Escursioni in montagna, i soccorritori: «Valutare cosa si è in grado di fare». Ecco cosa sapere

Quattro interventi nelle giornate di martedì e mercoledì a Valbondione: il 10 agosto un paio di operazioni simili, per due escursionisti che avevano riportato una distorsione alla caviglia lungo il sentiero del Curò, appena sopra il punto in cui comincia la strada sterrata

. Nel primo caso stavano partendo le squadre del Soccorso alpino ma poi la persona infortunata è scesa in modo autonomo; nel secondo caso, sono partiti due tecnici con due mezzi fuoristrada per il trasporto con barella portantina ma poi la persona è riuscita a scendere in modo indipendente.

Mercoledì pomeriggio 11 agosto, invece, un uomo che si trovava a metà strada tra il rifugio Vodala e il parcheggio degli Spiazzi di Gromo non se la sentiva più di proseguire e ha chiesto soccorso: era a poca distanza dalla sua auto. Stavano partendo sia i tecnici Cnsas sia i Vigili del fuoco quando poi invece la situazione si è risolta grazie a un passaggio da parte di alcuni passanti.

In serata altra segnalazione per una persona che, a causa delle vertigini, non riusciva più a scendere dalla teleferica del Curò. «Si tratta di interventi per fortuna non gravi ma che impegnano soccorritori, mezzi e risorse. In alcuni casi si potrebbero evitare, valutando bene prima di partire che cosa si è in grado di fare quando si va in montagna: la difficoltà del percorso, il proprio livello di allenamento e le competenze, le condizioni meteorologiche, l’equipaggiamento vanno considerati, per evitare spiacevoli imprevisti» spiegano i soccorritori.

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