I numeri nella Bergamasca: «Focolai in risalita il rischio alto è nelle famiglie»

I casi di contagi diffusi nei nuclei parentali da 49 a 69 in una settimana, nelle scuole da 6 a 12. Massimo Giupponi: in questa fase sono cruciali i comportamenti.

L’appello è diretto e accorato: «I numeri ci stanno parlando, e ci dicono che si sta diffondendo la convinzione errata che con le riaperture e la diffusione di vaccinazioni a più vaste fasce di popolazione si corrano meno rischi di contrarre il Covid. Non è così: il virus c’è. Non si deve abbassare la guardia». Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats, Agenzia per la tutela della salute di Bergamo, snocciola cifre ed esempi, per rafforzare l’invito alla popolazione a mantenere distanziamenti, usare le mascherine, evitare assembramenti e curare scrupolosamente l’igiene delle mani.

«L’andamento dei focolai dall’inizio di marzo fino alla fine di aprile ci segnala che l’ambito più delicato, con più casi, è quello della famiglia, ha numeri molto più alti dell’ambiente scolastico o di lavoro. E, soprattutto, mentre in concomitanza delle riaperture delle scuole, dopo un calo dei focolai, stiamo assistendo a una risalita, seppure minima, questa è ancora più visibile nell’ambito delle famiglie», rimarca.

Guarda qui il grafico con l’andamento dei focolai a marzo e aprile.

Per esempio: nella settimana dall’1 al 7 marzo i focolai in famiglia erano 143, cresciuti fino a 180 nella settimana tra il 29 marzo e il 4 aprile, ancora in lockdown da zona rossa, quando, in parallelo, nelle scuole i focolai erano scesi a 3 dai 10 della settimana 1- 7 marzo e dai 13 tra il 15 e il 21 marzo. Nelle settimane che hanno vistola Bergamasca libera dai vincoli di zona rossa e con una campagna vaccinale più accelerata, i focolai familiari arrivano a 49 nella settimana tra 19-25 aprile e risalgono fino a 69 dal 26 aprile al 2 maggio. Nelle stesse due settimane i focolai nelle scuola passano da 6 a 12, un raddoppio in 7 giorni. I focolai sui luoghi di lavoro restano sempre piuttosto bassi, si va da un massimo di 6 dall’1 al 7 marzo allo 0 dal 26 aprile al 2 maggio.

«Queste cifre, e le curve relative ci indicano in modo palese che i focolai sono strettamente connessi ai comportamenti individuali: l’errata convinzione che, una volta ricevuta anche solo una prima dose di vaccino, o una volta immunizzati alcuni componenti della famiglia ci si possa sentire più sicuri e adottare comportamenti meno accorti può diventare un problema per tutta la società in cui si vive. E mettere a rischio il calo della curva pandemica. C’è da preoccuparsi. - rimarca Giupponi - . Si deve essere consapevoli che proprio in questa fase sono cruciali i comportamenti dei singoli. C’è più circolazione tra le persone, ci sono più contatti, ma la situazione può restare sotto controllo soltanto se ognuno fa la sua parte. Le trasmissioni in ambito familiare, proprio perché ci si sente più tranquilli, possono impennarsi. Così come possono essere pericolosi i momenti di socialità allargati».

Guarda qui il grafico con l’andamento dei focolai a marzo e aprile

E per capire quanto sia semplice lo sviluppo di un focolaio, basta esaminare le ricostruzioni fatte dall’Ats di alcuni focolai. Esempi recenti. Il primo: un uomo con sintomi viene ricoverato al pronto soccorso (e purtroppo poi muore in ospedale); la moglie, pur asintomatica si sottopone al tampone e risulta positiva; il figlio che non abita con i genitori ma che li aveva frequentati abitualmente risulta positivo anch’egli. La moglie dell’uomo deceduto, inoltre, ha tre fratelli che ha frequentato regolarmente: risultano tutti e tre positivi; di questi una sorella, sintomatica dopo aver fatto il tampone, ha contagiato a sua volta marito e due figli; l’altro fratello ha contagiato la moglie. Secondo esempio, recentissimo: un ragazzino di seconda elementare fa un tampone per un mal di gola e risulta positivo; ha altri due fratelli, uno aveva frequentato la scuola fino al tampone del fratello, il giorno dopo fa l’esame anche lui e risulta positivo. Tutta la famiglia, genitori e anche l’altro fratello, che non andava alla scuola materna perché non stava bene, sono positivi.

L’Ats nel frattempo ha isolato la scuola elementare e tutti i compagni della classe che hanno fatto il tampone, e c’è già una insegnante che, avendo sintomi, è risultata positiva, determinando a sua volta l’isolamento di altre due classi; anche nella scuola materna si è fatto il tampone e su 29 soggetti ci sono 5 bambini positivi e un insegnante. Nonostante l’intervento dell’Ats la situazione si è rapidamente estesa: i positivi per ora sono 13, in isolamento tra alunni, insegnanti e familiari 128 persone. «Risulta chiaro che pur davanti a un generale ma lento calo dei contagi e una contemporanea azione vaccinale sempre più massiccia, la situazione è delicata e nessuno deve considerarsi al sicuro - continua Giupponi - . Per questo come Ats stiamo diffondendo messaggi per invitare a comportamenti rigorosi sui canali di maggiore accesso: video, anche girati da ragazzi, e informazioni su come comportarsi sono consultabili sul sito dell’Ats ma anche su YouTube, Telegram, Facebook, Instagram e Linkedin. È presto per un “liberi tutti”, non possiamo permetterci una quarta ondata».

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