie dai dati delle forze dell’ordine: con la riapertura i reati sono ancora a -40% dall’anno scorso. Anche le violenze rimangono dimezzate. Solo truffe e frodi hanno «tenuto» (-13,6%) durante la chiusura del Paese.

La fine del lockdown non ha corrisposto, per fortuna, a una conseguente ripresa dei reati a Bergamo e provincia. Lo dicono i dati delle denunce raccolte da tutte le forze dell’ordine nella Bergamasca: tra il 3 maggio e il 23 giugno scorsi, ovvero dal giorno dell’allentamento delle misure restrittive per l’uscita dall’emergenza sanitaria, si sono registrati 3.017 reati nella Bergamasca, vale a dire il 39,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, quando i «delitti» (come vengono definiti in gergo) furono 5.017. In particolare i furti, tra i reati più fastidiosi e, in passato, più diffusi nella nostra provincia, hanno mantenuto un calo pari al 53,6% rispetto allo stesso periodo (dal 3 maggio al 23 giugno) dell’anno scorso, scendendo da 2.082 a 966.

Dunque i ladri, verrebbe da dire, non hanno fortunatamente ancora ripreso la piena «attività». Considerando anche il periodo di chiusura totale del Paese dovuta all’emegenza coronavirus, il numero dei furti in generale rispetto allo stesso periodo dell’anno prima ha registrato una diminuzione pari al 64,3%, scendendo da 4.920 a 1.757 nel periodo a confronto tra il 23 febbraio e il 23 giugno del 2019 e del 2020. I reati complessivi sono scesi, nei quattro mesi presi in esame, del 49,3%, ovvero dagli 11.902 del 2019 ai 6.032 di quest’anno. Sempre nei quattro mesi tra il 23 febbraio e il 23 giugno, i furti in abitazione hanno registrato un calo del 62,4%, scendendo da 649 denunce a 244. Anche i furti di auto hanno registrato un netto calo, complice il fatto che ci fossero durante il lockdown molte meno vetture in circolazione: tra fine febbraio e fine giugno 2019 le denunce erano state 228, negli stessi quattro mesi di quest’anno 98, con una diminuzione percentuale pari al 57%.

Altro reato sotto esame in questi mesi, prima di lockdown e poi di riapertura del Paese, è stato quello delle violenze domestiche: c’era infatti il timore che la presenza obbligata in casa avrebbe fatto crescere gli episodi. Invece i dati riferiscono di un calo, costante sia nei quattro mesi di lockdown e riapertura, sia negli ultimi due di sola riapertura: tra fine febbraio e fine giugno del 2019 le denunce di violenza domestica registrate da tutte le forze dell’ordine nella Bergamasca erano state 232, mentre nello stesso periodo di quest’anno 112, con un calo del 51,3%. Dal 3 maggio al 23 giugno, nel periodo dunque post lockdown, le denunce sono passate comunque da 97 a 46, con un -52,6%. Il sospetto di forze dell’ordine e centri antiviolenza è che, però, il numero reale delle violenze domestiche avvenute nelle case bergamasche sia stato maggiore e che il periodo dell’emergenza sanitaria abbia impedito alle vittime di denunciare i propri aguzzini: in realtà questo aspetto, se confermato, è proseguito anche dopo la riapertura del Paese. Anche le lesioni hanno registrato un netto calo – pari al 56,3% – tra i quattro mesi del 2019 (366 casi) e quelli del 2020 (160). In calo anche le violenze sessuali: 37 nel 2019, 14 quest’anno, con un -62,2%. L’assenza per due mesi di persone sul territorio ha fatto precipitare del 48,6% i danneggiamenti, scesi dai 1.652 del periodo 23 febbraio-23 giugno del 2019 agli 849 degli stessi quattro mesi di quest’anno.

Anche gli omicidi colposi, che solitamente sono conseguenze degli incidenti stradali con esito mortale, sono scesi da 11 a 5, con un -54,5%, probabilmente sempre per via del lockdown. E pure le estorsioni hanno registrato un netto calo durante il lockdown e ancora nessuna ripresa: nei quattro mesi del 2019 gli episodi erano stati 47, quest’anno sono stti 25, con un calo percentuale del 46,8%.

I reati che nel periodo di lockdown e post lockdown hanno invece registrato un calo minore rispetto agli altri sono le truffe e frodi e lo spaccio di stupefacenti. Truffe e frodi, molte perpetrate on line e dunque anche direttamente da casa, senza quindi impedimenti dovuti al lockdown, tra il 23 febbraio e il 23 giugno di quest’anno sono state 802, solo il 13,6% in meno rispetto allo stesso periodo di quattro mesi dell’anno scorso, quando furono 928. Quanto allo spaccio, negli stessi quattro mesi di quest’anno i reati sono stati 162, mentre l’anno scorso 182, pari all’11% in meno quest’anno.

Inevitabile anche il calo delle persone arrestate e denunciate da tutte le forze dell’ordine che operano a Bergamo e provincia. Tra il 23 febbraio e il 23 giugno dell’anno scorso erano finite in manette 334 persone, mentre quest’anno 170, con un calo del 49,1%. Calo che è proseguito anche nella fase post lockdown: dal 3 maggio al 23 giugno 2019 gli arresti erano stati 148, quest’anno 77, con un -48%. Quanto alle denunce a piede libero, nel periodo di quattro mesi (23 febbraio-23 giugno), l’anno scorso i denunciati erano stati 1.950, mentre quest’anno 1.389, con un -28,8%. Negli ultimi due mesi (3 maggio-23 giugno) si è passati dai 647 denunciati del 2019 ai 522 di quest’anno, con un calo percentuale del 19,2%.

Sintomo che, a fronte di una leggera ripresa dei reati, sta corrispondendo una immediata risposta da parte delle forze dell’ordine, che hanno ripreso con arresti e denunce, benché inevitabilmente con numeri ancora lontani rispetto all’anno scorso.

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